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Autore: Redazione StudioNews

Pil, Istat: +0,4% crescita acquisita per il 2024

Pil, Istat: +0,4% crescita acquisita per il 2024Roma, 30 ott. (askanews) – La crescita acquisita per il 2024 è allo 0,4%. Lo ha reso noto l’Istat che ha diffuso i dati del Pil del terzo trimestre.


“La sostanziale stazionarietà del Pil lascia quindi inalterata allo 0,4% la crescita acquisita già rilevata nel secondo trimestre dell’anno in corso”, ha spiegato l’Istituto. La crescita acquisita è la crescita annuale che si otterrebbe in presenza di una variazione congiunturale nulla nei restanti trimestri dell’anno.

Pil, Istat: nel III trimestre crescita zero, +0,4% su anno

Pil, Istat: nel III trimestre crescita zero, +0,4% su annoRoma, 30 ott. (askanews) – Nel terzo trimestre del 2024 il prodotto interno lordo, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è rimasto stazionario rispetto al trimestre precedente e sia cresciuto dello 0,4% rispetto al terzo trimestre del 2023. E’ la stima dell’Istat.


Il terzo trimestre del 2024 ha avuto tre giornate lavorative in più rispetto al trimestre precedente e una giornata lavorativa in più rispetto al terzo trimestre del 2023. La variazione congiunturale è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto sia nel comparto dell’agricoltura, silvicoltura e pesca, sia in quello dell’industria e di un aumento in quello dei servizi. Dal lato della domanda, vi è un contributo positivo della componente nazionale (al lordo delle scorte) e un apporto negativo della componente estera netta.


La variazione acquisita per il 2024 è pari a 0,4%.

Coldiretti: opposizione legge carne artificiale va contro scienza

Coldiretti: opposizione legge carne artificiale va contro scienzaRoma, 30 ott. (askanews) – L’opposizione alla legge italiana che vieta la coltivazione e commercializzazione di cibi a base cellulare prodotti in laboratorio va contro la salute dei cittadini, la scienza e il principio di precauzione. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento alla presentazione di un’interrogazione parlamentare sull’argomento da parte di singoli esponenti di alcuni partiti.


Si tratta, spiega Coldiretti in una nota, “di un chiaro attacco da parte di un pugno di oligarchi all’agroalimentare italiano e non solo, con intenti di evidente speculazione finanziaria e di omologazione del cibo. Un attacco a una legge sostenuta da due milioni di firme e da un fronte trasversale che include rappresentanti di tutti i partiti politici, i governatori delle Regioni, oltre tremila sindaci”. Per Coldiretti è necessario un miglioramento della legislazione europea che garantisca il principio di precauzione e la tutela della salute dei cittadini che dovrebbe essere considerata patrimonio comune da tutti i partiti. A rischio c’è una filiera, quella agroalimentare, che vale 620 miliardi di euro con 4 milioni di occupati, che Coldiretti intende difendere ad ogni costo.


Coldiretti “non lascerà passare i tentativi di chi sta muovendo i suoi uomini in Parlamento per realizzare il proprio disegno di mettere le mani sul cibo Made in Italy. Una trama – conclude l’associazione – che vedrà l’argine fermo e deciso della scienza libera e da un forte supporto popolare, come dimostra l’ampio consenso riscontrato dalla petizione della Coldiretti dalla quale è poi scaturita la legge nazionale”. Oltre a cittadini e associazioni, hanno aderito alla raccolta di firme, tra gli altri, decine di sindaci e presidenti di Regione, il premier e leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, il presidente del Partito Democratico Stefano Bonaccini, il vicepremier Antonio Tajani di Forza Italia, il vicepremier Matteo Salvini della Lega, il leader di Azione Carlo Calenda, il capo politico di Noi Moderati Maurizio Lupi, il capogruppo del Movimento 5 Stelle al Senato Stefano Patuanelli ma anche tantissimi parlamentari come Luca Pastorino di +Europa o Elena Bonetti di Italia Viva.

Utile crollato a -64%, Volkswagen: urgente necessità di agire, ci servono tagli dolorosi

Utile crollato a -64%, Volkswagen: urgente necessità di agire, ci servono tagli dolorosiMilano, 30 ott. (askanews) – La casa automobilistica tedesca Volkswagen ha registrato nel terzo trimestre 2024 un crollo dell’utile del 63,7% a 1,58 miliardi e del 42% dell’utile operativo a 2,86 miliardi, mentre il fatturato si attesta a 78,5 miliardi (-0,5%). I risultati hanno risentito dell’aumento dei costi fissi e degli accantonamenti per la ristrutturazione, spiega l’azienda. Le vendite di veicoli sono diminuite dell’8,3% nel periodo. Alla fine di settembre 2024, la liquidità netta del gruppo era negativa per 160,6 miliardi (-147,4 mld a fine 2023). “I risultati dei nove mesi riflettono un contesto di mercato difficile e sottolineano l’importanza di realizzare i programmi di performance che abbiamo lanciato in tutto il gruppo”, ha commentato Arno Antlitz, Cfo e COO di Volkswagen. “Il marchio Volkswagen ha registrato un margine operativo di appena il 2% dopo nove mesi. Ciò evidenzia l’urgente necessità di ridurre significativamente i costi e di aumentare l’efficienza. La nostra dinamica di prodotto ci dà fiducia – ha proseguito -. Il significativo miglioramento degli ordini in Europa occidentale nel terzo trimestre rispetto all’anno precedente testimonia il rafforzamento della nostra gamma di prodotti, dalle auto con motore a combustione agli ibridi e ai veicoli completamente elettrici. Dal punto di vista operativo, ci aspettiamo una fine dell’anno più forte, grazie all’aumento dei volumi e ai nuovi modelli interessanti di tutti i marchi”.


Ma, gli ultimi dati di Bilancio di Volkswagen “dimostrano l’urgente necessità di agire e di misure dolorose”, ha affermato il direttore finanziario e direttore generale del gruppo automobilistico tedesco, Arno Antlitz, durante la teleconferenza di presentazione dei risultati di terzo trimestre e primi nove mesi dell’anno. “So bene che i tagli che fronteggiamo sono duri per ognuno di noi, tuttavia è nostra responsabilità (procedere) per il futuro di questa società”, ha avvertito. Secondo il dirigente “i costi nelle nostre attività in Germania sono lontani dall’essere competitivi e non possono continuare a questi livelli”. Antlitz ha precisato che “alla luce della riservatezza delle discussioni con le parti sociali” non intendeva “speculare sulle indiscrezioni di stampa” in merito ai piani di riassetto.


Lunedì scorso la presidente del Consiglio aziendale del gruppo, Daniela Cavallo, un organismo del gruppo nominato dai lavoratori, ha riferito che il management ha elaborato un piano che prevede – per la prima volta nella storia di Volkswagen – la chiusura di almeno di 3 dei 10 impianti in Germania, assieme a un taglio del 10% sui salari e il loro successivo congelamento su 2025 e 2026. L’obiettivo è risparmiare 4 miliardi. In diverse città, tra cui Osnabrueck dove si trova una delle tre fabbriche a rischio chiusura hanno avuto luogo manifestazioni di protesta e scioperi dei lavoratori.


A pesare la flessione in Cina (-10%), che ha penalizzato anche i conti della controllata Porsche, e in Europa (-1%) che non è stata compensata dalla crescita negli Usa (+7%) e in Sud America (+15%). Anche l’altro brand premium Audi è in difficoltà a causa delle vendite deludenti dei modelli elettrici che hanno portato alla decisione di interrompere la produzione a partire dalla fine di febbraio 2025 nello stabilimento di Bruxelles, dove viene prodotto il suv bev Q8 e-tron con circa 3mila addetti.

Volkswagen, Cfo: “Dati dimostrano che ci servono tagli dolorosi”

Volkswagen, Cfo: “Dati dimostrano che ci servono tagli dolorosi”Roma, 30 ott. (askanews) – Gli ultimi dati di Bilancio di Volkswagen “dimostrano l’urgente necessità di agire e di misure dolorose”. Lo ha affermato il direttore finanziario e direttore generale del gruppo automobilistico tedesco, Arno Antlitz, durante la teleconferenza di presentazione dei risultati di terzo trimestre e primi nove mesi dell’anno.


“So bene che i tagli che fronteggiamo sono duri per ognuno di noi, tuttavia è nostra responsabilità (procedere) per il futuro di questa società”, ha avvertito. Secondo il dirigente “i costi nelle nostre attività in Germania sono lontani dall’essere competitivi e non possono continuare a questi livelli”. Antlitz ha precisato che “alla luce della riservatezza delle discussioni con le parti sociali” non intendeva “speculare sulle indiscrezioni di stampa” in merito ai piani di riassetto.


Lunedì scorso la presidente del Consiglio aziendale del gruppo, Daniela Cavallo, un organismo del gruppo nominato dai lavoratori, ha riferito che il management ha elaborato un piano che prevede – per la prima volta nella storia di Volkswagen – la chiusura di almeno di 3 dei 10 impianti in Germania, assieme a un taglio del 10% sui salari e il loro successivo congelamento su 2025 e 2026. (fonte immagine: Volkswagen)

Financial Times: Ucraina e Russia trattano su stop raid alle infrastrutture energetiche

Financial Times: Ucraina e Russia trattano su stop raid alle infrastrutture energeticheRoma, 30 ott. (askanews) – Ucraina e Russia sono impegnate in discussioni preliminari sulla fine degli attacchi alle rispettive infrastrutture energetiche. E’ quanto riporta oggi il Financial Times, citando fonti a conoscenza della questione.


Secondo le fonti, Kiev vuole riprendere i negoziati mediati dal Qatar che erano arrivati quasi a un accordo lo scorso agosto, prima dell’incursione ucraina nella regione russa di Kursk. “Si tratta di prime discussioni sul possibile riavvio di qualcosa – ha detto un diplomatico informato sui negoziati – ora ci sono delle discussioni sulle infrastrutture energetiche”.

Volkswagen: nel terzo trimestre utile -64% a 1,58 miliardi

Volkswagen: nel terzo trimestre utile -64% a 1,58 miliardiMilano, 30 ott. (askanews) – La casa automobilistica tedesca Volkswagen ha registrato nel terzo trimestre 2024 un crollo dell’utile del 63,7% a 1,58 miliardi e del 42% dell’utile operativo a 2,86 miliardi, mentre il fatturato si attesta a 78,5 miliardi (-0,5%). I risultati hanno risentito dell’aumento dei costi fissi e degli accantonamenti per la ristrutturazione, spiega l’azienda.


Le vendite di veicoli sono diminuite dell’8,3% nel periodo.Alla fine di settembre 2024, la liquidità netta del gruppo era negativa per 160,6 miliardi (-147,4 mld a fine 2023). “I risultati dei nove mesi riflettono un contesto di mercato difficile e sottolineano l’importanza di realizzare i programmi di performance che abbiamo lanciato in tutto il gruppo”, ha commentato Arno Antlitz, Cfo e COO di Volkswagen. “Il marchio Volkswagen ha registrato un margine operativo di appena il 2% dopo nove mesi. Ciò evidenzia l’urgente necessità di ridurre significativamente i costi e di aumentare l’efficienza. La nostra dinamica di prodotto ci dà fiducia – ha proseguito -. Il significativo miglioramento degli ordini in Europa occidentale nel terzo trimestre rispetto all’anno precedente testimonia il rafforzamento della nostra gamma di prodotti, dalle auto con motore a combustione agli ibridi e ai veicoli completamente elettrici. Dal punto di vista operativo, ci aspettiamo una fine dell’anno più forte, grazie all’aumento dei volumi e ai nuovi modelli interessanti di tutti i marchi”.

Il Signore degli Anelli, esce il secondo capitolo in audiolibro

Il Signore degli Anelli, esce il secondo capitolo in audiolibroMilano, 30 ott. (askanews) – Canti popolari, battaglie epiche e suggestive lingue elfiche. Il mondo fantastico della trilogia de Il Signore degli Anelli, prosegue il suo viaggio anche in audiolibro. Dopo “La compagnia dell’anello” è infatti disponibile anche il secondo volume, “Le due torri”, in esclusiva Audible con la voce dell’attore, regista e doppiatore Massimo Popolizio.


“Tu quando reciti sul palcoscenico – ha detto Popolizio ad askanews – la prima cosa è vedi il corpo, vedi qualcuno che si muove. Come sei fatto, come ti muovi, è già parte della tua performance se vuoi, puoi avere anche una bruttissima voce, però ci sei, sei fisicamente lì. Invece quando fai una lettura per un audiolibro hai soltanto la voce, quindi i tuoi mezzi sono limitati. Quindi devi colpire l’obiettivo soltanto con questa cosa e qual è, almeno quando io leggo, il fine che mi prefiggo? È di farti vedere con le orecchie, cioè di farti vedere le immagini”. L’audiolibro si basa sulla nuova traduzione del libro di Tolkien realizzata per Bompiani da Ottavio Fatica e verrà presentato a Lucca Comics. Ma con Popolizio è affascinate anche affrontare il discorso sul come si entra dentro una lettura di questo tipo. “Quando leggi ti muovi, sudi – ha aggiunto l’attore – cioè esattamente come quando fai il doppiaggio, no? Quando segui il personaggio e io ce l’ho davanti, ho il foglio davanti, faccio i campi al microfono che è qui, Mi allontano. Mi avvicino e questa cosa per cinque ore è una cosa fisica, è fondamentalmente una cosa organica. Entra molto l’organicità, il fisico all’interno della lettura, perché si capisce poi se l’attore che legge sta respirando o non sta respirando”.


In qualche modo è come se il mondo della Terra di Mezzo e tutte le ambientazioni rese celebri anche dai film di Peter Jackson, tornassero nel timbro della voce dell’interprete. Questa forse è la cosa più interessante. “Io non sono un fan, diciamo, di questo tipo di scrittura – ha concluso Massimo Popolizio – ma devo ammettere che anche la ripetizione, la larghezza, il respiro così largo, ti fa entrare come poche volte in un viaggio. Si parla sempre di scosceso, rupe, cioè mentre leggi sei come su un ottovolante perché sembra sempre che c’hai qualcosa che ti porta giù è qualcosa poi che ti fa risalire, qualcosa che ti porta giù, qualcosa che ti permette di nasconderti. Ci sono tante cose che ti fanno da nascondiglio”. Gli audiolibri sono sempre più diffusi anche in Italia, Audible, società Amazon specializzata nella produzione e distribuzione di audio entertainment, ha calcolato che nel nostro Paese oggi 11 milioni di persone ascoltano audiolibri, con una crescita negli ultimi quattro anni del 22%.

Visionario e anticipatore, Roberto Matta a Ca’ Pesaro a Venezia

Visionario e anticipatore, Roberto Matta a Ca’ Pesaro a VeneziaVenezia, 30 ott. (askanews) – L’irrazionale, l’inconscio, le deformazioni della materia, ma anche una capacità di anticipare i tempi, prefigurando sviluppi successivi, con grande lucidità e consapevolezza del mezzo pittorico. Roberto Matta, artista cileno nato nel 1911 e morto nel 2002 è stato un protagonista del surrealismo, ma fermarsi solo a questa definizione è limitativo. E la mostra, ampia e appassionata, che gli dedica Ca’ Pesaro a Venezia, lo dimostra.


“Secondo me visionario è la parola più giusta – ha detto ad askanews Elisabetta Barisoni, responsabile del museo della Galleria internazionale d’arte moderna – perché, come sottolinea tutta anche la critica che lo ama, lui prende e poi digerisce moltissime delle culture europee, le porta negli Stati Uniti ad uso dei pittori e degli artisti statunitensi, Poi è intriso di cultura anche architettonica perché parte sotto le Corbusier”. Le sale del museo veneziano accolgono alla perfezione le grandi opere di Matta, che restituiscono parte della loro forza agli spazi espositivi, in alcuni casi si ha la sensazione di trovarsi realmente davanti a dei grandi storyboard che raccontano di noi e del nostro futuro, a volte usando il linguaggio della fantascienza, perfetto per parlare della realtà, con lo sguardo unico dell’artista.


“È veramente un ecologista ante litteram – ha aggiunto Barisoni – cioè preoccupato del destino della nostra terra. E parliamo di anni in cui si correva verso le magnifiche sorti progressive, quindi non c’era l’idea di dover preservare il pianeta su cui viviamo. È visionario a livello politico, a livello di importanza della massa critica all’interno delle decisioni della macro e della micro politica”. La Rivoluzione Cubana è stata un altro dei grandi eventi storici che Matta ha vissuto e affrontato nel suo lavoro, ma a colpire è soprattutto la capacità di anticipare stili e stilemi del contemporaneo, da Picasso fino alla Street art. Eppure al grande pubblico il suo nome resta in molti casi sconosciuto. “Secondo me importante poterlo vedere con tante opere – ha concluso la responsabile di Ca’ Pesaro – perché Matta purtroppo non è così presente nelle collezioni pubbliche, è un po’ disseminato”.


La mostra nella Galleria d’arte moderna di Venezia colma questa lacuna, offrendoci, fino al 23 marzo 2025, la possibilità di addentrarci in una figura che il Novecento, alla fine, lo ha segnato. (Leonardo Merlini)

Fantasmi, streghe, misteri: l’Irlanda del Nord terra di folklore

Fantasmi, streghe, misteri: l’Irlanda del Nord terra di folkloreBelfast, 30 ott. (askanews) – Una prigione e i fantasmi della storia, ma forse non solo quelli. Leggende e racconti popolari, streghe e misteri. L’Irlanda del Nord, a pochi giorni da Halloween, festa di cui qui si rivendica la paternità, è uno spazio dove le dimensioni si intrecciano e la possibilità di trovare narrazioni alternative è alta. Succede per esempio a Belfast, nella più antica prigione della città, Crumlin Road Gaol, dove accanto alle celle e ai tunnel dell’epoca vittoriana si dice si aggirino gli spiriti di chi è stato detenuto e condannato. Che ci si creda o meno, a noi nessun fantasma è apparso, restano gli incubi della storia, antica e più recente, resta il patibolo dove venivano eseguite le impiccagioni e restano le tracce del conflitto novecentesco che ha insanguinato l’Ulster.


A pochi chilometri dalla capitale, a Carrickfergus, nel museo civico degli attori ricordano una storia di streghe datata 1711, una donna, tormentata in modi misteriosi da demoni e da altre donne, in una vicenda che scivola nella leggenda, ma resta ancorata alla realtà, rappresentata dal Castello di Carrickfergus, dove si esercitava la giustizia e il potere e dove, anche qui, insieme ai tormenti si racconta di fantasmi che compaiono e rivendicano la propria voce. Apparizioni che sarebbero state documentate anche da fotografie, che la guida del castello ci mostra come prova. “Halloween è molto sentito in Irlanda, perché è una festa antica, è Samhain, una ricorrenza molto importante nel calendario celtico perché è il momento in cui la distanza tra i vivi e i morti diventa molto sottile e gli spiriti possono passare da una dimensione all’altra”. Liz Weir è una storyteller di Ballymena e nella casa affacciata sul mare racconta di apparizioni e misteri, di come il diavolo in persona, insieme a un mendicante, abbia dato vita alla tradizione di Halloween. Le storie scivolano nel mito, i piani si confondono, la narrazione torna a essere anche un luogo sociale, di incontro tra le persone. Con lei a raccontare c’è anche un altro storyteller, Stephen O’Hara.


“Non c’è alcuna tradizione in Irlanda secondo la quale il diavolo abbia la pelle rossa, le corna e il forcone – ha spiegato O’Hara -. Nel folklore irlandese è sempre una persona come tutte le altre, la persona che ci può stare accanto. Questo perché in tempi di sofferenza, povertà, malattia e ignoranza la gente aveva paura soprattutto delle altre persone”. Il mistero, insomma, è anche più vicino di quanto potremmo sospettare e qui, nell’Irlanda del Nord, continua a vivere e a muoversi, strano e affascinante come le strade di notte che attraversano questi racconti e ci portano lontano. (Leonardo Merlini)