Vino, 9 aziende annunciano l’uscita dal Consorzio Oltrepò Pavese
Vino, 9 aziende annunciano l’uscita dal Consorzio Oltrepò PaveseMilano, 30 dic. (askanews) – A due giorni dalla fine del 2024 e in attesa della convocazione dell’assemblea per cambiare lo statuto attesa per gennaio 2025, nove aziende hanno annunciato le loro dimissioni dal Consorzio Oltrepò Pavese. In una nota spiegano che si tratta di imprese “appartenenti a tutte le categorie della filiera (viticoltori, vinificatori e imbottigliatori) e che rappresentano oltre il 27% dei voti in assemblea”.
“E’ stata una decisione sofferta ma non più prorogabile” dovuta a “mancate attuazioni di delibere assembleari ad oggi completamente affossate, che fanno presumere la volontà di non applicare la fascetta ministeriale sulle Igt e la decisione di non procedere con il Disciplinare della Docg per il cambio del nome della nostra Denominazione” precisano, sostenendo che “da mesi è stata azzerata la promozione su prodotti ritenuti ‘minori’ ma che in realtà sono quelli su cui oggi vive l’intero territorio senza minimamente preoccuparsi di uno dei caposaldi dei ‘Consorzi’ che prevede proporzionalità tra contributi versati e promozione delle singole Denominazioni”. “Non ci sentiamo più rappresentati da un Consorzio che sta inoltre cercando in tutti i modi di modificare lo Statuto che è stato da poco approvato da tutta la filiera – prosegue il comunicato – dopo un ampio confronto con Regione, con le associazioni di categoria e con i Tavoli delle Denominazioni, con lo scopo di accentrare i poteri decisionali al Cda a discapito dei soci (grandi e piccoli) e dell’intero territorio dell’Oltrepò Pavese”. Alla dura presa di posizione dei fuoriusciti, fa da contraltare una serafica risposta del Consorzio che “ritiene opportuno chiarire che queste dinamiche non incidono sulla solidità e la coesione del nostro progetto: alle 9 aziende che hanno presentato domanda di recesso hanno corrisposto altrettante richieste di adesione, mantenendo stabile il numero di associati, che oggi raggiunge il livello più alto degli ultimi anni”. La replica entra poi nel merito delle questioni sollevate, spiegando che “tali speculazioni risultano ancor più inopportune e fuori luogo, considerato che il territorio è finalmente unito attorno ad un progetto di rinascita, condiviso da chi opera con reale interesse per il benessere collettivo”.
Sul tema degli eventuali effetti sui requisiti di operatività “erga omnes”, il Consorzio presieduto da Francesca Seralvo e diretto da Riccardo Binda non si scompone ricordando che “ogni valutazione sarà effettuata, come sempre, in conformità alle richieste del Masaf alla fine dell’attuale incarico, previsto per giugno 2025″. Al momento il rischio più concreto per l’ente consortile potrebbe riguardare la perdita dell’”erga omnes” per la Denominazione Bonarda. “Il progetto di rilancio del territorio, fondato su qualità, valore, trasparenza ed etica di filiera, non sarà in alcun modo condizionato da questi eventi” ribadisce il Consorzio, rimarcando che “al contrario, le uscite hanno ulteriormente rafforzato la coesione tra le aziende che credono in un modello di filiera integrata e sostenibile, realmente impegnate a riportare l’Oltrepò Pavese al posto che merita”. Poi una prevedibile stoccata finale: “Il Consorzio, il territorio e il Cda restano compatti nella promozione di una strategia unitaria, capace di superare le dissonanze che in passato hanno penalizzato il nostro potenziale. Questo momento segna una discontinuità netta e rappresenta l’inizio di una nuova fase per il territorio”.