Speciale Lettonia, viaggio a Riga dove allineamento Nato è totale
Speciale Lettonia, viaggio a Riga dove allineamento Nato è totaleRiga, 21 apr. (askanews) – Può sembrare davvero strano vedere la bandiera giallo-blu, quella ucraina, che sventola sulla facciata principale dell’Accademia delle scienze di Riga, in Lettonia. Un palazzone, in completo stile sovietico, principale simbolo del quartiere russo della capitale del Paese baltico. Maskavas Forstate, che in lettone significa sobborgo russo, è il quartiere sulla riva destra del fiume Daugava, che meglio racconta il suo passato, a cavallo tra due popoli e due regimi.
Al mercato si parla solo russo. I palazzi richiamano l’architettura sovietica. Nel Paese ci sono più di mezzo milione di lettoni russi, un quarto dell’intera popolazione. Nessuno vuole rispondere a chi gli chiede se temono una invasione anche in Lettonia, dopo l’Ucraina, da parte di Mosca. E si percepisce paura, timore, diffidenza. “Se ho paura che la guerra arrivi anche da noi? Certamente, chi non ha paura di Putin?”, risponde un giovane, uno dei pochi che – oltre al russo – parla anche inglese. “Non voglio essere fotografato – prosegue – non voglio finire con un colpo in testa dai russi. Qui siamo nel quartiere della piccola Mosca – ci spiega – tutti qui parlano russo. Tutti hanno paura, ma nessuno lo dice”. Poi l’accusa all’Occidente. “Denunciano quanto accaduto in Georgia prima, in Ucraina ora. Però stanno tutti a guardare”.
Da Riga arriva un segnale chiaro alla Russia di Putin: l’allineamento alla Nato è totale. Consolati chiusi nel Paese, diplomatici espulsi. La bandiera ucraina svetta in ogni dove nella capitale lettone. Dalla città vecchia, Patrimonio Unesco, fino al quartiere Art Nouveau. Bandiere, striscioni, slogan davanti ai Musei, sui tram, ma anche al Comune, ai ministeri e davanti al castello, sede del presidente lettone. Una gigantografia, che campeggia da oltre un anno sulla facciata del Museo della Scienza, di fronte all’ambasciata russa, riproduce il presidente russo Vladimir Putin come un teschio. “Con questo manifesto esprimiamo il nostro sostegno all’Ucraina – si legge sul sito ufficiale del museo – e, dalla nostra posizione vicina all’ambasciata di Mosca, facciamo una chiara dichiarazione contro la guerra scatenata Putin”. I segni del sostegno a Kiev, qui a Riga sono ancora visibili, anche se nel tempo sono diminuiti. Tante anche le bandiere della Nato nella piccola perla del Baltico, che si specchia sulle acque del fiume Daugava. I lettoni riconoscono il ruolo importantissimo della base dell’Alleanza ad Adazi, a una trentina di chilometri da Riga, a 300 chilometri dalla Russia. Circa 4mila soldati impiegati per garantire la sicurezza del confine est, ma è già previsto un aumento.
In Lettonia, un paese grande come la Svizzera, con appena 2 milioni di abitanti, è stata da poco reintrodotta la leva obbligatoria per gli under 28, a partire dall’anno prossimo. Non è ancora del tutto chiaro come funzionerà ma c’è chi la vive come una imposizione che Riga aveva abolito dopo l’ingresso nella Nato nel 2004. (di Serena Sartini e Cristina Giuliano)