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Vino, Camilli (Ais): strategico puntare su un linguaggio nuovo
Vino, Camilli (Ais): strategico puntare su un linguaggio nuovoMilano, 28 feb. (askanews) – “Bisogna evitare la deriva dell’autoreferenzialità e occorre investire nell’ascolto degli altri. L’umiltà di Giampaolo Gravina, il filosofo e divulgatore che per una vita ha parlato di vino con un linguaggio nuovo, recentemente scomparso, è una grande lezione da seguire”. Lo ha detto il presidente nazionale dell’Associazione italiana sommelier (Ais), Sandro Camilli, in occasione dell’incontro “Il linguaggio del vino, dalla formazione ai social” promosso da Ais a Napoli e moderato da Luciano Pignataro.
“Il nostro linguaggio – ha aggiunto il presidente Ais Campania, Tommaso Luongo – deve avere coerenza, deve investire nel collegamento con il territorio, comunicando correttamente il mondo del vino”. “Il mio obiettivo è fare amare il vino alle persone: da tempo, infatti, il mio claim è ‘dall’esperienza del gusto al gusto dell’esperienza’, perché penso occorra sentire il vino come un ‘tutto’ che va oltre il sapore e il profumo” ha evidenziato il filosofo Nicola Perullo, rimarcando che “negli anni ho provato a costruire dei modi diversi da quello convenzionale con l’attenzione all’inclusività”.
“Il vino è passato dalla crisi del metanolo all’IA e alle fake news” ha detto l’enologo Roberto Cipresso, per il quale “esistono due categorie di vini: quelli che danno soddisfazione, con l’identità, la pulizia, l’ordine, l’abbinamento, che sono coerenti con il proprio carattere varietale, e poi ci sono i vini che emozionano, quei vini il cui assaggio è un viaggio, un film, un’esperienza: credo sia prioritario portare l’emotività in questo mondo con un linguaggio universale”. “La parte più importante del mondo del vino è quella legata all’esperenzialità ha sottolineato Cristiano Cini, membro del comitato esecutivo didattica Ais, aggiungendo che “certamente i canoni classici sono importanti ma la didattica moderna deve aprirsi, bisogna comunicare un modello nuovo e contemporaneo: oggi fare emozionare le persone è tutto”.
Infine in merito al tema dell’etichettatura a livello europeo, secondo il presidente Camilli “è necessario un approccio equilibrato, lontano da ideologie e da irrigidimenti: bisogna puntare sulla qualità, difendendo il valore culturale del vino”.