”Stranieri ovunque”, la Biennale Arte 2024 di Adriano Pedrosa
”Stranieri ovunque”, la Biennale Arte 2024 di Adriano PedrosaVenezia, 22 giu. (askanews) – La 60esima Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, diretta dal curatore brasiliano Adriano Pedrosa si intitolerà “Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere”. Il titolo è tratto da una serie di lavori realizzati a partire dal 2004 dal collettivo Claire Fontaine, nato a Parigi e con sede a Palermo. Le opere consistono in sculture al neon di vari colori che riportano in diverse lingue le parole “Stranieri Ovunque”. L’espressione è stata a sua volta presa dal nome di un omonimo collettivo torinese che nei primi anni Duemila combatteva il razzismo e la xenofobia in Italia.
“Il contesto in cui si colloca l’opera – ha spiegato Pedrosa – è un mondo pieno di crisi multiformi che riguardano il movimento e l’esistenza delle persone all’interno di Paesi, nazioni, territori e confini e che riflettono i rischi e le insidie che si celano all’interno della lingua, delle sue possibili traduzioni e della nazionalità, esprimendo differenze e disparità condizionate dall’identità, dalla cittadinanza, dalla razza, dal genere, dalla sessualità, dalla libertà e dalla ricchezza. In questo panorama, l’espressione Stranieri Ovunque ha (almeno) un duplice significato. Innanzitutto vuole intendere che ovunque si vada e ovunque ci si trovi si incontreranno sempre degli stranieri: sono/siamo dappertutto. In secondo luogo, che a prescindere dalla propria ubicazione, nel profondo si è sempre veramente stranieri”. “In occasione della Biennale Arte 2024 si parlerà di artisti che sono essi stessi stranieri, immigrati, espatriati, diasporici, émigrés, esiliati e rifugiati, in particolare di coloro che si sono spostati tra il Sud e il Nord del mondo. La figura dello straniero sarà associata a quella dell’estraneo, dello stranger, dell’estranho, dell’étranger, e pertanto la Mostra si svilupperà e si concentrerà sulle opere di ulteriori soggetti connessi: l’artista queer, che si muove all’interno di diverse sessualità e generi ed è spesso perseguitato o messo al bando; l’artista outsider, che si trova ai margini del mondo dell’arte, proprio come l’autodidatta o il cosiddetto artista folk; e l’artista indigeno, spesso trattato come uno straniero nella propria terra. La produzione di tali artisti sarà il fulcro della Biennale Arte e costituirà il Nucleo Contemporaneo dell’Esposizione. (…) La Mostra presenterà anche un Nucleo Storico composto da opere del XX secolo provenienti dall’America Latina, dall’Africa, dall’Asia e dal mondo arabo. (…) Inoltre, una sezione speciale del Nucleo Storico sarà dedicata alla diaspora degli artisti italiani nel mondo nel corso del XX secolo. A quegli italiani che hanno viaggiato e si sono trasferiti all’estero costruendo le loro vite e carriere professionali in Africa, Asia, America Latina, così come nel resto d’Europa, integrandosi e radicandosi con le culture locali che spesso hanno svolto un ruolo significativo nello sviluppo delle narrazioni del Modernismo al di fuori dell’Italia”.
“Cambiare il punto di vista attraverso cui raccontare l’arte contemporanea – ha aggiunto Roberto Cicutto, presidente della Biennale di Venezia – credo sia ciò che una istituzione di rilevanza internazionale come La Biennale di Venezia debba fare. E qui non si tratta solo di un punto di vista estetico ma anche geografico, come quando al cinema si riprende la stessa scena in controcampo. Questa è la 60esima edizione dell’Esposizione Internazionale d’Arte Contemporanea nell’arco di 128 anni dalla prima, e non c’era mai stata una curatrice o un curatore proveniente da un paese dell’America Latina. La partecipazione di artiste e artisti sudamericani alla Biennale è sempre stata nutrita. Ma diverso è quando a invitare è un curatore che ha radici nella stessa cultura e ha sviluppato nel corso degli anni uno sguardo globale. La sua ricerca è anche focalizzata su artiste e artisti che, pur provenienti da culture e mondi diversi, hanno saputo mantenere sentimenti, caratteri ed esperienze della loro cultura d’origine ovunque si trovino. Mi piace che in questa Mostra ci sia la presenza di opere realizzate nel secolo scorso che oggi vengono considerate punti di riferimento per le nuove generazioni. E all’interno di questo movimento ritroveremo molti nomi italiani. Adriano Pedrosa si cimenterà poi con la seconda edizione del College Arte, apertosi nel 2022 con Cecilia Alemani, un’attività cui la Biennale tiene moltissimo. Sono certo che la 60esima Esposizione Internazionale d’Arte e il suo curatore sapranno emozionare e colmare (come ha detto la curatrice della 18esima edizione della Biennale Architettura Lesley Lokko) quelle falle nella storia dell’arte con molte presenze finora trascurate”. La Biennale d’Arte presenterà, come di consueto, le partecipazioni Nazionali con proprie mostre nei Padiglioni ai Giardini e all’Arsenale, oltre che nel centro storico di Venezia. Da oggi, 22 giugno, è online il formulario per la presentazione delle proposte di progetti quali Eventi Collaterali, promossi da enti e istituzioni internazionali senza scopo di lucro, operanti nel campo dell’arte che allestiranno le loro mostre e le loro iniziative a Venezia, qualora selezionati.