Milano, 27 mar. (askanews) – Contenere i danni diretti e favorire la ripresa della coltura dopo grandinate ed eventi estremi. È l’obiettivo del convegno che si terrà giovedì 30 marzo ad Arcade, nel Trevigiano (Ristorante Tre Pioppi, ore 15), territorio che tra il 24 e 25 maggio 2022 fu colpito da violente grandinate e vento forte che danneggiarono più dell’80% dei vigneti.
Organizzato da Condifesa Treviso, Vicenza e Belluno, e Edizioni L’Informatore Agrario nell’ambito della rassegna “Vite in campo tour”, questo appuntamento punta a delineare strategie concrete di risposta a eventi avversi come quelli della scorsa primavera, a partire anche da alcuni casi studio sperimentati dagli organizzatori direttamente in campo, e che saranno oggetto di una visita guidata nei vigneti delle aziende agricole Caramini e Rossetto. Qui sarà possibile osservare tre approcci di potatura: Sylvoz potato (totale), Sylvoz non potato, e doppio capovolto con speroni attivi, con dimostrazione di stralciatura e piegatura dei tralci. “Quando eventi distruttivi, quali gelate tardive e violente grandinate colpiscono il vigneto, le alternative per il viticoltore sono generalmente due: provare a difendere le uve sfuggite ai fenomeni estremi, o, nei casi più gravi, rivolgere le sue attenzioni al rinnovo della forma di allevamento” anticipa Tommaso Frioni, ricercatore dell’Università Cattolica di Piacenza che al convegno analizzerà le “Risposte fisiologiche della vite a un evento grandinigeno”, aggiungendo che “tuttavia, non sempre è possibile desumere l’entità reale dei danni sulle uve e sul tralcio, e inoltre la tempestività di esecuzione di eventuali interventi può essere determinante: iIn tale chiave, la conoscenza di alcuni processi fisiologici della vite può venire in soccorso”.
Secondo l’agronomo Enzo Corazzina, protagonista del focus sulle buone pratiche in vigneto ,”a seguito di una grandinata, più o meno intensa, comunque sempre dannosa, le scelte agronomiche che il viticoltore deve adottare tempestivamente dovranno mirare anzitutto a una rapida cicatrizzazione delle ferite, sia sui tralci che sui grappoli, tramite l’applicazione di prodotti fungicidi, a base di sali di rame in particolare e nel rispetto dei tempi di carenza”. “Inoltre, va stimolata una buona ripresa vegetativa, anche per mezzo di speronature dei germogli nel caso di forti grandinate primaverili, al fine di ottenere a fine stagione tralci ben lignificati in grado di resistere ai rigori invernali” prosegue Corazzina, concludendo che “infine, con la potatura invernale, sarà necessario lasciare una maggiore carica di gemme per ceppo e per ettaro, data la minore fertilità che le viti grandinate manifestano normalmente”.