Von der Leyen: Orban non rispetta gli impegni Ue, minaccia la sicurezza
Von der Leyen: Orban non rispetta gli impegni Ue, minaccia la sicurezzaBruxelles, 9 ott. (askanews) – La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha riposto in modo duro e circostanziato, oggi a Strasburgo, all’intervento del premier ungherese Viktor Orban, durante il dibattito nella plenaria del Parlamento europeo sulle priorità della presidenza semestrale ungherese del Consiglio Ue.
Il premier ungherese, ha accusato in sostanza von der Leyen, considera che la responsabilità dell’invasione russa in Ucraina è degli ucraini che non vogliono arrendersi, non sta rispettando le regole del mercato unico, discriminando le imprese degli altri paesi Ue, avrebbe voluto che l’Ue restasse dipendente dalle energie fossili russe. L’Ungheria vuole più sicurezza, vuole fermare l’immigrazione illegale, ma poi libera trafficanti e contrabbandieri, fa entrare cittadini russi senza controlli e permette persino operazioni della polizia cinese nel suo territorio. ‘Vorrei soffermarmi – ha esordito la presidente della Commissione – su alcuni dei problemi più urgenti che stiamo affrontando durante questo semestre di Presidenza del Consiglio Ue. Primo, l’Ucraina. Secondo, la competitività. Terzo, l’immigrazione’.
‘I nostri amici ucraini – ha ricordato – stanno entrando nel terzo inverno di guerra. E la Russia sta cercando di renderlo l’inverno più duro di sempre. Il mese scorso, la Russia ha inviato oltre 1.300 droni contro le città ucraine. Per tutta l’estate, centinaia di missili hanno piovuto sulle infrastrutture energetiche dell’Ucraina. Innumerevoli ucraini sono stati uccisi o feriti. Ci sono state famiglie separate, città distrutte. Il mondo ha assistito alle atrocità della guerra della Russia. E tuttavia – ha sottolineato von der Leyen con un chiaro riferimento alle posizioni del premier ungherese -, c’è ancora qualcuno che attribuisce la colpa di questa guerra non all’invasore, ma a chi è stato invaso. Non alla brama di potere di Putin, ma alla sete di libertà dell’Ucraina. Vorrei chiedere a costoro: darebbero mai la colpa agli ungheresi per l’invasione sovietica del 1956? Darebbero mai la colpa ai cechi e agli slovacchi per la repressione sovietica del 1968? Avrebbero mai incolpato i lituani per la repressione sovietica del 1991? Noi europei possiamo avere storie e lingue diverse, ma non esiste una lingua europea in cui la pace sia sinonimo di resa, e la sovranità sinonimo di occupazione. Il popolo ucraino sta combattendo per la libertà, proprio come gli eroi che hanno liberato l’Europa centrale e orientale dal dominio sovietico’. ‘Un anno fa, qui a Strasburgo – ha detto la presidente della Commissione, passando al secondo tema -, ho annunciato il rapporto di Mario Draghi sul futuro della competitività europea. Ora abbiamo tutti sentito il suo invito all’azione’. Innanzitutto, ‘bisogna colmare il divario di innovazione con altre grandi economie. L’analisi di Draghi è molto chiara sul perché stiamo perdendo terreno, soprattutto per quanto riguarda le innovazioni digitali rivoluzionarie: troppe delle nostre aziende innovative devono guardare agli Stati Uniti o all’Asia per finanziare la loro espansione, mentre 300 miliardi di euro di risparmi delle famiglie europee vengono investiti nei mercati esteri ogni anno’.
Inoltre, ‘nel nostro mercato unico esistono ancora troppe barriere che impediscono alle nostre aziende di espandersi oltre confine. Ecco perché – ha continuato von der Leyen -, abbiamo proposto un’Unione del risparmio e degli investimenti. Dobbiamo abbassare le barriere che impediscono alle aziende di crescere oltre confine. E proporremo una nuova spinta per completare il nostro mercato unico, ridurre gli oneri di rendicontazione da parte delle imprese in settori come la finanza e il digitale’. ‘Questa è la direzione di viaggio per rafforzare la nostra competitività. Ma vediamo anche – ha puntualizzato von der Leyen con un altro riferimento polemico all’Ungheria – che un governo nella nostra Unione sta andando esattamente nella direzione opposta, allontanandosi dal mercato unico. Ho ascoltato molto attentamente oggi. Come può un governo attrarre più investimenti europei, se allo stesso tempo discrimina le aziende europee tassandole più di altre? Come può attrarre più aziende se allo stesso tempo impone restrizioni all’esportazione da un giorno all’altro? E come può un governo essere considerato affidabile dalle aziende europee se le prende di mira con ispezioni arbitrarie, blocca i loro permessi, se gli appalti pubblici vanno principalmente a un piccolo gruppo di beneficiari? Ciò crea incertezza e mina la fiducia degli investitori’.
‘Tutto questo – ha aggiunto la presidente della Commissione -, in un momento in cui il Pil pro capite dell’Ungheria è stato superato dai suoi vicini dell’Europa centrale. L’Ungheria è al centro dell’Europa e dovrebbe essere anche al centro della nostra economia. Il popolo ungherese dovrebbe godere di tutti i vantaggi del nostro Mercato unico’. ‘In secondo luogo, il rapporto Draghi chiede un piano congiunto per la decarbonizzazione e la crescita. Vorrei rivolgermi – ha detto von der Leyen, con un altro chiaro riferimento alle posizioni di Orbßn – a coloro che ancora pensano che dovremmo attenerci ai combustibili fossili sporchi russi. Pochi giorni dopo che i carri armati russi erano entrati in Ucraina, i leader europei si sono riuniti a Versailles. E tutti e 27, tutti e 27 – ha ripetuto -, hanno concordato di diversificare il prima possibile i combustibili fossili russi. Quindi, a che punto siamo con questa promessa, mille giorni dopo? L’Europa si è davvero diversificata. Abbiamo costruito infrastrutture e nuovi legami con partner affidabili. Abbiamo investito in energia pulita ed economica prodotta in Europa, e con successo. Nella prima metà dell’anno, il 50% di tutta la nostra produzione di elettricità proveniva da fonti rinnovabili di produzione interna, dalla nostra energia che ha creato buoni posti di lavoro in Europa, e non in Russia’. ‘Ma non tutti – ha lementato la presidente della Commissione, sempre denunciando le posizioni del governo ungherse – hanno rispettato gli impegni di Versailles. Invece di cercare fonti alternative, uno Stato membro in particolare ha semplicemente cercato modi alternativi per acquistare combustibili fossili dalla Russia. La Russia ha dimostrato più e più volte di non essere un fornitore affidabile. Non ci possono essere più scuse. Chiunque voglia la sicurezza energetica europea, prima di tutto deve contribuire. Questa è la regola che dobbiamo seguire’. Quanto all’immigrazione, infine, von der Leyen ha osservato che ‘tutti capiscono che la migrazione è una sfida europea, che richiede una risposta europea. Ecco perché il Parlamento europeo e il Consiglio Ue hanno adottato il nuovo Patto sulla migrazione e l’asilo. E ora – ha sottolineato – dobbiamo attuarlo. Stiamo già esaminando la situazione negli Stati membri, compresi quelli con le frontiere esterne della nostra Unione, per aiutarli a gestire la nostra frontiera comune’. A questo punto, la presidente della Commissione si è rivolta direttamente a Orbß: ‘Primo ministro, ho sentito le sue parole nel fine settimana. Ha detto che l’Ungheria sta ‘proteggendo i suoi confini’ e che in Ungheria ‘i criminali vengono rinchiusi’. Mi chiedo solo come questa affermazione si adatti al fatto che l’anno scorso le sue autorità hanno rilasciato dalla prigione trafficanti e contrabbandieri condannati, prima che scontassero la loro pena. Questo non è combattere l’immigrazione illegale in Europa. Questo non è proteggere la nostra Unione. Questo è solo gettare i problemi oltre la recinzione del vicino. Vogliamo tutti proteggere meglio i nostri confini esterni. Ma avremo successo solo se lavoreremo insieme contro la criminalità organizzata e mostreremo solidarietà tra noi’. ‘E a proposito di chi far entrare: come è possibile – ha chiesto ancora von der Leyen – che il governo ungherese inviti cittadini russi nella nostra Unione senza ulteriori controlli di sicurezza? Ciò rende il nuovo sistema di visti ungherese un rischio per la sicurezza, non solo per l’Ungheria, ma per tutti gli Stati membri. E come è possibile che il governo ungherese consenta alla polizia cinese di operare nel suo territorio? Questo non è difendere la sovranità dell’Europa. Questa è una porta secondaria per l’interferenza straniera’, ha denunciato la presidente della Commissione. ‘Sì, dobbiamo rafforzare Frontex’, l’agenzia Ue per la protezione delle frontiere esterne. ‘Sì, dobbiamo finalizzare la legislazione anti contrabbando, rafforzare Europol e attuare il Patto migratorio nella sua interezza. Ma questo – ha puntualizzato von der Leyen – può essere ottenuto solo con una maggiore, non minore cooperazione europea; e naturalmente nel pieno rispetto del nostro stato di diritto e dei nostri valori fondamentali’. La presidente della Commissione ha quindi rivolto un appello direttamente al popolo ungherese: ‘Siamo una famiglia, la vostra storia è la nostra storia, il vostro futuro è il nostro futuro. 10 milioni di ungheresi sono 10 milioni di buone ragioni – ha concluso – per continuare a plasmare il nostro futuro insieme’.