Schlein chiama il Partito democratico all’unità, Bonaccini: è casa mia
Schlein chiama il Partito democratico all’unità, Bonaccini: è casa miaRoma, 12 mar. (askanews) – E’ “unità” la parola che ricorre di più durante l’ora e un quarto di intervento di Elly Schlein all’assemblea Pd. Il primo discorso ufficiale da segretaria rivela bene quanto la neo-leader abbia ben chiari i vizi della casa e le priorità da affrontare. L’intesa con Stefano Bonaccini serve proprio a questo, a ricomporre le spaccature degli ultimi anni e della campagna congressuale e a provare a sterilizzare il solito risiko delle correnti.
La presidenza affidata all’ex avversario inaugura una gestione unitaria, almeno questo è l’auspicio della segretaria, e il presidente dell’Emilia Romagna onora il patto con un forte appello alla lealtà e alla collaborazione. Perché per sconfiggere il “governo più a destra di sempre”, come lo chiama la Schlein, è fondamentale tenere il Pd unito e provare ad essere il partito più votato, o almeno il primo partito del centrosinistra, alle prossime europee.
E’ anche l’invito che le arriva da Enrico Letta, il segretario uscente pronuncia poche parole e – appunto – si concentra soprattutto su questo punto: “Una delle cose che il nostro popolo ti ha chiesto è di portarci avanti uniti, ecco perché la scelta di oggi è positiva, è giusta. Ti hanno chiesto di fare le scelte che devi fare, senza andare a trattare con nessuno, con nessuna corrente. La forza dell’investitura e della legittimazione che hai usala fino in fondo”. Suggerimento che anche Romano Prodi e Walter Veltroni hanno reiterato più volte nei giorni scorsi.
Ma la Schlein sembra avere ben chiaro il concetto. “Avere cura della nostra comunità e tenerla insieme è il primo grande impegno che prendo. Abbiamo bisogno di porre definitivamente fine alle conflittualità interne così forti che ci sottraggono energie preziose”. Lo ripete tante volte, durante i 75 minuti di discorso, cita spesso il “pluralismo”, da “salvaguardare ma senza rinunciare a darci una linea chiara, comprensibile alle persone che incrociamo per strada”. Fa l’esempio della Costituzione “forgiata da chi, pur venendo da culture diverse, ha saputo unirsi”.
Dichiara guerra ai “capibastone, ai cacicchi”, dice che non tollererà più “irregolarità nei tesseramenti”, assicura che “da domani chi ha votato chi non conta niente. Sarò la segretaria di tutte e di tutti, questo è l’impegno che mi prendo”. E ancora: “Non ci serve una resa di conti identitaria”, bisogna “mettere a valore le nostre differenze, senza farci silenziare, o intimidire”, e invita tutti a “stare unite e stare uniti. Unità e chiarezza”.
Parole che trovano sponda, come da copione, nell’intervento di Bonaccini: “Questo è il tempo di unire. Non ci possono essere altre magliette che quelle del Pd. Ci aspetta un percorso lungo, faticoso, non facile. Ma sappiamo qual è l’obiettivo comune: mandare a casa questa destra inadeguata”. E ancora: “Il Pd è casa mia, io non mi sento minoranza e tantomeno opposizione. Il successo di questo partito mi e ci riguarda tutti allo stesso modo. Mi metto e ci mettiamo a disposizione per dare una mano, per unire attraverso un confronto franco, leale e costruttivo”.
Per il resto, la Schlein traccia l’identikit del suo “nuovo Pd”. Un partito che incarni una “sinistra che oggi non può che essere ecologista, femminista, inclusiva, di governo. Questa è la mia storia, questa è la nostra storia”. La sfida è tenere assieme diritti sociali e civili, transizione ecologica e posti di lavoro, tutela dei diritti della comunità Lgbtqi+ ma anche attenzione al mondo cattolico. Fa gli auguri al papa per il decimo anniversario della sua elezione, cita l’enciclica ‘Laudato sì’. Parla di diritto alla casa e dice no all’autonomia di Calderoli, promette di “fare muro” di fronte alla riforma fiscale della destra, assicura che il Pd continuerà a sostenere l’Ucraina che ha diritto di difendersi, ma aggiunge che chiederà anche con più forza un’iniziativa diplomatica dell’Ue. Spiega che la transizione ecologica è fondamentale ma non deve “lasciare indietro nessuno”.
Quindi, avverte M5s e Terzo polo: “Molti hanno scommesso sulla sopravvivenza stessa del Pd. Hanno perso la loro scommessa contro il Pd. Siamo ancora qui, siamo più forti, uniti. Stiamo arrivando. Sarà una nuova primavera”. Il primo giorno dell’era Schlein finisce così, con un partito che si mostra unito. Ora inizia la sfida alla destra.