Vino, Moio (Oiv): a viticoltura italiana servono nuove strategie
Vino, Moio (Oiv): a viticoltura italiana servono nuove strategieMilano, 13 giu. (askanews) – “L’attuale viticoltura italiana è destinata a perdere qualità e mercati se non mette a punto nuove strategie per un futuro di una nuova crescita ed affermazione a livello internazionale anche alla luce delle straordinarie ed esclusive potenzialità offerte dal comparto vitivinicolo del nostro bel Paese”. Lo ha detto il presidente dell’Organizzazione Internazionale della Vite e del Vino (Oiv), Luigi Moio, nella sua prolusione all’apertura del 74esimo anno accademico per l’Accademia italiana della vite e del vino (Aivv), questa mattina all’Auditorium di Sant’Apollonia a Firenze.
Secondo Moio “un primo aspetto da considerare è il cambiamento climatico, ma fortunatamente su questo punto abbiamo un vantaggio naturale: i nostri vitigni storici sono quasi tutti tardivi, ossia caratterizzati da un ciclo vegetativo lungo, per cui non soffrono molto per un eventuale aumento della temperatura media annuale. Anzi, alcuni di loro potrebbero addirittura avere dei vantaggi con un miglioramento notevole del potenziale enologico – ha spiegato – e di conseguenza con l’ottenimento di vini maggiormente espressivi dei luoghi di origine. I nostri vini ottenuti dai vitigni italici hanno un vantaggio competitivo enorme”. “Un secondo punto è l’enorme crescita della sensibilità ambientale nella società” ha proseguito il presidente dell’Oiv, aggiungendo che “problematiche come agricoltura verde, ossia un’agricoltura ‘pulita’ e ‘pura’ nei confronti dell’ambiente pedoclimatico, della pianta, degli addetti ai lavori e di conseguenza dei consumatori non sono più rinviabili, con scelte lungo tutta la filiera vitivinicola, dall’uva alla bottiglia”. “Lo stesso discorso vale in cantina dove tematiche come ‘ecowinery’ ed una enologia che è possibile definire ‘leggera’ ossia una sorta di ‘milde-enology’ sono concetti non più procrastinabili” ha evidenziato, sottolineando che “soprattutto in questa fase particolare che ci ha completame’te sconvolti e confusi, è necessario dare ancora più forza all’enoturismo”. “Le cantine sono dei potenziali porti attrattori, bisogna per questo continuare a metterle in rete in modo ordinato e organizzato allo scopo di creare tutte le condizioni per poter fare una buona accoglienza” ha continuato, concludendo “portare gli appassionati sui luoghi di produzione è fondamentale perché il vino non lo si comunica se non si ci si guarda negli occhi”.