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Vino, il “Piera Dolza 10 anni” rilancia il Torchiato di Fregona

Vino, il “Piera Dolza 10 anni” rilancia il Torchiato di FregonaMilano, 22 mag. (askanews) – “‘Piera Dolza 10 anni’ è un piccolo miracolo reso possibile solo dall’impegno coeso dei nostri vignaioli. Sono 2.500 bottiglie da 375 ml frutto della vendemmia 2013 che non è detto riusciremo a produrre ogni anno”. Alessandro Salatin è il presidente della cooperativa che riunisce sette piccoli vignaioli che dieci anni fa, associandosi, hanno salvato questo vino bianco passito del Trevigiano dal rischio di estinzione, unendo le proprie forze per presentarsi sotto un’unica etichetta: “Piera Dolza Torchiato di Fregona”.

Così facendo, questi produttori stanno tentando di superare le criticità dell’essere troppo piccoli per affrontare le esigenze del mercato, e ora si promuovono anche attraverso questa rara e preziosa chicca “da meditazione”. Il Torchiato di Fregona segue rigidissime regole di produzione: le rese massime consentite in vigna arrivano a 100 quintali per ettaro ma solo le uve migliori superano la severissima selezione per l’appassimento. Talvolta ne resta tra il 20 e il 30%, e di questo, dopo due o tre cicli di torchiatura, ne rimane appena il 20% pronto per il lungo affinamento. Ed è l’unico vino il cui Disciplinare impone che venga realizzato con l’impiego di tre vitigni autoctoni: il principale è la Glera, poi la Boschera e il Verdiso in percentuali ben definite. “In aggiunta, come cooperativa ci siamo autoimposti regole ancora più stringenti relative alla sostenibilità ambientale (divieto di ogni tipo di diserbante, favorire lo sfalcio a interfilari, e prevedere che il lavoro avvenga principalmente in forma manuale)” aggiunge Salatin, sottolineando che l’auspicio è quello che questo passito “diventi economicamente sostenibile e garantisca una giusta redditività a chi lo produce, in modo da attirare nuove generazioni che noi siamo pronti ad accogliere e accompagnare trasmettendo loro i nostri saperi”.

Alla presentazione del “Piera Dolza 10 anni”, è intervenuto, tra gli altri, l’assessore all’Agricoltura e Turismo della Regione Veneto, Federico Caner, che ha affermato “celebriamo un anniversario importante, che premia il lavoro di squadra, un territorio e un prodotto di eccellenza che nasce nelle colline Unesco tra Anzano, Fregona, Osigo, Montaner, Cappella Maggiore e Sarmede”. “Per il Veneto, il Torchiato di Fregona, con il suo sapore ricercato e di pregio, si contraddistingue per essere, assieme al Prosecco, uno dei vini identitari che ci rappresenta anche nel mondo” ha proseguito, aggiungendo “un vino che è sintesi perfetta tra la terra, la sua storia e la capacità di questi imprenditori di lavorare assieme: un esempio di dedizione e passione che va protetto come patrimonio culturale da preservare”. Date le modestissime quantità prodotte, il Torchiato di Fregona è rimasto per diverso tempo rimasto appannaggio del consumo familiare, almeno fino a quando i piccoli produttori si sono riuniti in Consorzio riuscendo a proporsi sul mercato. Le iniziali tredici aziende che hanno dato origine alla Doc, successivamente si sono trasformati in cooperativa, fino a configurarsi nell’attuale Associazione che riunisce i produttori della Docg nata per decreto nel 2011. Il grande balzo avvenne nel 2012 con l’inaugurazione del Centro di appassimento a Fregona, che ha permesso di arrivare ad una produzione media di “Piera Dolza” che oggi si attesta intorno alle 15mila bottiglie l’anno (20mila nelle annate migliori).