Milano, 23 mar. (askanews) – Nel 2022 l’Italia si è confermata primo produttore al mondo di pasta con 3,5 milioni di tonnellate, davanti a Usa e Turchia. Di queste il 61% è destinato all’estero. Infatti sono salite a quasi 2,4 milioni le tonnellate che hanno varcato i confini nazionali, con una crescita del 5,2% sul 2021. Parliamo di 3,7 miliardi di euro a valore, un +31% sul 2021 che riflette i rincari legati alle materie prime e all’energia. E’ quanto emerge da un’elaborazione di Unione italiana Food su dati Istat.
L’export nei Pesi Ue occupa il 65,2% del totale mentre il restante 37,8% riguarda i Paesi non Ue, America, Asia, Africa, Oceania. In valori assoluti, Germania (440.044 tonnellate), Regno Unito (296.578 tonnellate), Francia (267.685 tonnellate), USA (259.470) e Giappone (67.126) sono i mercati più strategici per l’export di pasta italiana. Ma la voglia di spaghetti&co prodotti nel Belpaese registra crescite intorno o superiori al 20% in Canada, Polonia, Malta, Libia e Kenya, superiori al 50% verso Arabia Saudita e Tunisia, e addirittura superiori al 100% per Repubblica di Moldavia, Indonesia, Iraq, Costa d’Avorio e Birmania. Discorso a parte per la Russia, Paese importatore che a seguito del conflitto ha visto contrarsi le quantità del 41,4% dalle 20.955 tonnellate del 2021 alle 12.287 dello scorso anno. A valore si tratta di una contrazione che sfiora il 28% dai 26,3 milioni del 2021 ai 19 del 2022.
In vent’anni sono quasi raddoppiati (54 oggi contro i 30 di allora) i Paesi dove si consuma più di un chilo di pasta pro capite di pasta all’anno. In questa classifica però l’Italia è ben avanti: noi consumiamo una media di 23 chilogrammi di pasta l’anno a testa, contro i 17 della Tunisia, che ci rincorre. Seguono Venezuela (15 kg), Grecia (12,2 kg), Perù (9,9 kg) Cile (9,6 kg), Stati Uniti (8,8 kg), Turchia (8,7 kg), Iran (8,5 kg), Francia (8,3 kg) e Germania (7,9 kg). “Oggi oltre il 60% dei pacchi di pasta prodotti in Italia viene esportato, contro il 48% nel 2000 e il 5% nel 1955 – afferma Riccardo Felicetti, presidente dei Pastai italiani di Unione italiana food – Se la pasta italiana gode all’estero di tanto successo e ha un percepito estremamente positivo è merito del saper fare centenario dei pastai italiani. Protagonista di infinite ricette antispreco e del giorno dopo, la pasta si conferma un alimento sostenibile, versatile, nutrizionalmente bilanciato e accessibile”.