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Terremoti, esperti: tecnologia e prevenzione per evitare disastri

| Redazione StudioNews |

Terremoti, esperti: tecnologia e prevenzione per evitare disastriRoma, 8 feb. (askanews) – In caso di terremoti è possibile evitare disastri, intervendo sull’edilizia. E’ questo uno dei temi al centro di Earth Technology Expo, la manifestazione in programma a Firenze dal 15 al 18 novembre. L’evento sarà presentato il 21 febbraio nella Sala convegni della Protezione Civile a Roma, alla presenza tra gli altri di Fabrizio Curcio capo dipartimento della Protezione Civile e di Laura Lega capo dipartimento dei Vigili del Fuoco.
Dal Medioevo in Italia i terremoti hanno abbattuto oltre 4.800 centri abitati, nel solo Novecento, sono stati 7 i terremoti di magnitudo uguale o superiore a 6,5 della scala Richter, e dal 2000 abbiamo subìto i più forti terremoti a L’Aquila (2009), in Emilia (2012), nel Centro Italia (2016-17) con il loro carico di devastazioni totali, vittime e danni ingenti.
“Dalle fibre di vetro e di carbonio agli isolatori sismici e tutta l’innovazione del settore delle costruzioni – dichiara Mauro Grassi direttore di Earth Technology Expo – ci stiamo confrontando (esperti, aziende di alta tecnologia antisismica, autorità) al fine di portare conoscenza concreta su come mettere in sicurezza tanti edifici per garantire maggiore resistenza al terremoto. Nel contesto italiano non occorre abbattere edificati ma rigenerare e rafforzare la risposta alla sismicità della nostra penisola, che ogni anno fa registrare tra i 1700 e i 2500 sismi superiori a magnitudo 2.5. Le tecniche costruttive e i materiali innovativi sono oggi relegati alla nicchia, ma dovranno diffondersi, perché imprescindibili per evitare o ridurre catastrofi epocali come quelle che abbiamo vissuto. Puntiamo tutto sulla prevenzione”.
Oggi il 40% delle abitazioni è ubicato nelle fasce sismiche italiane a rischio più elevato 1 e 2. Tra 4 e 5 milioni di edifici e strutture pubbliche oggi non risultano a norma antisismica e sono a rischio di lesioni o di crolli parziali o perfino di collasso. Il Sud presenta il carico edilizio più a rischio su aree sismiche: di questo è a sud il 45% del costruito nazionale pre-1971; il 22% invece è al Centro, il resto al Nord. “Con queste premesse – spiega Erasmo D’Angelis Presidente della Fondazione Earth Water Agenda – è evidente che la nostra edilizia raggiunge l’intensità massima distruttiva non a magnitudo 7.0, ma a valori più bassi, come successo ad Ischia il 21 agosto 2017 con una magnitudo di 3.9, che provocò 2 morti, 42 feriti e case crollate come burro. Ma se in gran parte dell’Italia la sismicità fortunatamente non è elevata, resta però pur sempre pericolosa se confrontata alla qualità del costruito. Il nostro patrimonio edilizio, soprattutto nei centri storici, è particolarmente vulnerabile per vetustà e realizzazioni con materiali scadenti, tipologie di costruzione, e stato di manutenzione. Due terzi degli edifici è pre-1980, e in muratura. Servirebbero campagne di diagnostica degli edifici, cantieristica anche leggera con tecnologie non invasive per un programma di adeguamento sismico, a partire dagli edifici a maggior rischio e dagli impianti strategici”.