Terzo Settore: italiani sempre più generosi e digitali ma calano donatori
Terzo Settore: italiani sempre più generosi e digitali ma calano donatoriRoma, 28 set. (askanews) – Donatori abituali e donazione media in crescita, ma crollo verticale dei potenziali donatori: in quattro anni è raddoppiata la percentuale delle persone sensibili al Terzo Settore che ha scelto di non donare. È quanto emerge dalla ricerca “Donatori, donazioni e corporate social responsibility (nella società italiana) 2023”, realizzata dalla società Emotional Marketing in collaborazione con Atlantis Company, azienda specializzata nella consulenza e nella comunicazione nel settore nonprofit. L’analisi – condotta su un campione rappresentativo di 1000 persone di età compresa tra i 18 e i 70 anni – è stata presentata in occasione della nuova edizione di “Reinventing”, il tradizionale appuntamento annuale dedicato all’innovazione e allo sviluppo del fundraising, della comunicazione sociale e della Corporate Social Responsibility promosso da Atlantis Company. Dalla ricerca in particolare emerge che, rispetto alla precedente rilevazione del 2019, i donatori abituali (persone che hanno effettuato più di una donazione in un anno) sono passati dal 17% al 19% e che la donazione media è salita da 51 a 62 euro (+ 21%), ma anche che si è molto ristretto il bacino dei potenziali donatori (persone che non hanno mai donato, ma che dichiarano di essere interessate a farlo), che sono passati dal 32% del 2019 al 14% del 2023. Una parte degli “indecisi” in questi anni ha scelto di sostenere cause benefiche, determinando un aumento in termini assoluti di donatori, numero di donazione e cifre donate; ma una percentuale del campione decisamente più ampia ha definitivamente abbandonato l’idea di donare. In quattro anni, infatti, i non donatori sono passati dal 17% (2019) al 34% (2023). La ricerca analizza i criteri utilizzati dai donatori per scegliere le organizzazioni da sostenere: il fattore considerato prioritario è la trasparenza, seguito dall’efficienza e dalla capacità di ispirare fiducia. Per reperire informazioni in merito a questi argomenti, i potenziali donatori utilizzano vari strumenti parallelamente: il 50% degli intervistati ha dichiarato di utilizzare internet, ma rimangono importanti anche il passaparola (33% degli intervistati), il contatto diretto (31,6%), le informazioni diffuse attraverso pubblicità (20%), i social network (16,5%) e la stampa (16,5%). La scelta delle organizzazioni da sostenere è condizionata anche dal settore di intervento: gli enti più scelti per le donazioni sono quelli impegnati nella ricerca contro malattie gravi (64,8%), seguiti da quelli attivi nel contrasto alla povertà (45,8%) e nella tutela dell’ambiente (45,8%). Rispetto alla rilevazione del 2019 emerge una forte crescita delle donazioni a favore delle organizzazioni impegnate in aiuti medico-sanitari (dal 3% delle scelte, si è passati al 42,9%), ma anche delle donazioni indirizzate alla tutela dell’ambiente e all’assistenza ai poveri, che nel 2009 rappresentavano rispettivamente solo il 25% e 22% delle scelte.