Terraforma Festival 2023: tra musica, sostenibilità e architettura
Terraforma Festival 2023: tra musica, sostenibilità e architetturaMilano, 23 mag. (askanews) – Manca pochissimo a Terraforma, festival internazionale per la sperimentazione artistica e sostenibilità ambientale che ogni anno si tiene a Villa Arconati, storica villa situata nel Parco delle Groane nel comune di Castellazzo di Bollate alle porte di Milano. Il programma musicale di quest’anno fiorisce e diversifica ulteriormente l’usuale continuum di Terraforma, tra concerti dal vivo e DJ set estremamente selezionati dal panorama internazionale.
Da The Master Musicians of Jajouka, leggenda della tradizione trance Sufi dal Marocco fino ad arrivare ai campionamenti electro e hip hop di Hudson Mohawke. Non mancano altri artisti di culto come il maestro del Bhangra Kuljit Bhamra ospitato da Beatrice Dillon e Dennis Bovell, leggendario discografico reggae. Presenti anche tantissime novità della nuova scena musicale come Aho Ssan, Upsammy, Josey Rebelle e ASMARA e molti altri.
Uno dei palchi più significativi del festival è sicuramente il labirinto co-curato con Bottega Veneta in cui avranno luogo 3 performance speciali: Actress con un esclusivo AV show sul suo ultimo EP “Dummy Corporation”, Thomas Ankersmit che omaggia il suo Serge Modular, particolare sintetizzatore analogico al suo 50esimo anniversario, e la producer belga-congolese Nkisi, tra poliritmie, vibrazioni che attraversano il corpo e antiche tradizioni che performerà “Invisible Gesture”. Terraforma 2023 si riconnette alle origini, facendo community grazie a una dimensione umana, DIY, sostenibile e con accesso limitato.
Per questo motivo si ispira ad “Organic Music Societies”, esperimento sociale del leggendario polistrumentista americano Don Cherry e l’artista interdisciplinare Moki Cherry tra arte, musica, performance, natura, insegnamento, vita quotidiana, famiglia e spiritualità. Esposizioni, dibattiti e workshop si terranno nel The Dome, la cupola geodetica ricostruita con l’architetto originale Bengt Carling, questa volta con l’aiuto dello studio di architettura Salottobuono e Domus Academy, proprio come Don e Moki Cherry fecero per Utopias & Visions 1871-1981 al Moderna Museet di Stoccolma per imparare, condividere, vivere il presente e immaginare un futuro migliore.
Terraforma sceglie, da sempre, la sostenibilità come modus operandi. Uno degli obiettivi principali dell’organizzazione è il restauro del giardino storico di Villa Arconati. Dal 2016, Terraforma ha iniziato un programma di 3 anni in collaborazione con Borotalco, con l’obiettivo di ripristinare da zero un Labirinto storico del 18 º secolo. Il progetto, sviluppato da Fosbury Architecture, segue una serie di disegni antichi di Marc’ Antonio Dal Re. Il progetto è stato completato nel 2018 – il Labirinto presenta ora 500 esemplari di Carpinus Betulus che si mescolano con la flora locale. Inoltre, Terraforma si attiva a favore della salvaguardia del territorio attraverso la realizzazione di un ampio progetto di giardinaggio attraverso il recupero del terreno, la raccolta delle acque grigie e procedure di pulizia estese. Grazie all’impegno di una squadra di alpinisti, sono stati tagliati oltre 60 alberi centenari per garantire circa due ettari di foresta. Come sempre, il legame con l’architettura e l’arte installativa è elemento fondante del racconto di Terraforma.
Anche quest’anno il collettivo Anonima Luci arricchirà il festival con un’installazione unica. L’ingresso boscoso del festival si trasforma in una colorata passerella luminosa che guida gli spettatori verso l’area del palco principale. A metà del percorso una piazza illuminata si apre con una duplice funzione: segnalare nuovi percorsi e ricreare un luogo di incontro e interazione.