Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Vino, Uiv-Vinitaly: in I semestre vendite piatte in top mercati esteri

Vino, Uiv-Vinitaly: in I semestre vendite piatte in top mercati esteriMilano, 2 ago. (askanews) – Tornano in linea di galleggiamento, nel primo semestre di quest’anno, le vendite del vino italiano tra gli scaffali della grande distribuzione e retail nei primi tre mercati al mondo. Nel complesso, secondo l’Osservatorio Uiv-Vinitaly che ha elaborato gli ultimi dati di Nielsen-IQ, le vendite tricolori in Usa, Germania e Uk chiudono il semestre con un risultato tendenziale piatto a volume (-0,2%) e con un lieve incremento a valore (+1,3%, a 2,2 miliardi di euro). La performance, rileva l’Osservatorio, è migliore rispetto al primo trimestre (-4% volume e -1% valore) ma ancora insufficiente per dare respiro alle imprese di un settore tuttora fortemente penalizzato da un surplus di costi che incide per circa il 10% sul prezzo medio.

Il totale dei volumi commercializzati di vini fermi e frizzanti segna un +0,7%, complici gli incrementi in Uk (+3,2%) e soprattutto in Germania (+4,2%), sostenuta dalla forte domanda dei nostri frizzanti “low cost”. In controtendenza i fermi negli Usa, che cedono il 7,4%. Gli spumanti accusano invece un decremento del 2,8%, con gli Usa positivi (+2%), controbilanciati in negativo da Regno Unito (-6%) e Germania (-3,8%). “Rispetto al primo trimestre riscontriamo una timida risalita, ancora però troppo debole se consideriamo le tensioni vissute dal settore” ha affermato il segretario generale di Unione italiana vini (Uiv), Paolo Castelletti, evidenziando che “lo scatto in avanti dei volumi commercializzati in Germania è dovuto al raffreddamento dei listini, che nell’ultimo trimestre anziché aumentare sono scesi in media del 4%, con una contrazione anche rispetto al primo semestre del 2022. Variazioni sul prezzo medio – ha concluso – che riteniamo essere troppo deboli anche negli Usa e in Uk, rispettivamente del 4% e del 3%”.

Dei 2,2 miliardi di euro commercializzati, 960 milioni (-0,3% tendenziale, -4,4% i volumi) sono frutto di acquisti di vino made in Italy nella Gdo statunitense. Oltre 840 milioni provengono dalla domanda Uk (+2,4%, con i volumi -0,5%) e 400 milioni dalla Germania (+2,9%, +3,7% i volumi). Il primato dei volumi spetta ai tedeschi (84 milioni di litri venduti su un totale di 231 milioni nei tre Paesi) ma il prezzo medio allo scaffale di 4,7 euro al litro è tre volte inferiore a quello degli Stati Uniti (14,3 euro) e meno della metà rispetto al dato Uk (10,5 euro). In generale, è piatta la crescita dei listini per i fermi/frizzanti (+0,3%) mentre per gli spumanti l’aumento è del 4,9%. Il Prosecco, principale denominazione italiana commercializzata nel mondo, segna un -2% nei volumi (bene negli Usa, ancora negativa in Uk anche se in fase di recupero) e un +3,2% nei valori, per un corrispettivo (675 milioni di euro) che incide per il 31% su tutto il vino made in Italy commercializzato sui canali dell’off trade dei tre Paesi. “Occorre fare in modo che le difficoltà congiunturali non si trasformino in strutturali” ha dichiarato l’Ad di Veronafiere, Maurizio Danese, spiegando che “in queste situazioni diventa fondamentale la presenza e la promozione di bandiera del brand enologico italiano: per questo, tra settembre e dicembre di quest’anno Vinitaly attiverà una nuova campagna di internazionalizzazione attraverso 25 appuntamenti tra fiere, road show e incoming sulla prossima edizione veronese organizzati in 15 Paesi e quattro continenti”.