Sconfitta Molise non scoraggia Schlein no psicodrammi. E imposta ‘estate militante
Sconfitta Molise non scoraggia Schlein no psicodrammi. E imposta ‘estate militanteRoma, 26 giu. (askanews) – Il voto in Molise non è stato una sorpresa per il Pd. Che le possibilità di vittoria fossero poche al Nazareno era già chiaro stamattina tanto che durante la segreteria che si è riunita prima di pranzo – racconta chi era presente – la segretaria Elly Schlein aveva invitato a non mettere in scena la replica de dopo-amministrative: “Evitiamo psicodrammi”, avrebbe esortato la leader democratica parlando al gruppo dirigente del partito, sottolineando che in quella regione si perde da anni. La sconfitta era data per scontata e uno degli esponenti della segreteria, qualche minuto prima della chiusura delle urne alle 15, già pronosticava: “Finirà 60 a 40 per loroà”.
Ma, appunto, la parola d’ordine era di non autoflagellarsi nel momento in cui, dopo la direzione ‘calda della settimana scorsa, il Pd sta ora mettendo in campo una serie di iniziative, a cominciare da quella del 30 giugno sul diritto alla casa e da quella contro l’autonomia differenziata a luglio. “Dobbiamo procedere con la nostra agenda”, avrebbe esortato la Schlein, riepilogando appunto le tante iniziative progettate per “l’estate di militanza” lanciata in direzione. Di sicuro, poi, la segretaria non intende rinunciare a lavorare a quel “campo largo” di alleanze più volte evocato e il voto del Molise non può far cambiare rotta. “Non c’è alternativa – spiega un esponente della segreteria – non abbiamo altra strada che cercare di costruire – con tutte le difficoltà che ci sono – una unità delle opposizioni, se vogliamo provare a battere la destra”.
Anche per questo domani si terrà un incontro sul salario minimo con M5s, Verdi-Sinistra e centristi. Non il primo faccia a faccia tra le delegazioni dei partiti, ma al Pd sperano che sia quello buono: “Si potrebbe arrivare ad un’intesa su un testo comune delle opposizioni”. In realtà per i centristi le volte scorse si è presentato Carlo Calenda e chissà se Iv sarà della partita. E lo stesso leader di Azione oggi, in una intervista al Messaggero, ha ribadito che si possono trovare intese “sui temi”, ma che “allo stato attuale un’alleanza è impossibile, con la linea di Schlein c’è troppa distanza”. Distinguo che non scoraggiano più di tanto i democratici, come del resto non viene dato troppo peso alla ritrosia di Giuseppe Conte a salire su un palco insieme. “C’è tempo – ragiona ancora il dirigente Pd – le politiche non sono domattinaà”. Insomma, si inizia a lavorare appunto “sui temi”, come ha detto la stessa Schlein in tv: la sanità, il salario minimo, la lotta ai contratti pirata attraverso una legge sulla rappresentanza.
I mal di pancia della minoranza non sono passati, ma Stefano Bonaccini riesce a tenere la sua area su una linea di non belligeranza, per il momento e un parlamentare di Base riformista ammette: “Ora bisogna lavorare, la segretaria è lì solo da tre mesi, non possiamo aprire un fronte ora”. Certo, l’idillio con la Cgil ribadito quasi quotidianamente lascia perplessa l’ala riformista del Pd, ma appunto si tratta di riflessioni che per ora non diventano un dibattito politico. Le europee sono ora il primo pensiero della segretaria, e non solo. La Schlein andrà a Bruxelles domani sera e giovedì incontrerà gli altri leader socialisti anche per cominciare a mettere giù le basi della piattaforma con cui presentarsi alle elezioni del prossimo anno. Perché sarà quello il primo vero passaggio cruciale per la nuova segretaria, il primo voto di cui porterà in prima persona il merito – o la responsabilità – a seconda del risultato.