Ucraina, al Consiglio europeo si cerca un accordo sull’uso dei proventi dei beni russi congelati
Ucraina, al Consiglio europeo si cerca un accordo sull’uso dei proventi dei beni russi congelatiBruxelles, 21 mar. (askanews) – Il Consiglio europeo in corso a Bruxelles potrebbe trovare un compromesso sulla confisca dei proventi degli asset russi congelati, seguendo una strada indicata dall’Ungheria, a quanto hanno riferito fonti diplomatiche a margine del vertice.
La proposta, avanzata ieri dall’Alto Rappresentante per la Politica estera Ue, Josep Borrell, e dalla Commissione europea, prevede di confiscare il 97% degli utili netti (fino a 3 miliardi di euro) generati ogni anno dai beni della Banca Centrale Russa immobilizzati in Europa (pari a 210 miliardi di euro) dal febbraio 2022 come forma di sanzione per l’invasione dell’Ucraina. Secondo la proposta, il 90% delle somme confiscate verrebbe utilizzato per sostenere la difesa ucraina, versandolo allo “Strumento europeo per la pace” (“European Peace Facility” – Epf), il Fondo finanziato dagli Stati membri, e non dal bilancio Ue, che è stato ampiamente utilizzato finora per l’assistenza militare a Kiev. Su questo punto, a quanto hanno riferito le fonti, l’Ungheria non avrebbe intenzione di opporsi, visto che l’Epf non è uno strumento comunitario. Il restante 10%, secondo la proposta di Borrell e della Commissione, dovrebbe essere versato al bilancio comunitario, e precisamente allo “Strumento per l’Ucraina”, dotato di 50 miliardi di euro e dedicato al sostegno macroeconomico al bilancio di Kiev e alla ricostruzione di emergenza. Dal 2025, tuttavia, la quota dedicata al bilancio comunitario potrebbe aumentare (ci saranno delle revisioni annuali) e almeno una parte dei fondi verrebbe destinata anche allo “European Defence Industry Programme” (Edip), che comincerà a funzionare appunto l’anno prossimo, “per finanziare investimenti volti a rafforzare la capacità dell’industria della difesa in Ucraina”, come ha spiegato lo stesso Borrell.
E’ proprio quest’ultimo punto che vede l’opposizione dell’Ungheria. Budapest chiede che i fondi versati al bilancio comunitario siano poi impiegati per la ricostruzione dell’Ucraina, ma non per finanziare la sua capacità di difesa, o fornirle armi o altri dispositivi militari. Il compromesso che si delinea, e che potrebbe essere favorito da perplessità simili espresse a quanto pare anche da altri paesi, è dunque quello di assicurare che il 10% versato al bilancio comunitario dei proventi generati dagli asset russi congelati sia dedicato esclusivamente alla ricostruzione dell’Ucraina.
A quanto riferiscono fonti del Consiglio, poco dopo le 20 i leader dei Ventisette sono passati alla cena di lavoro, dopo che è stato proposta una nuova bozza delle conclusioni, precisando che non è stata ancora approvato alcun paragrafo delle conclusioni stesse.