Tajani da Blinken, poi lascia gli Usa: “Berlusconi, fratello ed eroe”
Tajani da Blinken, poi lascia gli Usa: “Berlusconi, fratello ed eroe”Washington, 12 giu. (askanews) – E’ ancora notte a Washington, quando arriva la notizia della scomparsa di Silvio Berlusconi. Antonio Tajani è atterrato ieri per una visita di due giorni e una serie di incontri, tra cui quello con il segretario di Stato Antony Blinken e la direttrice generale del Fondo monetario internazionale, Kristalina Georgieva. Tunisia, Ucraina, relazioni bilaterali e transatlantiche, comune appartenenza alle principali organizzazioni internazionali, presidenza italiana del G7 nel 2024: tutto passa in secondo piano. Il ministro degli Esteri decide di accorciare la sua missione e di rientrare in Italia appena possibile. Saltano gli appuntamenti di martedì, salta il colloquio – definito “un po’ complicato” alla vigilia – con la leader del Fmi. Blinken lo riceve in anticipo al dipartimento di Stato e il titolare della Farnesina lo ringrazia per la “flessibilità” dimostrata in “una giornata difficile”.
Tajani sottolinea di avere perso “un amico, un fratello maggiore”, “un eroe, per lui e per milioni e milioni di italiani”. Il ministro ricorda commosso il leader di FI, anche in occasione di una cerimonia in memoria di Berlusconi all’ambasciata d’Italia. Le bandiere sono a mezz’asta. E’ la fine di un uomo, non del suo “progetto politico e umano, che continuerà a ispirarci e guidarci”, spiega in una dichiarazione alla stampa al cimitero di Arlington. Anche Blinken esprime la vicinanza e le condoglianze personali e degli Stati uniti per la perdita di quella che definisce una “figura straordinariamente significativa per la vita italiana, la vita pubblica, la politica del Paese”. Con il segretario di Stato, Tajani discute soprattutto di Ucraina, Tunisia e Nato. Blinken apprezza “il ruolo di leadership” dell’Italia per una soluzione delle crisi in Tunisia e in Libia. “Condividiamo le preoccupazioni dell’Italia e stimiamo molto il lavoro che è stato fatto anche dalla delegazione guidata dalla premier Giorgia Meloni”, che si è recata a Tunisi due volte nel giro di pochi giorni, ricorda. Ma “le decisioni che servono per avere i fondi dall’Fmi spettano a Tunisi”, precisa Blinken. “Vogliamo che la Tunisia si risollevi, però il governo deve decidere quale strada seguire”, aggiunge, confermando implicitamente una certa rigidità di posizioni su riforme e diritti.
Tajani da parte sua torna a proporre la strada italiana per una soluzione della crisi, un ruolo di garanzia come profondo conoscitore dell’area mediterranea e di mediazione per evitare un catastrofico default con risvolti drammatici anche in campo migratorio. “Vogliamo buone soluzioni, dobbiamo essere pragmatici, continuare a parlare con i tunisini con l’obiettivo di trovare un accordo con l’Ue, con l’Italia, con l’Fmi”, spiega il titolare della Farnesina. Quanto all’Ucraina, gli Usa confermano di apprezzare il sostegno senza condizioni dell’Italia a Kiev. “Ammiriamo la forte leadership di Giorgia Meloni, conferma Blinken. Washington spera che la controffensiva ucraina in corso possa costringere Putin a negoziare un accordo di pace. Intanto, gli Usa sperano di ottenere “un forte e robusto pacchetto di aiuti” a Kiev dal vertice della Nato di Vilnius, per “inviare un nuovo messaggio a Mosca”. Da parte sua, l’Italia continua a chiedere alla Cina di adoperarsi per la pace, senza fornire armi a un paese che “ha violato le leggi internazionali come la Russia”. Fino al raggiungimento di questo obiettivo, la Nato fornirà tutto il sostegno necessario all’Ucraina. Magari con l’ingresso di un nuovo membro, la Svezia. La sua adesione – ha ricordato Tajani – è “fortemente voluta” dall’Italia.
(di Corrado Accaputo)