Vino, Col d’Orcia di Montalcino ottiene la certificazione Equalitas
Vino, Col d’Orcia di Montalcino ottiene la certificazione EqualitasMilano, 23 ott. (askanews) – Col d’Orcia, storica azienda vitivinicola di Montalcino (Siena), ha ottenuto la certificazione Equalitas, standard di sostenibilità sociale, ambientale ed economica nel settore del vino. Un documento che attesta l’impegno della Cantina nelle attività di gestione del vigneto, produzione, invecchiamento, affinamento e imbottigliamento.
Sempre in ambito di sostenibilità, la guida “Slow Wine 2024” ha da poco attribuito all’azienda toscana, che dal 1973 è di proprietà della famiglia Marone Cinzano, la “Chiocciola”, simbolo che testimonia “valori (organolettici, territoriali e ambientali) in sintonia con la filosofia di Slow Food, associati a un’eccellente qualità della proposta”. La stessa guida ha anche insignito il proprietario, il conte Francesco Marone Cinzano, del “Premio speciale alla carriera”. “Questi riconoscimenti arrivano in un momento molto importante della storia di Col d’Orcia, a 50 anni dalla sua acquisizione: il nostro impegno in ambito sostenibile ha un valore particolarmente grande perché significa che la nostra responsabilità è rivolta alle generazioni future” ha commentato Francesco Marone Cinzano, sottolineando che l’azienda “esprime la sostenibilità non solo istituzionale ma in particolare quella della gestione olistica dell’agricoltura, quella della comunità di intenti dell’imprenditore agricolo e di tutto l’universo produttivo che lo circonda”. Quest’anno, inoltre, ricorrono dieci anni dalla certificazione biologica. Era infatti il 2010 quando è iniziato il processo di conversione non solo dei vigneti ma anche degli oliveti, seminativi, parco e giardini, che si è concluso nel 2013 rendendo i 540 ettari, di cui 149 vitati, della Tenuta una vera e propria oasi nel territorio di Montalcino. Nel 2023 la Cantina ha redatto anche il suo primo Bilancio di sostenibilità, in cui si evidenzia l’attenzione verso i dipendenti e i collaboratori, il supporto alla comunità locale, e l’impegno per l’ambiente e la salvaguardia della biodiversità, arrivato fino alla scelta di un vetro più leggero per le bottiglie di vino, a scatole di imballaggio in cartone riciclato e 100% riciclabile e alla progressiva sostituzione di capsule in stagno in favore di quelle in polilaminato.
Guidata dal 1992 dal conte Francesco, che ha ricevuto il testimone dal padre Alberto, oggi Col d’Orcia coltiva 106 ettari a Sangiovese Brunello, 7,5 a Sangiovese Sant’Antimo, 9 a Cabernet, 6 a Merlot, 4 a Pinot Grigio, 3 a Chardonnay e tre a Moscadello, 2,5 di Syrah e 1 ettaro a vitigni vari a bacca rossa. Uve grazie alle quali oggi produce 15 etichette certificate biologiche, tra cui anche tre grappe. Col d’Orcia possiede inoltre circa 5.500 piante di ulivo, alcune delle quali di oltre 400 anni.