Ambasciatore Durante Mangoni: con Romania rapporti speciali, rafforzata la partnership
Ambasciatore Durante Mangoni: con Romania rapporti speciali, rafforzata la partnershipRoma, 17 feb. (askanews) – ‘Era un appuntamento politico atteso da molto tempo, da 13 anni non vi era stato un vertice intergovernativo di tale ampiezza, i Capi di governo e molti ministri. Da parte italiana è stata la conferma del carattere strategico del partenariato con la Romania, Paese dell’Europa orientale cui ci legano rapporti specialissimi sul piano economico, sociale, umano e culturale’, un Partenariato ‘del quale vogliamo cogliere tutte le implicazioni perché costituisce per noi un ‘informal privilege’, una relazione naturalmente e spontaneamente preferenziale’. Così l’Ambasciatore d’Italia in Romania, Alfredo Durante Mangoni commenta l’esito del Vertice intergovernativo Italia-Romania del 15 febbraio, nella cornice di Villa Pamphilj, che ha segnato una svolta e ha scritto una nuova pagina dei rapporti tra i due Paesi, partner UE e Nato.
‘Un Vertice che si svolge nel momento in cui l’Italia detiene la Presidenza di turno del G7, un investimento politico su un partner cruciale – spiega ancora il Capo della missione italiana a Bucarest, che negli ultimi anni ha lavorato all’aggiornamento dei documenti alla base di questa relazione così speciale – . Lo dimostrano i risultati di questo Vertice: il rinnovo del Partenariato strategico consolidato a 26 anni dal suo lancio con una nuova Dichiarazione politica congiunta adottata dai Primi Ministri e la sottoscrizione di una serie di accordi, intese tecniche, memorandum di collaborazione e lettere di intenti in vari settori di attività: consultazioni rafforzate in materia di Affari Esteri ed europei, collaborazione operativa nel contrasto alla criminalità, scambio di buone pratiche nel sostegno alle PMI, cybersecurity, protezione civile, formazione nella Pubblica amministrazione, turismo. C’è molto materiale su cui lavorare nei prossimi anni affinché i Governi possano rafforzare sempre più la loro partnership’. Nel corso del Vertice, infatti, sono stati firmati molti documenti: la Dichiarazione congiunta, che equivale ad un vero e proprio Piano d’azione, e sette accordi settoriali. Nella Dichiarazione i due Paesi ribadiscono l’impegno ad approfondire il dialogo politico tra due alleati responsabili e affidabili della Nato e dell’UE, uniti nel sostegno all’Ucraina; in materia di sicurezza e giustizia saranno attivati ‘meccanismi’ di prevenzione e lotta al terrorismo, all’estremismo violento, all’immigrazione irregolare, alle minacce nel campo della cyber-sicurezza. Si prevede inoltre l’impegno di favorire l’esecuzione della pena nel Paese di origine dei detenuti.
Tra Italia e Romania, spiega ancora Durante Mangoni in un’intervista ad Askanews nelle sale dell’Hilton Rome Cavalieri di Roma, c’è ‘una fortissima convergenza di valori e di interessi che viene ribadita ai massimi livelli istituzionali dei due Paesi e che continua a sostanziare il Partenariato strategico. Per noi è importante che il Partenariato si espanda e si manifesti non soltanto su questioni bilaterali di cooperazione economica, sociale o di dialogo politico, ma che si rifletta anche su importanti temi e questioni che discutiamo a livello europeo, nel Consiglio dei ministri, al Parlamento europeo, sui temi della doppia transizione, degli imballaggi, sul tema dell’etichettatura nutrizionale, sugli aspetti di politica industriale europea. Su questi temi vogliamo costruire una relazione ancora più forte con la Romania partendo proprio dalla stretta integrazione delle filiere produttive’. Roma e Bucarest sono partner che collaborano attivamente anche a livello europeo e l’Italia ha da sempre sostenuto il percorso romeno verso l’adesione, una storia molto positiva: ‘La Romania rappresenta un modello di successo per l’integrazione europea e l’Italia l’ha sempre sostenuta – racconta l’Ambasciatore – . Nel 2007, per ammissione dello stesso premier di Romania, lo ha detto sia a Roma sia agli ambasciatori dei Paesi UE a Bucarest qualche giorno fa, la stessa Romania non era pronta sotto tutti gli aspetti per entrare nell’UE, ma è stata presa una decisione strategica, si è trattato di un investimento geopolitico, ed oggi la Romania rappresenta un modello vincente di riferimento per i Paesi candidati all’adesione, i Balcani occidentali ma anche per l’Ucraina e la Moldova. Per i Paesi che intendono avvicinarsi all’Europa, la Romania rappresenta un esempio positivo e voglio dire – aggiunge – che dobbiamo guardare alla Romania con occhi un po’ diversi perché i livelli di progresso osservabili soprattutto a Bucarest e nelle grandi città vanificano alcuni stereotipi spesso indotti da percezioni legate a talune esperienze ormai superate che hanno riguardato la diaspora romena di 15, 20 anni fa. Non è più il caso. Il Paese sta vivendo una trasformazione rapida e profonda, nell’economia, la società, una grande capacità di innovazione, livelli di reddito e di sviluppo che vanno ampiamente riconosciuti. I romeni vanno gratificati anche per questo’.
Grande rilevanza nel corso del Vertice intergovernativo, del Business Forum e della Dichiarazione congiunta è stata data alla cooperazione economica: i due Paesi sono legati da solidi rapporti, con l’Italia che è il secondo cliente ed il secondo fornitore della Romania e il primo investitore per numero di aziende registrate, ma le relazioni possono crescere ulteriormente in vari settori. ‘Siamo due Paesi che hanno deciso di investire su una stretta relazione economica e di investimenti. Abbiamo tanti investimenti italiani in Romania, si tratta di differenziarli sul piano territoriale, sul piano dei settori di attività, andando verso filiere più innovative e a maggior valore aggiunto. Lato romeno si tratta di far crescere, di elevare il livello degli investimenti romeni in Italia che non è ancora comparabile con i nostri in Romania’. ‘La diaspora romena è un punto di forza delle relazioni bilaterali, un asset fondamentale – spiega l’Ambasciatore Durante Mangoni – un milione di persone, si stima che diano un contributo di un paio di punti al PIL italiano, secondo uno studio Istat di qualche anno fa’.
Per quanto riguarda ‘le imprese italiane in Romania, nel tempo esse hanno dato vita a un modello di internazionalizzazione di successo’, ricorda l’Ambasciatore a Bucarest: ‘Ci sono state diverse fasi, la prima di delocalizzazione bi-regionale tra Triveneto e Timisoara, una seconda fase di importanti investimenti manifatturieri iniziata oltre 15 anni fa, con una forte integrazione di filiere produttive, ma adesso è il momento di passare a una fase nuova: in questo senso il Business Forum che si è tenuto in Farnesina lo stesso giorno del Vertice intergovernativo rappresenta un segnale forte della volontà delle parti di rivitalizzare questa relazione economica. In quali direzioni? Dobbiamo puntare ai settori dell’energia, della transizione climatica, tutte le declinazioni della decarbonizzazione, dove imprese italiane e romene possono collaborare. Rinnovabili, centrali a gas a cogenerazione, sviluppo dell’energia nucleare dove la Romania rappresenta un terreno di sperimentazione molto interessante, le grandi infrastrutture dove siamo già molto presenti, il settore dell’acciaio, il digitale, l’agroindustria, il settore sanitario’. ‘Credo – aggiunge l’Ambasciatore Durante Mangoni – che la relazione economica e gli investimenti italiani in Romania debbano puntare sempre di più su settori innovativi, sulle tecnologie emergenti, cercando di collegare il vibrante mondo delle start-up romene, che sta crescendo negli ecosistemi innovativi di Bucarest e delle principali città come Cluj Napoca e Iasi, con la creatività italiana, con una certa dose di capitale di rischio, di venture capital italiano, che abbia voglia di investire su queste start-up romene, partendo anche dalla forte connettività che il Paese è in grado di offrire, dal fatto che c’è un eccellente formazione in campo digitale. E’ merito dei politecnici romeni che formano programmatori e sviluppatori di eccellente livello che danno prova di sé anche nella Silicon valley in California: l’obiettivo è connettere queste energie verso settori, prodotti, servizi innovativi, verso nuovi brevetti e nuove tecnologie. Il digitale, la doppia transizione sono settori fondamentali per il futuro della relazione bilaterale’. (di Daniela Mogavero)