
Tajani: Canada tra possibili Paesi del piano italiano contro i dazi
Tajani: Canada tra possibili Paesi del piano italiano contro i daziQuebec, 14 mar. (askanews) – Sui dazi “è inutile fasciarsi la testa prima che succedano le cose, bisogna studiare strategie per poter tutelare il mondo imprenditoriale italiano e il giorno 21 (marzo, ndr) presenteremo la strategia del Ministero che ha la responsabilità anche del commercio internazionale per affrontare l’emergenza” e “individuare alcune scelte che possono essere fatte per recuperare spazi di mercati”: “non è un caso che tra i Paesi che valuteremo e indicheremo come potenziali territori dove incrementare l’export ci sarà anche il Canada”. È quanto ha detto oggi il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, durante una tavola rotonda con gli imprenditori italiani in Canada.
Il Canada è un Paese “molto interessante”, noi “siamo già il secondo interlocutore dopo la Germania”, ha ricordato Tajani, precisando che “questo significa che c’è un terreno fertile”. E’ dunque “un paese che stiamo seguendo con attenzione, dove si può esportare di più”. D’altra parte, ha sottolineato il ministro, “siamo assolutamente convinti che si debba continuare a lavorare molto fuori dai nostri confini sia attraverso un incremento dell’esportazione sia attraverso un incremento dell’internazionalizzazione delle nostre imprese, che è il miglior sistema per evitare la delocalizzazione”. Secondo Tajani bisogna “avere sempre obiettivi ambiziosi” e “lavorare per scongiurare effetti dannosi che possono esserci da una possibile guerra dei dazi, che per noi italiani certamente non è qualche cosa di positivo”. “Lavoreremo intensamente per cercare di permettervi di incrementare il vostro giro d’affari ma anche per invogliare altre imprese italiane a venire da voi”, ha quindi detto Tajani, rivolgendosi agli imprenditori italiani e assicurando loro che il governo continua a sostenerli in modo da “poter operare nel migliore dei modi in questo Paese”.
Tajani ritiene che in America “si possa cercare di evitare una situazione molto negativa per noi se aumentiamo i nostri investimenti là e le nostre importazioni, cercando di continuare con le esportazioni che essendo di alta qualità difficilmente potranno essere messe a un angolo dai consumatori che cercano quella qualità, per cui pagare qualche dollaro in più non cambia”. “Detto questo nessuno prende sotto gamba le conseguenze di una possibile guerra commerciale, dobbiamo soltanto metterci al riparo e individuare strategie che tutelino il vostro lavoro”, ha insistito il ministro, che si è detto “assolutamente convinto che la qualità è il nostro miglior strumento per vincere anche le sfide con i dazi.