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Vino, “Amarone Opera Prima” si è chiuso con numeri da record

Vino, “Amarone Opera Prima” si è chiuso con numeri da recordVerona, 3 feb. (askanews) – Si è chiusa con numeri da record “Amarone Opera Prima”: 78 aziende della Denominazione ai banchi di degustazione, oltre 400 operatori del settore, 1.500 winelover e 106 giornalisti da 26 Paesi. In questa che è stata l’edizione del centenario del Consorzio Vini Valpolicella è stato presentato il millesimo 2020 dell’Amarone che, nonostante la difficilissima annata è stato ben accolto dalla critica ma sopratutto dal pubblico e dal mercato, dato che, ha annunciato il presidente del Consorzio, Christian Marchesini, “il 70% è già stata venduto”.



“Il successo di questa edizione, la più partecipata di sempre, conferma la centralità della Valpolicella nel panorama vitivinicolo internazionale e, al contempo il ruolo del Consorzio costantemente impegnato nella gestione, promozione e tutela dei vini del territorio” ha proseguito Marchesini, spiegando che “in uno scenario complesso e ricco di sfide come quello attuale, la crescita delle aziende nel Consorzio e all’evento è un segnale di un nuovo capitolo per la Valpolicella che guarda coesa al futuro”. Tra le iniziative principali di questa edizione record, le masterclass dedicate al posizionamento del fine wine nella ristorazione internazionale e alle decadi di storia della denominazione, e lo splendido (e applauditissimo) spettacolo dedicato al vino, e al suo valore in Veneto e in particolare nel Veronese di Andrea Pennacchi. Mentre il focus dell’Osservatorio del vino Uiv ha disegnato i futuri percorsi da intraprendere per proseguire con una efficace promozione del vino insieme con il territorio di cui è icona, gli assaggi hanno ribadito la riflessione in corso su questo rosso, tra molte, interessanti, spinte innovative e qualche ostentata conferma della “ricetta” creata nella metà degli anni Ottanta. L’esigenza di un cambiamento verso un vino più moderno e gastronomico, che il vicepresidente del Consorzio, Andrea Lonardi, aveva sottolineanto pubblicamente durante l’edizione dell’anno scorso, è oramai stata introiettata dalla maggior parte dei produttori, insieme con la consapevolezza che se l’Amarone è il top di gamma, un ruolo importante nel segmentare l’offerta possono giocarlo anche il Valpolicella e il Valpolicella Superiore (un meno il Ripasso), sempre stando attenti ad evitare pericolose sovrapposizioni: quindi senza snaturare e svuotare di senso il primo e pensando ad alleggerire e rendere più territoriali gli altri due. Più complesso il tema della riduzione dei volumi dell’Amarone introdotto quest’anno da Lonardi, passaggio epocale che prevede la contestuale crescita a valore, la scelta quasi esclusiva del canale horeca e la progressiva “scomparsa” dalla Gdo, in direzione finezza, eleganza ed esclusività, e posizionamento “fine wine”.


Infine, il governatore Luca Zaia ha definito l’Amarone “il brand ambassador del Veneto nel mondo”, mentre il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, in un videomessaggio, si è congratulato con i produttori per essere riusciti ad essere nelle liste dei vini dei migliori ristoranti del mondo, ribadendo il sostegno delle istituzioni alla candidatura Unesco della tecnica di appassimento delle uve della Valpolicella.