Vino, Edoardo Freddi International chiude I semestre 2023 con +7%
Vino, Edoardo Freddi International chiude I semestre 2023 con +7%Milano, 25 lug. (askanews) – Edoardo Freddi International archivia la prima metà del 2023 con un +7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Raggiunto l’obiettivo di chiudere il 2022 con 80 milioni di euro di fatturato gestito, la prima realtà italiana di export management del settore vinicolo, continua la propria espansione e il consolidamento dei mercati focus, tra cui Usa, Germania, Svizzera, Canada, Danimarca e UK, che, per questi primi sei mesi del 2023, si sono dimostrati i Paesi più performanti con un incremento a valore che varia dal +3% (Usa) al +46% (Danimarca).
Lo ha reso noto la stessa azienda, spiegando di registrare numeri positivi anche per la crescita a volume delle bottiglie commercializzate che tocca il +2% rispetto al primo semestre 2022. I vini più richiesti sono, a seconda del mercato, Chardonnay, Pinot Grigio, Bolgheri Rosso, Lugana, Lagrein, Gavi e Montepulciano. Ad esempio, se lo scorso Natale negli Stati Uniti la vendita dell’Amarone era stata un successo, ora è il momento del Pinot Grigio, del Montepulciano e del Vermentino. La Germania predilige soprattutto il Lugana, il Sauvignon e l’Amarone, mentre la Danimarca il Ripasso, l’Aglianico e il Primitivo di Manduria. Per i per i prossimi sei mesi, Edoardo Freddi ha come obiettivi rima di tutto l’aumento della propria quota di mercato in Asia(in particolare in Cina, Sud Corea, Giappone e Vietnam) e in Centro e Sud America. A seguire, lo sviluppo del mercato dei vini dealcolati e kosher: per quanto riguarda i primi, l’obiettivo è quello di esportare 100mila bottiglie con un focus su USA, Canada e Russia. “La domanda di questa categoria di vino è in crescita in diverse regioni del mondo” conferma Edoardo Freddi, spiegando che “una tendenza interessante è l’innovazione dei profili gustativi dei vini analcolici: i produttori stanno sperimentando diverse varietà di uve, tecniche di fermentazione e processi di invecchiamento per creare vini con sapori diversi e interessanti. Inoltre – precisa – con la crescente attenzione alla sostenibilità e alla coscienza ambientale, nel settore dei vini a bassa gradazione alcolica si registra una tendenza verso metodi di produzione sostenibili e biologici”.
Per il mercato dei vini kosher, i Paesi di riferimento rimangono USA (40%), Israele (28%), Canada (11%), UK (9%), Francia (4%) e Germania (3%) con uno sguardo verso i Paesi dell’Est come Ungheria, Russia e Polonia. Secondo i dati raccolti, l’azienda prospetta una crescita del +15% a valore e di +10% a volume. “Grazie al loro processo di produzione unico e all’adesione a rigorosi standard, i vini kosher stanno vivendo un’impennata di popolarità e stanno ottenendo un maggiore riconoscimento in tutto il mondo” racconta Freddi, evidenziando come sia “evidente che questi vini abbiano superato il loro significato religioso e siano diventati una scelta convincente per gli appassionati che cercano qualità, sapore e un legame con le tradizioni vinicole secolari. Nel giro di 3 anni mi piacerebbe arrivare ad esportare circa un milione di bottiglie”. In attesa di annunciare l’ingresso di alcune Cantine note per la produzione di “fine wines”, una nuova realtà si è aggiunta in portfolio dell’azienda. Si tratta di Corte Quaiara, un’azienda vitivinicola con 13 ettari di vigneti a San Giorgio in Salici nell’entroterra veronese del Lago di Garda.