Visco: l’economia ha mostrato capacità di resistenza e reazione
Visco: l’economia ha mostrato capacità di resistenza e reazioneRoma, 31 mag. (askanews) – L’economia dell’Italia “ha mostrato una confortante capacità di reazione”. È riuscita a superare le ultime crisi “meglio di quanto ci si attendesse”. E anche i dati sulla crescita del primo trimestre si sono rivelati migliori del previsto, mentre per l’intero anno si prevede una espansione “intorno all’1%”. Nel giorno in cui il consuntivo del Pil sui primi tre mesi è stato rivisto al rialzo, dal governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, sono giunte valutazioni tutto sommato incoraggianti, in occasione del tradizionale appuntamento delle Considerazioni finali alla Relazione annuale.
E non solo sull’economia generale. Anche il sistema bancario della Penisola, nel suo complesso “si trova in condizioni sufficientemente buone”. Ci possono essere “casi di debolezza e vulnerabilità”, serve sempre prudenza ma in generale l’incidenza dei crediti deteriorati è rimasta stabile, su livelli “modesti” e in linea con le medie europee. La redditività è risalita “in maniera significativa”, ha notato Visco, in scia all’aumento dei tassi di interesse. E nonostante le tensioni collegate ai casi di dissesto negli Stati Uniti e in Svizzera, non si sono registrati deflussi anomali di depositi. Ovviamente non mancano i problemi, primo fra tutti la persistente alta inflazione, che comunque si è in parte moderata. Un nodo su cui da molti mesi la Banca centrale europea è impegnata a portare avanti una stretta monetaria.
Su questo Visco è tornato a lanciare richiami a prudenza e equilibrio. “Dopo aver portato i tassi di riferimento in territorio restrittivo”, ora la Bce dovrà “procedere con la necessaria gradualità. Occorre prestare attenzione a che l’intensità della sua trasmissione non dia luogo a una frenata eccessiva dei consumi e degli investimenti”, ha detto. La guerra in Ucraina, intanto, oltre a creare incognite sulla crescita getta anche nuove ombre sulla sicurezza delle catene di approvvigionamento globali. Ma secondo Visco “la sicurezza nazionale può essere tutelata evitando politiche protezionistiche generalizzate, che rafforzerebbero la tendenza all’aumento delle barriere agli scambi commerciali e agli investimenti”.
E la prudenza, ovviamente, riguarda anche la gestione dei conti pubblici, specialmente in un Paese come l’Italia. “Ridurre la dimensione del debito pubblico è una priorità della politica economica, indipendentemente dalle regole europee”. E “una gestione prudente delle finanze pubbliche costituisce un segnale importante di credibilità”. Ma per la riduzione dell’incidenza del debito resta anche “centrale il conseguimento di tassi di crescita stabilmente e sufficientemente elevati. Diversamente da quanto è spesso accaduto in passato – ha proseguito il governatore – è importante mantenere adeguati il livello e la qualità degli investimenti pubblici”.
Un richiamo particolare ha riguardato anche i piani di riforma di fisco e autonomia differenziata. “Ogni eventuale aumento di spesa o riduzione di entrata, anche nell’ambito di riforme già annunciate – ha avvertito Visco – non potrà prescindere dall’identificazione di coperture strutturali adeguate e certe”. E non ci sono solo i conti pubblici sotto la lente della banca centrale. Tornando al tema dell’alta inflazione, Visco ha rilevato come finora il rischio di una rincorsa tra prezzi e salari sia rimasto “moderato” nell’area euro, mentre le buste paga sono cresciute meno dell’inflazione. Ma anche “le strategie di prezzo delle imprese giocheranno un ruolo fondamentale: simmetricamente a quanto avvenuto nella fase di rialzo dei corsi dell’energia del 2022, le recenti riduzioni di costo dovrebbero ora essere trasmesse ai prezzi dei beni e dei servizi”, ha detto.
Richiami su cui ad oggi le aziende sembrano fare orecchie da mercante.
Restando nell’ambito delle criticità, il governatore ha toccato il tema dei precari. I contratti atipici hanno aiutato la ripresa dell’occupazione ma “in molti casi il lavoro a termine si associa a condizioni di precarietà molto prolungate; la quota di giovani che dopo cinque anni ancora si trova in condizioni di impiego a tempo determinato resta prossima al 20 per cento”.
“Troppi, non solo tra i giovani, non hanno un’occupazione regolare o, pur avendola, non si vedono riconosciute condizioni contrattuali adeguate; come negli altri principali paesi, l’introduzione di un salario minimo, definito con il necessario equilibrio, può rispondere a non trascurabili esigenze di giustizia sociale”, ha aggiunto.
E sempre restando sui giovani, in Italia “la quota di laureati tra le persone di età compresa tra i 25 e i 34 anni è ancora oggi inferiore al 30 per cento, contro una media europea superiore al 40. Anche le competenze sono spesso insoddisfacenti”, ha detto.
L’intervento del governatore, circa 25 pagine (una decina in più rispetto al primo che svolse nel 2012) è stato ad ampio spettro e ha offerto anche almeno tre citazioni. Dell’economista Bonaldo Stringher, primo governatore della Banca d’Italia nel 1928. Di Dante: “l’uomo naturalmente è compagnevole animale”. E, fatto forse meno scontato, di Yuval Noah Harari, storico e scrittore israeliano.
Visco è anche tornato a parlare di Pnrr. “Miglioramenti sono possibili”. Ma tenendo conto del programma “serrato” e della necessità di un continuo confronto con la Commissione Ue. “Non c’è tempo da perdere”, ha detto. Anche perché un successo del Pnrr e del parallelo piano RePowerEU potrebbero fare da apripista a una maggiore integrazione a livello Ue.
In quest’ultimo ambito, secondo Visco la proposta di revisione del Patto di stabilità e di crescita presentata da Bruxelles va nella direzione giusta, anche se non prevede un bilancio sovranazionale. Eppure “un titolo di debito pubblico comune, da emettere a fronte della capacità di bilancio europea o determinato dalla condivisione di parte delle passività nazionali, potrebbe inoltre svolgere il ruolo di safe asset, assegnato ai titoli di Stato nelle altre principali economie – ha notato Visco – e sostenere gli interventi volti a dare concretezza al disegno di unione dei mercati dei capitali”.
Quelle odierne erano le ultime Considerazioni finali per il governatore, subentrato dal 2011 a Mario Draghi (che oggi era presente a Via Nazionale). A novembre terminerà il suo mandato e non è mancato un saluto e un tributo all’istituizione e al suo personale. “Continueranno a emergere nuove forme di organizzazione del lavoro e della società, nuovi stili di vita, nuovi modi di cooperare. Bisognerà esserne consapevoli, innanzitutto a livello individuale, puntando come da tempo diciamo, sulla curiosità, lo studio, la conoscenza”.
“Per quanto riguarda l’istituzione ‘speciale’ che ho servito, con ruoli diversi, per un cinquantennio e che mi appresto quest’anno a lasciare, sono sicuro che su tale consapevolezza saprà fondare il suo operato anche negli anni a venire – ha detto il governatore -. Abbiamo sempre presente la necessità di fondare valutazioni e decisioni su informazioni e analisi il più possibile ampie e accurate”. (di Roberto Vozzi).