Università, studio: affitti alle stelle, fino a 630 euro a stanza
Università, studio: affitti alle stelle, fino a 630 euro a stanzaRoma, 5 dic. (askanews) – Tempi duri per gli studenti fuori sede e per le loro famiglie: i prezzi medi degli affitti nelle principali città sede di ateneo sono in continua salita, nonostante le proteste degli universitari rimaste di fatto inascoltate. Per una stanza singola si arriva a pagare anche 630 euro. Il canone medio, aumentato del 23% in un anno, è di 372 euro. Per una camera doppia l’affitto medio è di 283 euro: in questo ultimo caso l’aumento, rispetto al 2023, si assesta al 26%. È aumentata la domanda – del circa 30% in un anno – è lievemente diminuita l’offerta – del 10%, si spende molto di più di quanto si fosse preventivato, ma soprattutto scegliere piccole città universitarie o andare a vivere in zone periferiche dei grandi centri fa risparmiare fino al 40% in meno rispetto alle grandi città universitarie. Questa è la fotografia scattata dal centro studi di SoloAffitti in collaborazione con la FIAIP – Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali – presentata questa mattina alla Camera.
Gli studenti, in Italia, sono 1.960.821,00 considerando l’anno accademico 2023/2024 di cui 1.112.174,00 donne, quindi il 57% del totale. Le università nel nostro paese sono 110 e le province con atenei sono 54. Gli universitari fuorisede – secondo i dati del Ministero – sono 446.600, in crescita rispetto al 2023 del 14%. Va precisato che il dato fornito dal MUR non fotografa appieno la dimensione del fenomeno perché non tiene conto degli studenti che, pur risiedendo nella stessa regione nella quale ha sede l’Università, cercano casa in affitto perché abitano comunque in una città distante dal luogo di studio. Non esistono fonti ufficiali sul numero di universitari che prendono casa in affitto per motivi di studio, ma possiamo stimare che questo arrivi ad almeno 650.000 studenti. Nel corso della conferenza, oltre alla presentazione dell’indagine dalla quale è emersa la necessità – si legge in una nota – di rafforzare le infrastrutture per facilitare la mobilità fuori sede e l’opportunità di valorizzare dipartimenti distaccati e atenei universitari ubicati in centri urbani più vivibili e sicuri, in virtù della crescente disponibilità degli studenti in questa direzione, sono state presentate due proposte a livello normativo orientate ad introdurre una fiscalità di vantaggio sia per i proprietari che per gli studenti al fine di favorire l’aumento dell’offerta abitativa e nel contempo rendere più sostenibile il pagamento dell’affitto. A Roma l’affitto medio di una singola è di 600 euro al mese. La Capitale ha registrato un +34% rispetto al 2023. 500 il canone medio a Bologna (+5%) e a Firenze (+15%), 433 il canone medio di Torino (+31%) e 400 quello di Napoli (+15%). Va meglio nelle città universitarie di provincia, dove il canone medio per una camera singola scende a valori compresi fra i 200 e i 350 euro.
“L’assenza di case per studenti, soprattutto nelle grandi città universitarie, è un problema reale che alimenta l’aumento dei canoni di locazione – dichiara il Presidente Nazionale Fiaip Gian Battista Baccarini. È per questo che abbiamo posto all’attenzione del legislatore due proposte orientate ad introdurre concreti benefici fiscali finalizzati da una parte ad aumentare l’offerta abitativa sul mercato, dall’altra a rendere più sostenibile il pagamento dell’affitto agevolando gli studenti sia nell’accesso alla casa che, indirettamente, nel diritto allo studio in particolare per le famiglie economicamente più deboli”. “Accolgo con favore le proposte attenzionate con l’impegno di vagliarle e valutarne concretamente la presentazione nel primo provvedimento normativo utile – commenta l’onorevole Alice Buonguerrieri – ora, come emerso dall’indagine dell’Università di Ferrara, dobbiamo operare sinergicamente con le Regioni e i Comuni per rafforzare le infrastrutture facilitando la mobilità fuori sede oltre a valorizzare i dipartimenti distaccati e gli atenei universitari meno noti ma altrettanto validi e inseriti in contesti urbani con una qualità e sicurezza di vita spesso superiori. Questo Governo ha già dimostrato di avere a cuore tale delicata questione avendo canalizzato 1,2 miliardi delle risorse provenienti dal PNRR per realizzare 60mila nuovi posti letto per studenti entro il 30 giugno 2026. Inoltre – conclude – è stato recentemente approvato in Consiglio dei Ministri una norma che prevede procedure semplificate per trasformare i beni sequestrati alla mafia in alloggi per studenti universitari; luoghi segnati dalla criminalità diventeranno spazi dove costruire il futuro a dimostrazione del concreto impegno nel fornire risposte costanti alle esigenze degli studenti”.