Upb: debito Italia resta il secondo più elevato dell’area euro
Upb: debito Italia resta il secondo più elevato dell’area euroRoma, 19 gen. (askanews) – Per il 2024 l’Italia prevede un debito pubblico in rapporto al Pil sostanzialmente stabile rispetto al 2023, rimanendo il secondo più elevato (140,1 per cento) dopo la Grecia (152,2 per cento), mentre l’Estonia continua a prevedere il debito pubblico in rapporto al Pil più basso (20,9 per cento). Lo ha comunicato l’Ufficio parlamentare di bilancio che ha pubblicato un Focus che analizza i quadri macroeconomici e di finanza pubblica presentati dai 20 paesi dell’area dell’euro nei Documenti programmatici di bilancio (Dpb) 2024.
Il rapporto tra il debito e il Pil dell’Italia per il 2023 è inferiore a quanto pubblicato nel Def lo scorso aprile grazie alla revisione al rialzo della stima del livello del Pil nominale per il 2021 e il 2022, recentemente effettuata dall’Istat, che si trascina anche negli anni successivi. Nel 2024, il rapporto tra debito e Pil dell’Italia si riduce solo marginalmente di 0,1 punti percentuali di Pil rispetto alla stima del 2023. In relazione al rapporto tra il debito e il Pil, dai Dpb dei paesi dell’area dell’euro il livello medio è pari al 90,7 per cento nel 2023 e in leggera diminuzione al 90,1 per cento nel 2024. Dodici paesi registrano un rapporto superiore al 60 per cento e sei paesi sono su livelli maggiori del 100 per cento.
Per quanto riguarda il disavanzo nominale in rapporto al Pil stimato nei Dpb, nel 2023 è prevista una media complessiva al 3,4 per cento, mentre nel 2024 la media scende al 2,9 per cento. Quanto al primario (entrate meno spese al netto degli interessi sul debito), secondo i DPB nel 2023 è previsto in media un disavanzo pari in media all’1,7 per cento del PIL, che scende nel 2024 all’1,1 per cento. Secondo i DPB, in nove paesi (tra cui l’Italia) il disavanzo si dovrebbe attestare su livelli superiori al 3 per cento del PIL, mentre tre paesi prevedono un avanzo di bilancio. Il DPB della Slovacchia presenta il disavanzo in rapporto al PIL maggiore (6,3 per cento nel 2023, quest’anno al 6,5 per cento), mentre quello di Cipro prevede l’avanzo di bilancio in rapporto al PIL più elevato (2,5 per cento nel 2023, 2,8 nel 2024). Tra le economie principali dell’area dell’euro (Germania, Francia, Italia e Spagna), gli obiettivi sul disavanzo nominale di bilancio precedentemente programmati nei rispettivi PS sono stati confermati in Francia e rivisti, rispettivamente, in senso peggiorativo in Italia e in senso migliorativo in Germania.
In Germania, il deficit in rapporto al PIL previsto dal DPB per il 2023 migliora significativamente rispetto all’ultima stima del PS di aprile, passando da circa il 4,3 per cento a circa il 2,5 per cento del PIL mentre per il 2024 è previsto un lieve peggioramento rispetto alle precedenti stime. Tuttavia, le nuove misure a sostegno delle imprese contro il caro energia annunciate dal Governo mettono a rischio tali obiettivi, mentre la recente sentenza della Corte costituzionale tedesca sul meccanismo di freno al debito previsto dalle regole numeriche di bilancio tedesche potrebbe richiedere l’adozione di ulteriori interventi di consolidamento da parte del Governo per il 2024 e per gli anni seguenti. Tra le principali economie dell’area dell’euro solo il Dpb dell’Italia prevede per il 2023 e il 2024 un peggioramento del disavanzo primario rispetto a quanto programmato nel Ps e prospetta un disavanzo superiore alla media e secondo solo a quello della Slovacchia. Le stime del Governo italiano rivedono gli obiettivi di indebitamento netto al 5,3 per cento del PIL nel 2023, in peggioramento di 0,8 punti percentuali rispetto al dato del PS, e al 4,3 per cento del Pil nel 2024, 0,6 punti in più rispetto agli obiettivi precedenti.
Il Dpb della Francia prevede che il disavanzo primario per il 2023 e il 2024 resti sostanzialmente invariato rispetto agli obiettivi del Ps. Anche in Spagna le proiezioni del saldo di bilancio in rapporto al Pil non si discostano dagli obiettivi del Ps della scorsa primavera poiché il Dpb, presentato dal governo uscente, si basa sull’ipotesi di politiche invariate.