Vino, Opificio Gibellina: nuovo progetto sull’arte di Tenute Orestiadi
Vino, Opificio Gibellina: nuovo progetto sull’arte di Tenute OrestiadiMilano, 21 nov. (askanews) – Rappresentare il territorio di Gibellina (Trapani), un luogo di rilevanza nazionale e internazionale per l’arte contemporanea, attraverso la creatività delle etichette delle bottiglie. È questo l’obiettivo di “Opificio Gibellina”, nuovo progetto creato da Tenute Orestiadi (Gruppo Tenute Ermes) con la direzione di Stefano Pizzi, che dedica un’opera d’arte, unica e straordinaria, a ciascuna delle sue bottiglie speciali da 12 litri, trasformandole così in originali espressioni creative. Cinque gli artisti complessivamente impegnati nel progetto, oltre allo stesso Pizzi, ci sono infatti Gaetano Grillo, Nicola Salvatore, Pietro Coletta ed Enzo Esposito, tutti legati all’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano.
Con questo progetto, presentato il 21 novembre a Milano, si tende ad affermare la centralità del territorio della cittadina distrutta dal terremoto del 1968 nel Belìce, non solo come esperienza di produzione artistica e culturale, ma come luogo in cui vivere e sperimentare un modello di resilienza storica, di rinascita urbana e socio-economica. Un processo di ricostruzione in cui l’agricoltura, in particolare la coltivazione della vite e la produzione del vino, hanno segnato la scommessa di Gibellina sul suo futuro. Una profonda testimonianza, quella di “Opificio Gibellina”, sul potenziale della città belicina come destinazione centrale dell’arte contemporanea, nel quale poterne scoprire il più grande giacimento mai realizzato in Italia, tra opere sia esposte all’esterno, sia custodite presso le due grandi istituzioni culturali locali: la Fondazione Orestiadi e il Mac, Museo d’arte contemporanea.
Le cinque bottiglie, ciascuna con un’opera d’arte distintiva di “Opificio Gibellina”, saranno battute all’inizio del 2024 nel corso di un’asta benfica a Palermo. Il ricavato sarà devoluto “ad un’organizzazione con un forte impegno etico e sociale”.