Spazio, Cristoforetti: l’Europa cambi passo, più ambizione
Spazio, Cristoforetti: l’Europa cambi passo, più ambizioneRoma, 10 ott. (askanews) – “Qualche settimana fa si è posato sulla Luna un lander indiano, Chandrayaan-3, che ha rilasciato un piccolo rover sulla superficie. L’India è diventata così la quarta nazione al mondo a effettuare con successo un allunaggio, dopo essere stata diversi anni fa la quarta nazione a raggiungere l’orbita del pianeta Marte. Ecco che adesso qui devo sottolineare, con rammarico, che tra coloro che hanno raggiunto la Luna prima dell’India non ci sono né l’Esa né tantomeno una singola nazione europea. Il nostro veicolo ‘Argonaut’, che porterà circa una tonnellata e mezza di cargo sulla Luna, ha passato da poco le fasi di studio iniziali e sarà pronto per un allunaggio forse soltanto alla fine di questo decennio”. Lo ha detto l’astronauta italiana dell’Esa Samantha Cristoforetti nella Lectio magistralis “L’esplorazione dello Spazio è un’opportunità di crescita e sviluppo per l’Italia e per l’Europa” tenuta alla Sapienza di Roma, in occasione del dottorato honoris causa in Ingegneria aeronautica e spaziale conferitole durante la cerimonia di inaugurazione dell’Anno accademico.
Nella sua lectio Samantha Cristoforetti ha ricordato le decisioni lungimiranti prese negli anni’90 del secolo scorso che hanno consentito all’Italia di acquisire una posizione di prestigio in ambito europeo. “Poi, però, abbiamo smesso di darci obiettivi ambiziosi, di voler crescere nelle nostre capacità di esplorazione spaziale. Nel momento in cui il mondo attorno a noi si metteva a correre, – ha detto – noi ci siamo fermati. Una decina di anni fa in Europa, e quindi anche in Italia, abbiamo considerato di realizzare una versione del cargo ATV che fosse capace non solo di raggiungere la ISS ma anche di rientrare in sicurezza sulla Terra. Poi abbiamo abbandonato l’idea”. Guardando all’esplorazione dello spazio con esseri umani, “oggi – ha rilevato l’astronauta italiana – solo tre nazioni possiedono astronavi in grado di portare donne e uomini nello spazio: gli Stati Uniti, dove la Nasa resta la più importate agenzia spaziale del mondo; la Russia, che continua a utilizzare e progressivamente migliorare la buona vecchia Soyuz; e la Cina che ha ormai pienamente dimostrato di possedere tutte le capacità, dispone di una propria stazione spaziale abitata in orbita terrestre e ha piani credibili di esplorazione lunare robotica e umana. Ma c’è qualcosa in più. Negli Stati Uniti attualmente i servizi di trasporto astronauti sono forniti alla Nasa da un’azienda privata, SpaceX, a cui dovrebbe affiancarsene a breve una seconda. I privati realizzano astronavi e razzi vettori in proprio e operano persino da rampe di lancio di loro proprietà esclusiva. Inoltre, nel giro di pochi anni, a questa lista si aggiungerà l’India, che con il programma Gaganyaan ambisce a lanciare astronauti prima in orbita terrestre e poi in quella lunare. La domanda che ci si deve porre con urgenza è dunque: che cosa fa l’Europa? Che cosa fa l’Italia che è una delle tre potenze spaziali del continente? Cosa fanno gli altri grandi Paesi europei, Francia e Germania?”.
Quanto alle risorse, Cristoforetti ha evidenziato che “nel 2023 l’investimento pubblico europeo annuo, strettamente in attività di esplorazione spaziale, è di circa 1 miliardo, contro circa 14 miliardi degli Stati Uniti”. Investimenti che permettono di fare molte cose “assolutamente dignitose e importanti, ma che non ci permettono di sviluppare capacità di trasporto autonome e riflettono gap di capacità dell’industria spaziale europea che non si possono ignorare, soprattutto in un contesto internazionale in fermento”. La mancanza di trasporto autonomo fa sì che “industrie ed enti istituzionali europei si stanno configurando come futuri clienti di aziende private statunitensi”. Guardando al futuro sulla base dell’oggi si può immaginare nel 2040 “un pugno di Big Tech americane e asiatiche dominano il mondo digitale, l’AI, il cloud computing e oltre a ciò vanno nello spazio, trasportano donne e uomini e fanno business, mentre mentre l’Europa continua a fornire dignitosi contributi di nicchia e ottenere ogni tanto ‘un passaggio’ per i propri astronauti – dagli americani certo, presumibilmente non più dai russi, ma forse dagli indiani. Magari tornando a pagare il biglietto, come facevamo in passato, vuoi perché non abbiamo capacità tecnologiche interessanti da ‘scambiare’, vuoi perché i service provider privati sono interessati a meri pagamenti in denaro. Immaginatevi voli regolari americani e cinesi, come minimo, sulla superficie della Luna, mentre in Europa continuiamo a essere junior partner e fornitori di elementi limitati, che ci permetteranno, è probabile, di includere un paio di astronauti europei per decennio in una missione sulla Luna, ma non certo di essere protagonisti dell’esplorazione dello spazio, né di essere a nostra volta aggregatori di nuove partnership con Paesi amici, rinunciando così a quello che è da sempre uno strumento efficace di soft power”.
“Abbiamo ancora una finestra di opportunità – ha detto ancora Cristoforetti – per assicurarci un settore spaziale europeo forte e solidamente in mano europee. Facciamo in modo che, nel 2040, non dobbiamo guardare indietro e rimpiangere un’opportunità persa. Un progetto ambizioso di esplorazione spaziale, ove trovasse il sostegno politico da parte dei decisori europei, può e deve essere un catalizzatore di competitività per tutto il settore spaziale. Non si tratta, insomma, l’avrete ormai capito, di far volare un’astronauta in più o in meno, ma di far ‘volare’ l’Italia e l’Europa, di essere competitivi e il più possibile autonomi in un settore di grande importanza economica e industriale”. “Spero – ha concluso l’astronauta rivolta agli studenti – di aver saputo oggi convincervi di come un cambio di passo per l’Europa nell’esplorazione spaziale possa contribuire in maniera efficace a incamminarci su quella strada virtuosa. Vorrei che nel 2040 l’Italia e l’Europa abbiano avuto l’ambizione e il coraggio di crescere, realizzando un’autonoma capacità di volo umano spaziale e mettendo in moto gli effetti positivi, e così necessari, che ho provato oggi a delineare”.