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Vino, Alessandra Tessari (Suavia): soddisfatta per l’annata 2023

Vino, Alessandra Tessari (Suavia): soddisfatta per l’annata 2023Milano, 31 ott. (askanews) – “La 2023 è stata un’annata difficile da gestire ma nel complesso possiamo ritenerci soddisfatte del risultato ottenuto. Le uve sono risultate sane grazie all’intervento tempestivo che ha permesso di controllare la situazione fitosanitaria, e gli assaggi hanno rivelato un prodotto buono, in alcuni casi con una certa complessità. Alcune uve particolarmente provate dal freddo e dalle piogge, hanno beneficiato del caldo dell’ultimo periodo sviluppando la botrite, muffa nobile che ha aggiunto complessità aromatica al quadro d’insieme. Quindi gli aspetti negativi si sono trasformati in opportunità dal punto di vista enologico”. Lo ha spiegato spiega Alessandra Tessari, che con le sorelle Meri e Valentina guida la Cantina Suavia di Fittà, nel Veronese.

“Fine giugno e luglio sono stati mesi decisamente anomali, freschi e piovosi, con un meteo instabile che ha portato alla proliferazione di oidio e peronospora e, di conseguenza, è stato necessario mettere in atto molti trattamenti per riuscire ad ottenere il meglio sotto il profilo fitosanitario” ha proseguito Alessandra Tessari, sottolineando che “la situazione si è stabilizzata con il clima caldo di agosto e di settembre, che hanno permesso di recuperare la fase di maturazione rallentata a luglio, un vero toccasana”. Suavia si trova a poco meno di 300 metri sul livello del mare, nel punto più alto della zona Classica della denominazione del Soave, e questo ha giocato un ruolo importante in una situazione sfidante come quella dell’annata 2023. “Essere in collina ha sicuramente i suoi vantaggi: la ventilazione e i terreni drenanti hanno difeso dai funghi patogeni che hanno invece interessato aree circostanti” ha continuato, evidenziando che “e questo ci ha permesso di non aver avuto differenze produttive rispetto alle altre annate”. Quest’ultima annata rappresenta per Suavia anche il coronamento del progetto che vede protagonista la linea “I luoghi”: tre cru nati da tre Unità geografiche aggiuntive (Uga) rappresentative del terroir del Soave Classico.

I venti ettari di vigneti di proprietà della famiglia fin dal 1887, comprendono esclusivamente uve autoctone a bacca bianca, Garganega e Trebbiano di Soave. Nel 1982 Giovanni Tessari e la moglie Rosetta, genitori delle tre sorelle, decidono di smettere di conferire le uve alla Cantina sociale, per vinificarle in proprio, puntando sulla produzione di vini di qualità, produzione che oggi si aggira intorno alle 200mila bottiglie annue.