Roma, 4 apr. (askanews) – Il campo magnetico terrestre fa molto di più che mantenere gli aghi delle bussole puntati nella stessa direzione: aiuta a preservare lo strato di atmosfera che sostiene la vita, proteggendoci dalle particelle di alta energia e dal plasma espulso regolarmente dal Sole.
Sulla rivista Nature Astronomy – segnala Media Inaf, il notiziario online dell’Istituto nazionale di astrofisica – è appena stata pubblicata la scoperta di un potenziale esopianeta di dimensioni terrestri quale principale candidato per avere un campo magnetico. Si chiama YZ Ceti b ed è un pianeta roccioso in orbita attorno a una stella a circa 12 anni luce dalla Terra. Gli autori dello studio, Sebastian Pineda e Jackie Villadsen, sostengono questa ipotesi perché hanno osservato un segnale radio ripetuto proveniente dalla stella YZ Ceti utilizzando il Karl G. Jansky Very Large Array, riconducibile a un fenomeno simile a quello che genera le aurore polari. “La ricerca di mondi potenzialmente abitabili o portatori di vita in altri sistemi solari dipende in parte dalla capacità di determinare se esopianeti rocciosi simili alla Terra abbiano effettivamente campi magnetici”, afferma Joe Pesce della National Science Foundation, direttore del programma per il National Radio Astronomy Observatory. “Questa ricerca mostra non solo che questo particolare esopianeta roccioso ha probabilmente un campo magnetico, ma fornisce un metodo promettente per trovarne di più”.
Il campo magnetico di un pianeta può impedire che l’atmosfera di quel pianeta venga consumata nel tempo dalle particelle emesse dalla sua stella, spiega Pineda, astrofisico dell’Università del Colorado. I due ricercatori ipotizzano che le onde radio rilevate siano state generate dalle interazioni tra il campo magnetico dell’esopianeta e la stella attorno alla quale orbita. Tuttavia, affinché tali onde radio siano rilevabili su lunghe distanze, devono essere molto forti. Mentre su grandi esopianeti delle dimensioni di Giove sono già stati rilevati campi magnetici, riuscire a farlo per un esopianeta delle dimensioni della Terra richiede una tecnica diversa. Poiché i campi magnetici sono invisibili, è difficile determinare se un pianeta lontano ne abbia effettivamente uno, spiega Villadsen. “Quello che stiamo facendo è cercare un modo per vederli”, dice. “Stiamo cercando pianeti che siano davvero vicini alle loro stelle e di dimensioni simili alla Terra. Questi pianeti sono troppo vicini alle loro stelle per essere abitabili, ma poiché sono così vicini, si stanno muovendo attraverso un mucchio di roba proveniente dalla stella. Se il pianeta avesse un campo magnetico e attraversasse abbastanza materiale stellare, la stella emetterebbe onde radio”.
La piccola stella nana rossa YZ Ceti e il suo esopianeta YZ Ceti b costituiscono una coppia ideale perché l’esopianeta è così vicino alla stella che completa un’orbita completa in soli due giorni. La misura dell’intensità delle onde radio consente ai ricercatori di determinare quanto potrebbe essere forte il campo magnetico del pianeta. Questa emissione di onde radio, generata dall’interazione tra YZ Ceti b e la sua stella, è molto simile a un’aurora terrestre, con la differenza che l’aurora in questione si trova sulla stella stessa, non sul pianeta. Ma secondo i ricercatori il fenomeno dovrebbe presentarsi anche sul pianeta, se avesse una sua atmosfera. Ed è proprio questa aurora che secondo loro va cercata: l’aurora sugli esopianeti, a testimonianza del fatto che possiedono un’atmosfera.