Sette artisti della Tate per una nuova collaborazione con Swatch
Sette artisti della Tate per una nuova collaborazione con SwatchLondra, 21 mar. (askanews) – Turner, Mirò, Chagall, Leger, Matisse, Bourgeois e Barns-Graham: sette artisti dalle collezioni della Tate di Londra che ora trovano un altro modo per mostrarsi al pubblico su una nuova serie di orologi Swatch. L’azienda svizzera ha annunciato nella capitale britannica la collaborazione con l’istituzione museale e ha presentato la collezione di sette orologi dedicata a opere della Tate. “I dialoghi con la Tate – ha detto ad askanews Alain Villard, CEO di Swatch – sono cominciati più di un anno fa, avevamo da sempre in mente una collaborazione con loro e sapevano che siamo in grado di lavorare con i grandi musei, perché lo abbiamo già fatto con il MoMA di New York e il Centre Pompidou di Parigi. Questo ci ha aperto le porte”.
Dopo l’annuncio alla Tate Modern, con la direttrice esecutiva del museo, la presentazione degli orologi è avvenuta in un contesto decisamente artistico, con sale dedicate a ciascuna opera, per creare un’esperienza che va al di là del semplice oggetto di moda. “Grandissimo museo, grande serie di artisti, grande responsabilità – ha aggiunto Carlo Giordanetti, CEO dello Swatch Art Peace Hotel di Shanghai – perché rappresentare e catturare l’energia di questi artisti sicuramente non è facile, ma soprattutto mi viene da dire grande bellezza, nel senso che crediamo di avere racco stato sette episodi di arte moderna in una maniera ogni volta un po’ diversa, con delle piccole raffinatezze e delle piccole scoperte”. È interessante notare, per chi si occupa di strategie culturali, come sempre più i grandi musei puntino su un marketing che si rivolge a settori diversi della società, per diffondere il più possibile i propri messaggi. Intento condiviso anche da Swatch. “Quando pensiamo alla collaborazione con un museo – ci ha detto ancora Villard – l’obiettivo è sempre quello di aumentare la curiosità per scoprire dei capolavori d’arte. Tutti conoscono Matisse, ma forse non tutti conoscono Turner, quindi per noi è anche un modo di diffondere queste magnifiche opere che si possono anche mettere al polso. Credo sia una situazione win-win, noi celebriamo i tesori dei musei e i musei possono guadagnare nuovo pubblico in tutto il mondo”.
E il risultato sono orologi accessibili e accattivanti, ma che hanno in loro alcune delle più importanti e complesse lezioni dell’arte moderna. “Dopo tutte le collaborazioni che abbiamo fatto con i musei negli anni – ha concluso Giordanetti – possiamo dire che abbiamo una collezione d’arte da museo. Però un museo che deve essere facile da raggiungere, facile da avere, facile da portare. E deve anche essere un museo che ci rappresenta in qualche modo”. Questo è probabilmente il più forte punto di contatto tra i mondi della moda e dell’arte: la possibilità di offrire alle persone un modo di rappresentarsi e di rivedersi in quello che si indossa così come nell’arte che si guarda e che, in altre forme, si porta con sé.