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Vino, tre giorni di incontri per ribadire binomio Pantelleria-Zibibbo

Vino, tre giorni di incontri per ribadire binomio Pantelleria-ZibibboMilano, 26 apr. (askanews) – Ribadire e difendere l’inscindibile binomio Pantelleria-Zibibbo. E’ questo l’obbiettivo principale del summit dedicato al futuro vitivinicolo e agricolo della magnifica isola vulcanica in provincia di Trapani. Organizzata dal Comune pantesco, sotto la spinta del sindaco Vincenzo Campo e il coinvolgimento di un esperto di economia, enologia, agronomia e distretti come Giampietro Comolli, la tre giorni si terrà al 5 al 7 maggio con il titolo “Zibibbo è Pantelleria”, scelto per evidenziare quanto questi due termini siano da millenni una cosa unica quando si parla di vino e di territorio.

Lo Zibibbo, nome sia del vitigno che del vino dolce che se ne ottiene, è stato portato a Pantelleria dagli arabi, qui si è radicato e sviluppato dando risultati importantissimi e celebrati in tutto il mondo, tanto che nel 2014 la coltivazione ad alberello tipica di quest’isola è diventata Patrimonio immateriale dell’umanità dell’Unesco. Da qualche anno però, all’interno della Doc Sicilia e della Igp Terre Siciliane, si stanno impiantando e producendo vini con in etichetta il nome Zibibbo: stiamo parlando oramai di oltre duemila ettari di vigne piantate, contro i 400 rimasti sull’isola, dove circa 350 vignaioli, con enorme impegno e fatica, danno vita ai vini delle Doc Pantellerie Moscato, Passito e Zibibbo dolce. Non può quindi che partire da questo dato, la riflessione che si svilupperà attraverso diversi incontri tra produttori, esperti di agroambiente e enologia, e giornalisti. Momenti di confronto per ragionare a partire dalle difesa dell’identità dello Zibibbo pantesco, patrimonio unico che va rilanciato e valorizzato, magari pensando ad una Docg Pantelleria Zibibbo, che comprenda l’intera produzione dell’isola. Un percorso di rinascita che aveva preso il via nel 1997, quando le aziende più rappresentative dell’isola fondarono il “Consorzio volontario di tutela e valorizzazione dei vini a Doc dell’Isola di Pantelleria” e che, tra i suoi scopi, si era dato anche quello di salvare dall’abbandono e dal deterioramente i terrazzamenti “eroici” sui quali i vigneti hanno dimora da secoli, una delle espressioni più antiche dell’agricoltura del Mediterraneo. Perché la vite e il vino che se ne ricava sono frutti dell’identità e della cultura del loro territorio, di chi li lavora e di chi ci vive.

Quello che prenderà il via alle 16 di venerdì 5 maggio fino al pomeriggio di domenica 7 sarà una discussione a tutto tondo, che unirà il mondo vitivinicolo a quello della sostenibilità, alla ricerca di soluzioni concrete per le tante piccole imprese dell’”isola nera”. Dai bandi per gli agricoltori, recupero delle vigne abbandonate e rivitalizzazione dei campi, fino ai fondi del Pnrr, ma anche un ragionamento sulle azioni già messe in campo e su quelle ancora da sviluppare da parte dell’Amministrazione comunale sul fronte dell’enoturismo, sul rapporto fra aree urbane e rurali, sugli interventi di salvaguardia idrico-forestale, sulle azioni per le aziende e per incentivare i giovani panteschi a tornare ad investire nella loro terra anche fuori dai periodi turistici. Gestione, cura e resilienza del territorio per uno sviluppo a 360 gradi dell’isola, insieme con innovazione tecnologica e sviluppo dell’agriturismo per attrarre nuovi target turistici. Analisi, dibattiti e confronti ma anche tour e percorsi escursionistici per toccare con mano le tipicità e qualità produttive pantesche fra vigneti eroici, uliveti, muretti a secco, giardini panteschi il meglio dell’enogastronomia dell’isola: oltre il vino, i capperi, l’origano, l’olio, i fichi d’india, e via dicendo.