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Tregua a Gaza, cosa si sa dell’accordo

| Redazione StudioNews |

Tregua a Gaza, cosa si sa dell’accordoRoma, 15 gen. (askanews) – Un accordo per un cessate il fuoco tra Hamas e Israele nella Striscia di Gaza e per la liberazione degli ostaggi israeliani ancora detenuti nell’enclave palestinese sembra raggiunto oggi dopo più di 15 mesi di guerra, secondo più fonti e con la conferma del presidente Usa eletto Donald Trump, che si è intestato la svola. L’accordo i cui dettagli saranno annunciati prossimamente a Doha, la capitale del Qatar, dove nelle ultime settimane si sono svolti intensi negoziati tra Israele e Hamas prevede tre fasi ed è incentrato sulla proposta avanzata in primavera dal presidente uscente americano Joe Biden.



La prima fase dell’accordo prevede un cessate il fuoco di 42 giorni e il rilascio dei primi 33 ostaggi – tra cui donne, bambini, anziani e feriti – seguito da successivi rilasci durante tale periodo. Alcune fonti hanno parlato di 34 ostaggi. Secondo un alto funzionario statunitense, che ha parlato in condizione di anonimato, tre ostaggi saranno rilasciati entro 48-72 ore dall’accordo, insieme a un numero ancora imprecisato di prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane e un altro aumento del flusso di aiuti umanitari a Gaza. Nella seconda fase dell’accordo, si prevede che il cessate il fuoco continuerà, mentre gli ostaggi rimanenti e i prigionieri palestinesi verranno rilasciati. Secondo ufficiali israeliani, si ritiene che 98 ostaggi siano ancora a Gaza, di cui 60 ancora in vita. Israele dovrebbe ordinare il rilascio di “diverse centinaia” di detenuti palestinesi – compresi dei condannati per l’omicidio di cittadini israeliani – il cui numero esatto dipende esattamente da quanti ostaggi sono ancora vivi (l’accordo riguarda anche la restituzione dei corpi degli ostaggi deceduti).Inoltre, le truppe israeliane inizierebbero il ritiro dai centri abitati pur mantenendo il controllo della frontiera fra la Striscia e l’Egitto, il cosiddetto “Corridoio Phladelphi”, e di una zona cuscinetto all’interno del territorio costiero lungo la frontiera con lo Stato ebraico.


Una terza fase prevede la creazione di una nuova struttura di governo e di sicurezza per Gaza e la massiccia ricostruzione dell’enclave, che è stata in gran parte distrutta dalle operazioni militari israeliane dall’inizio della guerra. L’accordo fa seguito ad un intenso periodo di incontri e appelli negli ultimi giorni, anche da parte del presidente Joe Biden ai leader di Israele e ai partner di mediazione Qatar ed Egitto. Anche Steve Witkoff, inviato speciale del presidente eletto Donald Trump in Medio Oriente, ha svolto un ruolo determinante, incontrando il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu durante il fine settimana per esprimere l’interesse di Trump a raggiungere un accordo prima del suo insediamento il 20 gennaio.