Vino, si è spento Ezio Rivella, pioniere dell’enologia italiana
Vino, si è spento Ezio Rivella, pioniere dell’enologia italianaMilano, 17 gen. (askanews) – Si è spento a Roma a 91 anni Ezio Rivella, imprenditore e pioniere dell’enologia italiana. Nato a Castagnole Lanze (Asti) nel 1933, ed era diventato noto nel mondo del vino italiano alla fine degli anni Cinquanta, grazie ai suoi studi sul metodo di stabilizzazione biologica dei vini con l’invenzione dell’imbottigliamento a caldo che permetteva di mettere il vino al riparo da alterazione durante le spedizioni.
Dopo aver lavorato negli anni Sessanta come consulente per diverse Cantine, Rivella ha contribuito alla diffusione del tappo a vite per il vino, ha ideato con le Cantine Riunite di Reggio Emilia il “simil Lambrusco” per il mercato Usa, ma la sua fama si deve soprattutto alla sua figura di enologo-manager, quando ha dato vita alla fine degli anni Settanta al futuristico e importantissimo progetto Banfi, finanziato dall’italoamericano John Mariani nell’allora depressa Montalcino (Siena). Operazione che lo portò ad essere nominato Cavaliere del Lavoro nel 1985 Negli anni a seguire ha ricoperto ruoli apicali nelle principali istituzioni enologiche italiane (Assoenologi) ed europee (Oiv), e per cinque anni, dal 1993, è stato presidente del Comitato nazionale delle Denominazioni di origine dei vini, dando applicazione alla Legge 164 sulle Doc. Dal 2001 al 2004 è stato presidente di Unione italiana vini (Oiv) che oggi ha voluto ricordarlo con le sue parole: “La Denominazione è come una bicicletta: se sopra non c’è un buon corridore non serve a nulla”.
“Ezio Rivella è stato molto più di un enologo per il mondo del vino” ha affermato il presidente Uiv, Lamberto Frescobaldi, ricordando “il suo pionieristico contributo alla promozione del vino italiano all’estero ma anche il suo impegno di tutela per le imprese e le Denominazioni del nostro Paese. Un uomo – ha concluso Frescobaldi – che ha vissuto per il mondo del vino arrivando ad essere uno dei principali protagonisti della crescita del made in Italy enologico nel mondo”.