Uiv: in Italia 50 mln etichette vini già stampate, danno enorme
Uiv: in Italia 50 mln etichette vini già stampate, danno enormeRoma, 30 nov. (askanews) – Sono oltre 50 milioni le etichette di vini italiani già stampate secondo il modello inizialmente condiviso e poi sconfessato dalle linee guida della Commissione Ue. Lo afferma l’Unione italiana vini (Uiv), ribadendo come l’intempestivo intervento della Commissione, a 2 anni dalla stesura del Regolamento comunitario e ad appena 2 settimane dal varo della nuova etichettatura europea. sia un danno imprevisto e importante per il settore. Per questo Uiv chiede un’immediata sospensione in merito alla principale criticità contenuta nelle linee guida della Commissione, per rivederne il contenuto e garantire certezza giuridica alle imprese. Contestualmente, aggiunge Uiv, sarà necessario ottenere il consenso all’utilizzo di tutte le etichette stampate prima della pubblicazione delle linee guida e fino a esaurimento scorte.
Uiv rileva anche che le precisazioni fatte ieri dal portavoce Agricoltura della Commissione, Olof Gill, non soddisfano le imprese del vino e non risolvono il caos determinato dall’ultimo cavillo voluto dall’esecutivo europeo (la parola “ingredients” anziché l’acronimo “i” a fianco al QR code sulla lista degli ingredienti). Secondo Unione italiana vini (Uiv) e il Comitato europeo delle aziende vitivinicole (Comité Vins – CEEV), la nuova interpretazione fornita dall’istituzione si presta a diverse violazioni, a partire dal testo legislativo, poiché non spetta alla Commissione apportare nuove norme a livello di orientamento interpretativo. In aggiunta, si prospetta una violazione dei principi generali dell’Ue, come la certezza del diritto e la proporzionalità: è infatti giurisprudenza consolidata che gli enti non possano adottare nuovi obblighi senza un termine ragionevole per attuarli.
C’è poi, secondo le due organizzazioni, una violazione delle norme procedurali: “imporre una diversa interpretazione del Regolamento a pochi giorni dall’adozione della norma lede infatti il principio comunitario inserito nel programma di lavoro della Commissione che ha come obiettivo la riduzione degli oneri amministrativi inutili. Con buona pace di milioni di etichette già state stampate, in buona fede e nel rispetto della Legislazione, destinate al macero. Atteggiamento questo contrario anche alle politiche sulla tutela dell’ambiente”.