Roma, 5 apr. (askanews) – Cambia la mappa di Roma: dalle 155 zone urbanistiche individuate nel 1977 ai 288 quartieri e 22 rioni, 310 aree di cui 115 fuori dal Gra, intorno alle quali si articoleranno gli interventi della strategia della Giunta Gualtieri per la città dei 15 minuti. Questa nuova geografia della città è il risultato di un lavoro di ricognizione promosso dall’Assessorato al Decentramento e alla Città dei 15 minuti, sotto la responsabilità dell’assessore Andrea Catarci, in collaborazione con tutti i Municipi. La ricerca è stata presentata oggi pomeriggio a Roma nel corso della II edizione della conferenza “Roma a portata di mano: la città dei 15 minuti”, alla presenza del sindaco Roberto Gualtieri.
Una sessione di lavoro tra amministratori, esperti, università e realtà sociali per approfondire la conoscenza della città per orientare efficacemente politiche di trasformazione urbana basate sul concetto di prossimità dei servizi da rendere disponibili nelle vicinanze delle abitazioni, per tutti. All’iniziativa hanno preso parte, tra gli altri, la presidente dell’Assemblea Capitolina Svetlana Celli, l’assessore all’Urbanistica Maurizio Veloccia, il delegato del sindaco Gualtieri al progetto Fori Walter Tocci, il responsabile dell’Ufficio Clima Zanchini e il direttore della Direzione Decentramento, docente di Economia dell’Università Roma 3 Salvatore Monni. “Quella dei 15 minuti, che molti nella città utilizzano come battuta, non è una politica della viabilità ma un processo di trasformazione cui crediamo e stiamo lavorando con grande energia”, ha spiegato il sindaco di Roma Roberto Gualtieri.
“Le zone urbanistiche sono state definite nel 1977 con una delibera – ha ricordato Gualtieri -, sotto la quale troviamo firme curiose come quella dell’allora consigliere Walter Veltroni. Dovremo anche noi arrivare a uno strumento amministrativo per definire gli oltre 300 quartieri e rioni odierni – ha sottolineato Gualtieri – cosa che ci richiederà qualche altro passaggio, ma che sarà fondamentale per finalizzare gli interventi per trasformare Roma sulla scala dei 15 minuti”. “Roma è cambiata completamente rispetto a quella che, sindaco Argan, venne fotografata con la delibera 2982/1977 – ha spiegato l’assessore Catarci -, è tempo che se ne prenda atto e che gli studi e le statistiche, a partire da quelle ufficiali dell’Istat, puntino a leggere gli agglomerati urbani in cui si svolge la vita quotidiana e che in gran numero, 115 su 310, sono situati oltre il Grande Raccordo Anulare”.
“L’obiettivo alla base del modello dei 15 minuti – ha sottolineato Catarci – è la ricucitura di una città frantumata da disuguaglianze socioeconomiche e spaziali che negli ultimi decenni hanno portato alla migrazione interna della popolazione verso il GRA – circa 500 mila residenti nell’anello ferroviario, 1 milione e mezzo tra anello e Gra, 800 mila oltre GRA -, a quella esterna verso i Comuni di un’area metropolitana arrivata a 4,3 milioni”. La città dei 15 minuti, ha aggiunto Catarci “è un modello della prossimità, dell’inclusione, del decentramento, della partecipazione, della contemporaneità che a Roma abbiamo voluto basare su una strategia ambiziosa, agendo da vari livelli – Campidoglio, Municipi, sociale – attraverso interventi locali, programmazione e confronto internazionale, analisi e progetti sperimentali” ha concluso Catarci.