Unrae: Italia ultima in Ue per auto alla spina, approvare incentivi
Unrae: Italia ultima in Ue per auto alla spina, approvare incentiviMilano, 21 mar. (askanews) – Sulla scia dei dati positivi di gennaio, anche a febbraio il mercato dell’auto in Europa conferma la crescita e segna +10,2% a quota 995.059 auto. Nei primi due mesi del 2024 l’incremento è +10,9% con 2.012.136 unità.
Fra i cinque maggiori mercati, spiega l’Unrae, nel mese la performance migliore è del Regno Unito (+14%), seguito da Francia (+13%), Italia (+12,8%), Spagna (+9,9%), chiude la Germania con +5,4%. Considerando i dati del primo bimestre, la situazione si ribalta a favore della Germania (+11,8%), seguita da Italia (+11,7%), Francia (+11,2%), Regno Unito (+10,3%) e Spagna (+8,7%). Per volume totale l’Italia è al secondo posto sia a febbraio che nel bimestre. Il nostro Paese resta invece ancora all’ultimo posto per quota di auto “con la spina” (Ecv). Nonostante un leggero recupero al 6,5% (3,4% Bev e 3,1% Phev), anche in febbraio è evidente l’ampio divario con gli altri major markets: Germania 19,3%, Francia: 26,3%, Regno Unito 24,9%, Spagna 11,5%.
Nel totale del mercato europeo, in febbraio le ECV toccano quota 20,5% (Bev 13,2% e Phev 7,3%), in linea con febbraio 2023. Anche nel bimestre l’Italia si conferma maglia nera nella corsa delle Ecv, con quota 5,7% (Bev al 2,7% e Phev al 3%). Nel totale del mercato europeo, in gennaio-febbraio le Ecv coprono il 20,1% di share: Bev al 12,5% (+0,8 p.p.) e Phev al 7,6% (+0,5 p.p.). Il dg dell’Unrae Andrea Cardinali ribadisce “l’urgenza che venga finalmente emanato il Dpcm per rendere operativo il nuovo schema incentivi, la cui attesa sta generando una paralisi del mercato Bev e Phev”. “Intanto – aggiunge – auspichiamo una revisione della soglia di prezzo massimo per le autovetture con emissioni fino a 20 g/Km di CO2 che di fatto esclude gran parte dei modelli disponibili sul mercato”.
Fondamentale secondo Unrae anche “intervenire sul regime fiscale delle auto aziendali in uso promiscuo, che penalizza le imprese italiane nel confronto con altri Paesi europei. Auspichiamo – conclude Cardinali – che tale revisione venga realizzata attraverso i decreti attuativi della Delega Fiscale”.