Ucraina, Cirio a Leopoli riaccompagna 18 disabili ospitati in Piemonte
Ucraina, Cirio a Leopoli riaccompagna 18 disabili ospitati in PiemonteRoma, 24 lug. (askanews) – Una missione della Croce Rossa Italiana assieme al presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, riaccompagna a casa, in Ucraina, 18 persone fragili evacuate un anno fa da Leopoli che ora hanno espresso il desiderio di far ritorno in patria.
Per oltre un anno queste persone sono state ospitate in due strutture della Regione Piemonte: al Cottolengo e in una Residenza di Vico Canavese. La missione, d’intesa con il Console Onorario dell’Ucraina di Torino, è partita ieri dal capoluogo piemontese e ha raggiunto oggi la città di Leopoli, nell’Ucraina occidentale. Il convoglio è formato da 32 volontari tutti appartenenti ai Comitati del Piemonte in viaggio su nove mezzi: cinque pullmini, due vetture, due ambulanze e un furgone. Il convoglio è supportato, oltre che dalla Sala operativa nazionale e dallo staff dell’Area Emergenza, anche dallo staff della Cooperazione Internazionale della Croce Rossa in coordinamento con le Società Nazionali di Croce Rossa di Austria, Repubblica Ceca, e Polonia e con le autorità degli Stati di transito.
Cirio si è unito al convoglio della Croce Rossa a Rzeszow, in Polonia, e ha viaggiato con il gruppo verso Leopoli dove ha incontrato, nel pomeriggio, il sindaco Andrij Ivanovyc Sadovyj insieme al Presidente della Croce Rossa di Leopoli. “Ho voluto partecipare a questa missione per testimoniare ancora una volta la vicinanza del Piemonte alla popolazione ucraina. La nostra Regione è stata la prima ad attivarsi per ospitare le popolazioni che fuggivano dalla guerra e oggi ho voluto essere al fianco di chi ha deciso di tornare a casa per far capire loro che il Piemonte non li abbandona ed è in campo con la forza solidale per supportare la popolazione ucraina che continua a subire gli effetti della guerra e dei bombardamenti che purtroppo proseguono anche nelle ultime ore”, ha spiegato Cirio. “Ho portato l’abbraccio di tutto il Piemonte al sindaco di Leopoli in rappresentanza di tutta la sua comunità. Questa città conta 30 mila persone al fronte e 500 giovani hanno già perso la vita per il proprio Paese: abbiamo visitato un campo che è stato adibito a cimitero per i caduti in guerra, perché non c’è più spazio per le tombe. Leopoli è diventato un centro di cura in cui arrivano i soldati feriti in guerra: è una città che dimostra, nonostante le enormi difficoltà, il coraggio e la determinazione ad andare avanti e dove si lavora ogni giorno per salvare vite umane. Per questo siamo a disposizione per collaborare con le nostre competenze sanitarie, chirurgiche e ortopediche. Non solo, l’arrivo e l’ospitalità di tanti feriti rende necessaria un’opera di ripensamento della città nell’ottica della cura, della degenza e della riabilitazione dei feriti. Leopoli è una città di alto valore storico e, conta come Torino, numerosi edifici dichiarati patrimonio Unesco: dall’amministrazione comunale è infatti arrivata la richiesta di coinvolgere le nostre facoltà e gli studi di architettura per collaborare insieme a riprogettare la città, nel rispetto delle sue caratteristiche artistiche. Ho già chiesto al rettore del Politecnico Guido Saracco la disponibiltà a lavorare con noi per questo obiettivo”, ha aggiunto il governatore del Piemonte.
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