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Servizi digitali, una rivoluzione per il sistema acquisti della PA

Servizi digitali, una rivoluzione per il sistema acquisti della PAMilano, 19 nov. (askanews) – Gli attuali processi elettronici di acquisto di beni e servizi (e-procurement) da parte della pubblica amministrazione sono destinati a subire una profonda revisione, con l’introduzione, sempre più intensiva, dei servizi digitali, delle nuove tecnologie, quali il Cloud e l’Intelligenza Artificiale. Dal modello attuale impostato su gare di appalto e la certezza del prezzo si passerà ai modelli con costi a scalare sulla base dei consumi (una sorta di “pay per use”) di dati e sistemi di archiviazione. I nuovi scenari sono stati discussi, per la prima volta in Italia, a Trento in occasione dell’evento “E-Procurement e nuovi modelli di business digitali”, organizzato negli scorsi giorni dal Cerchio Ict, realtà che riunisce le società in house di Trentino Alto Adige, Emilia Romagna e Alto Vicentino. L’evento – moderato dal giornalista del Sole 24 Ore, Luca De Biase – ha riunito esperti nazionali e rappresentanti della pubblica amministrazione.



Marco Valerio Cervellini dell’Agenzia Cybersicurezza Nazionale, ha illustrato il ruolo dell’Agenzia nel supportare gli enti pubblici nei processi di procurement digitale sicuro, sottolineando come la diversificazione dei fornitori rappresenti un rischio per l’interoperabilità dei sistemi a livello nazionale e richieda una forte governance su sistemi e dati. Su questo tema, la professoressa Sara Valaguzza, docente di Diritto amministrativo e pubblico all’Università Statale di Milano, ha presentato le opportunità offerte dal nuovo correttivo al Codice appalti, prospettando nuove modalità di collaborazione per sostenere l’innovazione nel settore Ict: “Gli accordi collaborativi, di ispirazione anglosassone, permettono alle amministrazioni di stabilire obiettivi comuni con gli operatori economici, migliorando la qualità e l’efficienza del procurement digitale”. Barbara Marchetti, docente di diritto amministrativo dell’Università di Trento, ha approfondito i vantaggi del modello in house nell’adozione dell’intelligenza artificiale, soprattutto per quanto riguarda la protezione dei dati pubblici, che rimangono sotto il controllo della PA senza dover essere trasferiti a terzi: “Il modello in house consente di mantenere il controllo sui dataset e sulle scelte algoritmiche, garantendo trasparenza e sicurezza per i cittadini”. La docente ha posto la questione degli obblighi europei in materia di compliance, evidenziando l’esigenza di competenze tecniche per gestire al meglio i processi di approvvigionamento digitali.


Sulle implicazioni dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale rispetto alla proprietà intellettuale e ai servizi digitali è intervenuta Cristiana Pretto, dirigente generale della Provincia autonoma di Trento: “Il Trentino ha intrapreso un nuovo percorso, con interventi anche regolatori e organizzativi, per garantire con una governance territoriale strutturata l’implementazione efficace e controllata dell’intelligenza artificiale nella pubblica amministrazione trentina, definendo all’inizio della legislatura una nuova strategia digitale basata sui dati e sull’interoperabilità. In questo contesto riveste particolare importanza comprendere quali siano le opportunità e gli accorgimenti da adottare per l’acquisizione e l’utilizzo di servizi di terzi, direttamente o tramite la propria in house, accanto alla realizzazione di una soluzione propria, come quella sviluppata nell’ambito del Progetto Bandiera, finanziato con fondi del Pnrr, che possa garantire adeguatamente la sovranità digitale”. Il ruolo delle società in house è stato ribadito da Carlo Delladio, presidente di Trentino Digitale: “Il nostro compito è assicurare alla pubblica amministrazione le migliori soluzioni tecnologiche, salvaguardando allo stesso tempo la sovranità digitale e la protezione dei dati sensibili. Il modello in house permette di sviluppare servizi su misura, con un’attenzione particolare alla sostenibilità economica, sociale ed ambientale”.


“L’evento – ha concluso Kussai Shahin, direttore generale di Trentino Digitale – ha rappresentato un importante momento di confronto e riflessione, con l’obiettivo di rendere la pubblica amministrazione maggiormente consapevole del nuovo contesto caratterizzato da una complessità tecnologica crescente, da normative in continua evoluzione, e soprattutto da nuovi modelli di erogazione dei servizi digitali. Un aspetto importante riguarda il ruolo delle società in house a supporto degli Enti pubblici in termini di presidio delle differenti evoluzioni e di individuazione delle migliori soluzioni per contribuire alla crescita e al miglioramento dei servizi pubblici sul territorio”.