Roma, 5 apr. (askanews) – Numerosi razzi sono stati lanciati contro diverse città nel sud di Israele questa mattina presto, a seguito di scontri tra polizia israeliana e palestinesi all’interno della moschea di Al-Aqsa a Gerusalemme, mentre un soldato israeliano è stato ferito in una sospetta sparatoria nei pressi della città di Hebron, in Cisgiordania, tra l’acuirsi delle tensioni israelo-palestinesi durante il Ramadan e l’inizio della Pasqua ebraica. Oltre 350 le persone fermate a seguito degli scontri alla moschea, secondo quanto annunciato questa mattina dalle autorità israeliane.
La polizia israeliana era intervenuta nella notte all’interno della moschea di al-Aqsa a Gerusalemme Est per allontanare “agitatori” che avevano introdotto “fuochi d’artificio, bastoni e pietre”. La polizia ha rilasciato delle riprese video di oltre 50 secondi che mostrano esplosioni di quelli che sembrano essere fuochi d’artificio all’interno del luogo di culto: nelle immagini si vedono anche delle persone che lanciano pietre. Un altro filmato mostra gli agenti in assetto antisommossa che avanzano attraverso la moschea proteggendosi dal fuoco dei razzi con gli scudi. Nel filmato si vede poi una porta barricata, batterie di fuochi d’artificio su un tappeto sul pavimento e la polizia che evacua almeno cinque persone con le mani ammanettate dietro la schiena. “Stasera, mentre la polizia lavorava per consentire a un gran numero di musulmani di celebrare il mese di Ramadan e arrivare nella Città Vecchia di Gerusalemme e sul Monte del Tempio, diversi giovani fuorilegge mascherati e agitatori hanno portato dei fuochi d’artificio all’interno della moschea (al-Aqsa), assieme a bastoni e pietre”, ha scritto la polizia israeliana in un comunicato. “Questi si sono barricati lì diverse ore dopo (le ultime preghiere serali) per attaccare l’ordine pubblico e profanare la moschea”, mentre scandivano “slogan che incitavano all’odio e alla violenza”, è stato aggiunto nel testo.
“Dopo molti e lunghi tentativi infruttuosi di farli uscire attraverso il dialogo, le forze di polizia sono state costrette a rimuoverli per consentire lo svolgimento” delle prime preghiere dell’alba “e per prevenire violenti disordini”, ha continuato la polizia. Durante l’intervento “un folto gruppo di agitatori” ha sparato fuochi d’artificio e lanciato pietre all’interno della moschea verso la polizia, si legge ancora nel resoconto degli agenti, secondo cui un membro della sicurezza è rimasto ferito da un sasso a una gamba. Alcuni “rivoltosi sono stati arrestati” per avere “causato danni alla moschea” e per “averla profanata”. Dopo l’annuncio di questi scontri, diversi razzi sono stati lanciati dal nord della Striscia di Gaza verso il territorio israeliano. L’esercito israeliano ha riferito dell’attivazione di sirene di allarme in diverse aree urbane israeliane intorno alla Striscia di Gaza. I lanci hanno attivato i sistemi di allerta a Sderot e in un certo numero di comunità vicine. Circa 20 minuti dopo, le sirene di allarme hanno suonato in un kibbutz della zona. Secondo le forze di difesa israeliane, nella salva iniziale sono stati lanciati cinque proiettili, quattro dei quali sono stati intercettati dai sistemi di difesa aerea. I militari hanno detto che poco dopo sono stati lanciati altri quattro razzi, tutti caduti in aree aperte.
Il comune di Sderot ha spiegato che uno dei razzi ha colpito una fabbrica nella zona industriale, provocando danni. Non ci sono state notizie di feriti. In risposta, i media palestinesi hanno riferito che le forze israeliane hanno colpito obiettivi a Gaza. Il gruppo estremista palestinese Hamas, al governo di Gaza, ha denunciato le azioni della polizia nel luogo sacro di Gerusalemme come “un crimine senza precedenti” e ha esortato i palestinesi “ad andare in massa alla moschea di Al-Aqsa per difenderla”. La gente ha iniziato a radunarsi nelle strade, con inviti a dirigersi verso la frontiera tra Gaza e Israele, fortemente sorvegliata, per manifestazioni più violente. La Jihad islamica ha chiesto allo stesso modo ai residenti palestinesi di Gerusalemme, della Cisgiordania e di Israele di andare a radunarsi intorno alla moschea e affrontare le forze israeliane.
Il portavoce del presidente dell’Autorità palestinese Mahmoud Abbas ha messo in guardia Israele dal “superare le linee rosse” nei luoghi sacri, dicendo che ciò potrebbe innescare una “grande esplosione”. “Riteniamo il governo di occupazione pienamente responsabile di qualsiasi deterioramento, e deve agire in modo responsabile e fermare questa assurdità, che avrà conseguenze pericolose per tutti”, ha detto Nabil Abu Rudeineh, in una dichiarazione rilasciata dall’agenzia di stampa ufficiale Wafa.