Vino, Luigi Boveri: Timorasso come espressione autentica del territorio
Vino, Luigi Boveri: Timorasso come espressione autentica del territorioMilano, 12 gen. (askanews) – “E’ innegabile che il Timorasso abbia fatto e stia ancora facendo da volano a tutto un territorio, quello dei Colli Tortonesi, che per anni e per vari motivi è stato relegato ai margini rispetto a realtà più ‘di moda’ del Piemonte. Oggi possiamo dire che questo territorio sta suscitando sempre più l’interesse e l’attenzione che si merita. In questo cambio di rotta, il Timorasso ha sicuramente avuto un grande peso ma ci sono certamente ancora margini di crescita in termini di popolarità e domanda, soprattutto man mano che saremo in grado di incrementare l’offerta dal punto di vista quantitativo”. A parlare è Luigi Boveri, patron dell’omonima azienda agricola che si estende su 30 ettari vitati (di cui 10 di proprietà e gli altri in affitto), suddivisi tra uve rosse, Barbera, Bonarda, Dolcetto e Croatina, e bianche, Timorasso, Cortese e Moscato, nel comune di Costa Vescovato (Alessandria), su suoli marnoso-calcareo-tufaceo e ricco di fossili marini verso Sud, e calcareo-argillosa a Nord, ad un’altezza compresa tra i 250 e i 300 metri.
E’ stato proprio lui a segnare la svolta di questa realtà di famiglia che dal 1700 produceva poco vino e sopratutto cereali e foraggio. “Negli anni Ottanta, a 24 anni, ho fatto un’esperienza in una grande azienda di consulenza agraria che mi ha aperto gli occhi: ho capito che il mercato stava cambiando e dovevamo puntare e specializzarci nella produzione di vino” spiega, ricordando che quel momento “è stato l’inizio dell’enologia che amavo, quella dei vignaioli, un’era nuova in cui il vino ha iniziato a essere prodotto con passione e competenza”. Nei primi anni, collabora con un enologo langarolo: “Ogni quindici giorni andavo a trovarlo e lui mi faceva assaggiare i migliori vini delle Langhe e della Francia, mentre io non potevo ancora parlare dei miei vini. Sono stati momenti fondamentali per la mia formazione, tanto che dopo un anno di consulenza, ho deciso di licenziarmi” racconta Luigi Boveri, spiegando che “tutti erano contrari, tranne mio padre Leopoldo, un innovatore della zona, e mia moglie Germana, che ha finanziato parte del mio sogno”. Sogno che si concretizza nel 1992 con la prima etichetta, il “Cortese Vigna del Prete” tirato in appena 2.000 bottiglie. Se la moglie gestisce l’intera parte di amministrazione e il marketing, è Boveri ad occuparsi personalmente di tutte le fasi della produzione vinicola, dalla cura delle vigne fino all’imbottigliamento. La filosofia è tanto semplice quanto concreta: “Il vino si fa in vigna, se l’uva arriva sana in cantina, il nostro compito è solo non rovinarla – sottolinea – e io voglio vini onesti e sinceri, che siano un’espressione autentica del nostro territorio”. Un pensiero produttivo condiviso anche dai tre figli, terza generazione dell’azienda: Francesco, il maggiore, che studia Enologia a Pisa, Matteo, appassionato di agraria, e Sara, che al momento studia Scienze Umane.
Se l’ultima vendemmia ha visto un raccolto indubbiamente scarso seppur di qualità, il 2024 è stato però ricco di riconoscimenti da parte della stampa specializzata. Tra i protagonisti assoluti si è confermato il pluripremiato “Filari di Timorasso Colli Tortonesi Doc 2022”, vino da invecchiamento che ha conquistato i Tre Bicchieri del Gambero Rosso e dalla guida Vitae di Ais ha ottenuto la “Gemma” che identifica i vini che hanno preso le “Quattro Viti” con un punteggio pari o superiore a 94/100. Anche il “Derthona Timorasso Colli Tortonesi Doc 2022” ha fatto incetta di premi, ricevendo i “Cinque Grappoli” dalla guida Bibenda e la “Corona” di Vini Buoni d’Italia, il più alto riconoscimento per i vini prodotti da vitigni autoctoni. Un bella soddisfazione per questo 58enne vignaiolo innamorato dei rossi della sua terra, Barbera in primis, che lui fa respirare nel cemento, lasciando il legno solo per quelli da invecchiamento. I due Derthona affinano invece per 12 mesi in autoclave sulle fecce nobili con la tecnica del “batonnage”, a cui segue un altro anno in bottiglia. Oggi l’Azienda agricola Luigi Boveri produce circa 80mila bottiglie suddivise in 11 etichette, con un export che si assesta attorno al 40% (di cui ben la metà è rappresentato dal mercato olandese). In Italia, dall’anno scorso i vini sono distribuiti da Visconti 43 (Gruppo Meregalli). L’attenzione per i Colli Tortonesi, spinta proprio dal successo di questo vitigno autoctono a bacca bianca dalla bella vigoria e produttività che per Boveri rappresenta il 35% della produzione, ha spinto la Cantina ad inaugurare nel maggio 2023 nella sua sede in frazione Montale Celli una nuova sala di degustazione: un ampio spazio dotato di una cucina a vista e di una bella terrazza che guarda le vigne, dove vengono organizzate regolarmente degustazioni e serate, per andare in contro e contribuire al crescente fenomeno dell’enoturismo, divenuto realtà anche in questo angolo collinare del Sud-Est dell’Alessandrino. Una zona storicamente un po’ dimenticata, dove negli ultimi anni, proprio grazie al Timorasso che qui prende il nome di Derthona, sono sbarcati Cantine importanti da tutto il Piemonte, Barolo compreso (Pio Cesare, La Spinetta, Borgogno, Vietti, e via dicendo). “Io penso che possano contribuire a far crescere questa zona – dice sereno Boveri – non possono che essere un valore aggiunto”. Se lo dice un produttore con 30 anni di lavoro in questo territorio, allora avanti tutta.