Vertice Ue, scontro tra i 27 su revisione bilancio pluriennale
Vertice Ue, scontro tra i 27 su revisione bilancio pluriennaleBruxelles, 26 ott. (askanews) – Appare anche più difficile del previsto la discussione in corso tra i capi di Stato e di governo, al Consiglio europeo di Bruxelles, sulla revisione di mezzo percorso del bilancio pluriennale dell’Ue per il periodo 2021-2027.
A fronte di una proposta del giugno scorso della Commissione europea che individua in 66 miliardi di euro i fondi supplementari necessari per far fronte alle nuove esigenze, che non potevano essere previste quando il bilancio pluriennale fu approvato, e che prospetta in aggiunta prestiti all’Ucraina per 33 miliardi, il fronte dei paesi “frugali”, guidato da Germania, Olanda e paesi nordici appare disposto ad accettare di contribuire solo al sostegno all’Ucraina, fino a 50 miliardi di euro a fondo perduto, considerando che comunque è meglio evitare di fornire prestiti a un paese in guerra che difficilmente potrà restituirli. Per il resto, i “frugali” sostengono che i soldi dovranno essere reperiti con una “spending review” dell’attuale bilancio comunitario, che individui sprechi e finanziamenti inutili e risparmi possibili.
Secondo uno studio presentato dalla Danimarca, quest’esercizio potrebbe arrivare a reperire fino a 16 miliardi di euro, meno dei 19 miliardi che la Commissione indica come spesa supplementare necessaria nei prossimi anni a causa dell’aumento dei tassi d’interesse che pesano sul debito per finanziare il “NextGenerationEU. Inoltre, l’Esecutivo comunitario considera necessario aggiungere in bilancio 15 miliardi per immigrazione e partenariati nella politica di vicinato, 10 miliardi per la difesa e per il sostegno all’innovazione e all’industria nella transizione energetica e digitale, 2 miliardi per l’aumento della spesa amministrativa e 3 miliardi per gli “strumenti di flessibilità” per eventi imprevisti, oltre a 17 miliardi di aiuti per l’Ucraina.
I paesi “frugali”, sostengono poi che non è neanche necessario risolvere tutte queste questioni prima della fine dell’anno, come chiedono la Commissione e gli altri paesi, perché solo i 50 miliardi per l’Ucraina sono davvero urgenti, mentre per il resto c’è comunque il bilancio già approvato che continua a funzionare. La logica dei “frugali” è stata espressa bene, a quanto riferiscono fonti diplomatiche, dal cancelliere tedesco Olaf Scholz: se a casa mia io taglio il bilancio per far fronte alle difficoltà, mi è poi difficile spiegare alla mia opinione pubblica perché l’Ue non fa la stessa cosa, e noi dobbiamo fornire finanziamenti supplementari, ha spiegato in sostanza il cancelliere.
Lo scontro dei paesi del Nord Europa, contributori netti al bilancio, con la Commissione e con i paesi del Sud Europa, che son per lo più beneficiari netti, appare quindi inevitabile.