Roma, 4 apr. (askanews) – A Vinitaly i vini del Lazio si dimostrano “vulcanici” in ogni senso. Sono loro, soprattutto, ad attrarre i buyers stranieri nel grande padiglione del Lazio e di Arsial, lunedì 3 aprile, nella seconda giornata della fiera di Verona dedicata ai prestigiosi vini italiani. Una giornata terminata con la visita del ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida.
Accompagnato dall’assessore all’agricoltura della Regione Lazio, Giancarlo Righini, e dal Commissario straordinario di Arsial, Andrea Napoletano, il ministro si è fermato, stand per stand, a salutare i produttori. E ha ribadito l’importanza del “brand Roma” che, grazie all’abbinamento con il nome della città eterna e dei suoi monumenti, può diventare un attrattore straordinario di turisti e creare nuove opportunità commerciali: “Implementeremo il lavoro messo in campo nel passato, una base di partenza per un punto di arrivo molto elevato”, ha dichiarato Lollobrigida. Dai vitigni autoctoni ai vini di grande qualità: cresce l’interesse da parte dei consumatori stranieri per i vini laziali, come ha confermato l’apprezzamento delle delegazioni di Brasile, Portogallo, UK, Canada ed Europa occidentale, che hanno degustato i vini del territorio. In particolare, i vini vulcanici, un tesoro enologico dal grande potenziale evolutivo.
Il Lazio vitivinicolo, infatti, insiste in buona parte su aree vulcaniche che, per la composizione mineraria dei suoli e la buona capacità di trattenere l’acqua, regalano al vino grande complessità aromatica, elevata acidità e una mineralità intensa, uniti ad eleganza. Proprio la vulcanicità dei vini, unita alle caratteristiche particolari dei territori, rappresenta un elemento di valorizzazione molto importante, in grado di unire la tradizione della storia millenaria dell’enologia laziale al futuro.