Yellen: Europa si unisca a sforzo contro sovraccapacità Cina
Yellen: Europa si unisca a sforzo contro sovraccapacità CinaRoma, 21 mag. (askanews) – La segretaria al Tesoro Usa Janet Yellen ha invitato oggi l’Europa a unirsi agli Stati uniti nel respingere l’eccesso di capacità industriale della Cina, avvertendo che un’ondata di esportazioni cinesi a basso costo rischia di invadere i mercati creando una minaccia inedita per l’economia globale.
Yellen ne ha parlato in un discorso in Germania alla Frankfurt School of Finance and Management, dove ha ricevuto un dottorato onorario. Si tratta di un argomento che sarà certamente centrale nella riunione dei ministri delle Finanze del G7 che si riunirà a Stresa il 24-25 maggio. “La politica industriale della Cina può sembrare remota mentre siamo seduti qui in questa stanza, ma se non rispondiamo in modo strategico e unito, la redditività delle imprese sia nei nostri paesi che in tutto il mondo potrebbe essere a rischio”, ha detto Yellen, secondo quanto riferisce il New York Times.
La sovraccapacità è una preoccupazione forte dell’amministrazione Biden, che nelle ultime settimane ha preso iniziative senza precedenti per contenerla. In particolare, ha deciso un deciso aumento dei dazi nei confronti di merci cinesi importate, che arriveranno al 100% per gli autoveicoli elettricio. Ma gli Usa sperano anche di creare un fronte unito con l’Europa, per innalzare barriere commerciali isolando la Cina rispetto ai due principali mercati globali, quello americano e quello europeo. La Commissione europea, dal canto suo, ha aperto un’istruttoria per indagare l’impatto degli aiuti di stato sul settore delle auto elettriche e dei pannelli solari.
Yellen ha sottolineato martedì che gli Stati Uniti non cercano di attuale una politica contro la Cina, ma ha sottolineato come sia la politica cinese a rappresentare una minaccia per l’economia globale, che richiede una risposta coordinata. Anche perché Pechino, con la sua sovraccapacità, rischia di “impedire ai paesi di tutto il mondo, compresi i mercati emergenti, di costruire le industrie che potrebbero alimentare la loro crescita”. Pechino, dal canto suo, ha respinto le accuse statunitensi, accusando Washington di usare la scusa della sovraccapacità produttiva come una scusa per il suo protezionismo commerciale.
Circa il 37% di tutte le importazioni di veicoli elettrici in Europa sono prodotte in Cina, compresi i marchi cinesi e quelli realizzati da Tesla e dalle case automobilistiche tedesche con stabilimenti lì. L’Europa è il secondo mercato più grande del mondo per le auto elettriche, dopo la stessa Cina e le importazioni sono salite alle stelle l’anno scorso a 10,5 miliardi di euro, da 1,5 miliardi di euro nel 2020. La Germania è un punto debole, da questo punto di vista. L’istruttoria della Commissione Ue potrebbe comportare l’imposizione di dazi nei confronti delle auto elettriche cinesi. Tuttavia l’Europa – e la Germania in particolare – esporta grandi quantità di veicoli in Cina e Berlino teme che le sue case automobilistiche – BMW, Mercedes, Volkswagen – possano subire il contraccolpo di controsanzioni. Lo stesso cancelliere Olaf Scholz in un discorso la scorsa settimana ha ricordato questa circostanza, segnalando sia l’export di auto europee in Cina, sia il fatto che molti veicoli elettrici prodotti in Cina e importati in Europa siano in realtà prodotti da marchi occidentali.