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Vino, Moscato d’Asti Docg: in discussione allargamento dei confini

Vino, Moscato d’Asti Docg: in discussione allargamento dei confiniMilano, 8 mar. (askanews) – “Una Denominazione fortemente radicata nella tradizione vitivinicola del Piemonte quella del Moscato d’Asti e Asti Docg, oggetto sovente di un’evoluzione enologica e di una rivalutazione commerciale, che non è seguita dal giusto rilancio del territorio. A questo proposito, il Comune di Asti ha proposto un allargamento dell’area e ha indetto lo scorso 4 marzo una riunione nella quale le maggiori Associazioni di categoria del mondo agricolo, tra cui Confagricoltura, hanno rappresentato le volontà degli oltre 4.000 produttori”. A dirlo è Confagricoltura Piemonte, che in una nota ricorda che nel 2014 l’Unesco ha dichiarato Patrimonio dell’Umanità un’area che comprende 51 Comuni tra le provincie di Alessandria, Asti e Cuneo, dove i vigneti seguono l’andamento naturale delle colline, quella del Monferrato con pendii più dolci, e quella delle Langhe caratterizzata da crinali lunghi e ripidi.



“Allevare in queste zone di produzione implica conoscere il territorio, il microclima e le potenzialità di una terra particolarmente calcarea, oltre al posizionamento sul mercato di questa varietà di vini” spiega Maurizio Montobbio, vicepresidente di Confagricoltura Piemonte, evidenziando “che il settore sta attraversando un periodo di crisi dovuto alla riduzione delle esportazioni e potrebbe risentirne ulteriormente a causa dei dazi imposti dall’Amministrazione Trump: prima di valutare l’inserimento di altri terreni, attendiamo di conoscere la reale portata della proposta e il parere dei produttori, veri protagonisti della scena”. Confagricoltura Piemonte ritiene inoltre indispensabile intraprendere una campagna di comunicazione che valorizzi le uve, le tipologie di vino attualmente commercializzate, l’areale e garantisca alle aziende una sostenibilità economica e agronomica.