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Sostenibilità e qualità, il modello di sviluppo della Val di Fiemme

Sostenibilità e qualità, il modello di sviluppo della Val di FiemmeCavalese, 16 set. (askanews) – Le radici, della propria identità e del proprio territorio, sono uno dei pilastri fondamentali modello economico e sociale della Val di Fiemme: un’area, conosciuta come il polmone verde del Trentino che, oltre al turismo, permette alle proprie aziende di crescere e di affermarsi sui principali mercati interzional0, consentendo a residenti e turisti di beneficiare di un benessere diffuso. Le stesse radici che rappresentano il radicamento ad una storia e cultura secolare – rappresentata ad esempio dalla Magnifica Comunità, istituzione custode di un territorio straordinario – e, al contempo, fondamenta su cui immaginare e progettare il proprio futuro, all’insegna della qualità e della sostenibilità. E’ il messaggio che arriva dal “Dolomites Well-Being Summit”, l’evento di apertura della settima edizione del World Wellness Weekend 2023 (la manifestazione in corso dal 15 al 17 settembre in Val di Fiemme) dedicato alle aziende locali, alle loro storie di successo, e aperto ad esperti, tutti chiamati a declinare il benessere psicofisico come stile di vita.

Sul palco del Palafiemme di Cavalese, hanno aperto i lavori Fulvio Rossi, senior expert di Asivis (Alleanza Italiana per lo Sviluppo sostenibile), e Domenico Sturabotti, direttore di Symbola Fondazione per le Qualità Italiane. Il primo ha esordito, ricordando le sfide dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, sottoscritta il 25 settembre 2015 da 193 Paesi delle Nazioni unite, tra cui l’Italia, per condividere l’impegno a garantire un presente e un futuro migliore al nostro Pianeta e alle persone che lo abitano. L’Agenda globale definisce 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals – SDGsnell’acronimo inglese) da raggiungere entro il 2030. “Tutti siamo chiamati – ha sottolineato Rossi – a concorrere al raggiungimento degli obiettivi. Guardando agli indicatori, Il quadro non è esaltante. Su alcuni obiettivi siamo progrediti, su altri siamo stabili, mentre su altri ancora siamo regrediti. Il problema è che gli obiettivi si parlano l’un o con l’altro e diventa così difficile riuscire a sviluppare politiche comuni. Soprattutto dopo il Covid – ha continuato il rappresentante di ASviS – si sta imponendo la necessità di una ripresa e l’Europa è nella condizioni di rispondere in maniera adeguata. La risposta necessaria è l’aumento della consapevolezza a tutti i livelli e la promozione di una cultura condivisa su questi temi”. Dello stesso avviso Sturabotti: “Dobbiamo mettere insieme la specificità del fare impresa e fare sintesi tra fattori di sviluppo, così da impiegare bene risorse umane e finanziarie. Le imprese italiane hanno sviluppato una propria via alla sostenibilità, investendo sulla bellezza e la qualità, perché la sostenibilità è un modo di vedere e pensare, anche in maniera originale, le cose”.

Il summit ha visto protagonisti i manager a capo delle quattro aziende che hanno messo e mantenuto radici profonde in val di Fiemme. Aziende che hanno fatto di questi valori la colonna portante del loro successo: Starpool, player globale nel mondo del wellness, La Sportiva, azienda che si è conquista la leadership nel mercato internazionale delle calzature e nell’abbigliamento outdoor, in particolare arrampicata ed alpinismo. E ancora, Pastificio Felicetti, eccellenza del food che ha saputo andare incontro alle richieste dei consumatori più esigenti e dei professionisti della ristorazione, e Fiemme Tremila, realtà che da 30 anni produce pavimenti ed arredi in legno, secondo rigorosi criteri improntati alla biocompatibilità e salubrità. Insieme agli imprenditori, al dibattito è intervenuto anche Mauro Gilmozzi, presidente Fondazione FiemmePer e scario della Magnifica Comunità di Fiemme: “Le sfide che abbiamo di fronte possiamo vincerle se facciamo collaboriamo. Il legame tra territorio, aziende e comunità locali porta con sé il valore aggiunto in termini sociali, economici, di opportunità ma anche di sfide. La Fondazione è il territorio stesso, il nostro radicamento si ritrova nella forma finale del prodotto, ma risiede nell’approccio con cui un’intera comunità di imprenditori, professionisti e persone affrontano il proprio futuro. Ciò significa prestare attenzione all’impatto sociale dell’azienda sul territorio, fissare standard di eccellenza sostenibili, e soprattutto porre sempre al primo posto la comunità e il benessere collettivo. La Fondazione nasce proprio per sviluppare il tessuto economico della valle e restituire alla valle stessa i benefici dello sviluppo economico, minimizzando e compensando l’utilizzo delle risorse energetiche per garantire la longevità sostenibile dei modelli economici e sociali in questo equilibrio delicato fatto di ambiente e comunità”.