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Autore: Redazione StudioNews

Nato, Bauer spinge sull’industria della difesa: l’economia vince le guerre (l’esercito le battaglie)

Nato, Bauer spinge sull’industria della difesa: l’economia vince le guerre (l’esercito le battaglie)Praga, 14 set. (askanews) – Involontariamente le “circostanze tempestose” per “la sicurezza globale” sono ben rappresentate dalla pioggia insistente di Praga, dove si è aperto oggi il Comitato militare della NATO. Temporali scroscianti e continui mentre nella capitale ceca si riunisce il vertice militare dell’Alleanza atlantica e mentre il contesto internazionale vede un approccio sempre più complesso: dalle ultime esercitazioni russe nel Mare di Barents alle parole del presidente russo Vladimir Putin sul rischio di una “guerra” se all’Ucraina fosse consentito di utilizzare armi a lungo raggio fornite dalla NATO.


Ma nella strategia dell’Alleanza, l’Ucraina appare un punto fermo oggi sin dalle prime parole proferite: con Kiev “ogni giorno diventiamo sempre più interoperabili, finché un giorno saremo fianco a fianco sotto la bandiera della NATO”. A parlare è il presidente del Comitato militare della NATO, ammiraglio Rob Bauer a Praga dove fino a domenica si tiene la riunione sul campo del Comitato, per la prima volta nella Repubblica Ceca. “Le forze armate ucraine stanno dimostrando al mondo che non c’è nulla che non possano fare”, dice. “L’Ucraina merita il nostro instancabile sostegno, non solo per quello che è come popolo, ma anche per quello che siamo noi come Nato” ha aggiunto. Mentre l’Ucraina “ha perso il 40% del suo PIL il primo giorno di guerra” e “ogni sera i ceo ucraini vanno a letto chiedendosi se la loro fabbrica sarà ancora lì la mattina dopo”, “gli alleati della NATO rappresentano il 50% della potenza economica mondiale e il 50% della potenza militare mondiale, abbiamo dentro di noi la capacità di rafforzare l’alleanza più forte del mondo e allo stesso tempo rafforzare le difese dell’Ucraina” ha poi spiegato Bauer.


L’ammiraglio ha ricordato i vari partecipanti al vertice, compreso il comandante supremo alleato in Europa, generale Christopher G. Cavoli (militare americano di origini italiane). E non ha neppure dimenticato il fatto che prima di Bauer stesso, a capo del consiglio, c’era l’attuale presidente ceco – e odierno padrone di casa – Petr Pavel, con alle spalle una lunga carriera militare. “La situazione in cui ci troviamo non ci consente davvero di essere politicamente corretti” ha detto Pavel. “Dobbiamo essere davvero molto ben compresi, in modo da prendere le misure giuste e le decisioni giuste per proteggere i nostri paesi e il nostro stile di vita”. Per poi incoraggiare i vertici militari “a essere audaci e aperti nell’articolare le vostre valutazioni e raccomandazioni, perché più sono rotonde e morbide, meno saranno comprese a livello politico”. Il capo di stato ha anche affermato che “i valori vengono sfidati dai nostri avversari, non solo tradizionali come la Russia, ma anche da Cina, Corea del Nord e Iran e molti altri che stanno osservando come si svilupperà questa competizione”. La Repubblica ceca ha inoltre ricordato, durante i lavori della mattina ciò che l’intelligence ceca collegò ad agenti militari russi: la massiccia esplosione di un deposito di munizioni nei pressi di Vrbetice, avvenuta il 20 ottobre 2014 (pochi mesi dopo l’annessione della Crimea da parte di Mosca). “Ricordiamo molto bene quando i suoi agenti uccisero due cittadini cechi in un deposito di munizioni nel 2014” ha detto il capo di stato maggiore dell’Esercito ceco, Karel Rehka, terzo a parlare. “La Russia – ha proseguito – sta ora aumentando l’uso di tattiche ibride, attacchi informatici, campagne di disinformazione e persino atti di violenza cinetica”. Queste azioni vengono interpretate dall’alto graduato ceco come uno strumento per diffondere la “paura e minare l’unità delle nostre società”. L’invito è a un approccio ampio che colleghi “le nostre capacità militari convenzionali con solide difese informatiche e una forte cooperazione civile-militare. Dobbiamo garantire che le nostre forze militari, istituzioni e società siano pronte ad affrontare questa guerra fisica, digitale e cognitiva. La Repubblica Ceca ha tratto importanti lezioni dall’aggressione russa contro l’Ucraina. Abbiamo rivisto le nostre strategie nazionali e i piani di difesa per affrontare meglio le minacce”, ha detto Rehka.


Secondo Bauer va distinto “l’incidentale dal ricorrente e le azioni a breve termine dalle conseguenze a lungo termine. Siamo tutti profondamente ispirati dal modo in cui il nostro fratello d’armi ucraino, il capo della Difesa, il generale Sirsky (Oleksandr Stanislavovyc Syrsky), sta facendo questo nel caos della guerra, lui e il suo staff mantengono la loro visione strategica, creatività e ingegno militare” ha aggiunto l’ammiraglio. Sirsky dal febbraio 2024 è comandante in capo delle Forze armate ucraine, dopo che Zelensky ha rimosso dall’incarico il generale Valerij Zaluzhny. Bauer non ha mancato di sottolineare la situazione meteo della capitale ceca oggi, con piogge torrenziali e gravi rischi. “Ci stiamo riunendo qui in circostanze tempestose, non solo in termini di condizioni meteorologiche, con forti inondazioni nella Repubblica Ceca, ma anche tempestose in termini di ambiente di sicurezza globale, il che rende la protezione dell’Alleanza ancora più importante”, ha detto.


“La responsabilità della libertà non ricade” però “solo sulle spalle di coloro che indossano l’uniforme” ha detto infine Bauer. “Per avere successo, abbiamo bisogno di una capacità produttiva dell’industria della difesa molto più ampia, perché mentre potrebbe essere l’esercito a vincere le battaglie, è l’economia a vincere le guerre: più coordiniamo la nostra produzione di difesa, più incrementiamo la nostra deterrenza, più incrementiamo la nostra deterrenza, maggiori sono le possibilità che abbiamo di proteggere le libertà che ci sono care e di impedire che la guerra entri nel nostro territorio. Questa non è un’idea nuova. In effetti, la collaborazione economica è stata un fattore chiave del trattato di Washington firmato 75 anni fa, mentre l’articolo 5 cattura spesso i riflettori, l’articolo 2 è ugualmente significativo: nelle nostre economie liberali, la maggior parte del potere risiede nel mercato, il che significa che qualsiasi cambiamento reale nella capacità produttiva dovrà derivare dalla persuasione, non dalla forza. Persuasione dell’argomento che la nostra prosperità economica è costruita sulle fondamenta della sicurezza che la NATO fornisce”. Questa sicurezza è facilmente data per scontata, ma la sicurezza è “proprio come l’ossigeno”, ha fatto notare l’ammiraglio. “Ti dimentichi che c’è finché non c’è più”. (di Cristina Giuliano)

Petroliera colpita dagli Houthi in fiamme nel Mar Rosso, missione per scongiurare disastro ambientale

Petroliera colpita dagli Houthi in fiamme nel Mar Rosso, missione per scongiurare disastro ambientaleRoma, 14 set. (askanews) – La missione navale europea Aspides partecipa a un nuovo tentativo di soccorso a una petroliera in fiamme nel Mar Rosso dopo attacchi dei ribelli Houthi dello Yemen: lo ha affermato la stessa missione dell’Ue, pubblicando delle immagini di sue navi che scortano rimorchiatori diretti alla petroliera greca Sounion.


La missione è stata “attivamente coinvolta in questa complessa impresa, creando un ambiente sicuro, necessario affinché i rimorchiatori conducano l’operazione di rimorchio”, ha affermato l’Ue, secondo quanto riportato dall’Associated Press. Scongiurare il disastro ambientale La Sounion è stata attaccata dagli Houthi a partire dal 21 agosto. La nave era dotata di un equipaggio di 25 filippini e russi, nonché di quattro membri del personale di sicurezza privato, che sono stati portati da un cacciatorpediniere francese nel vicino Gibuti. Secondo l’Ap, gli Houthi hanno successivamente piazzato degli esplosivi a bordo della nave e li hanno fatti detonare. Ciò ha portato a temere che il milione di barili di petrolio greggio della nave possa riversarsi nel Mar Rosso.

Scambio di prigionieri Ucraina-Russia: rilasciate 103 persone da entrambe le parti

Scambio di prigionieri Ucraina-Russia: rilasciate 103 persone da entrambe le partiRoma, 14 set. (askanews) – Russia e Ucraina hanno compiuto uno scambio di prigionieri di guerra, con ciascuna parte che ha rilasciato 103 persone, ha dichiarato oggi l’agenzia di stampa Interfax, citando il ministero della Difesa russo.


Il ministero ha affermato che i soldati russi scambiati oggi erano stati fatti prigionieri nella regione russa di Kursk. Le forze ucraine hanno conquistato territorio in quell’area il mese scorso nella loro prima grande incursione in Russia. “Il 14 settembre, a seguito del processo di negoziazione, 103 soldati russi catturati nella provincia di Kursk sono stati rimpatriati dal territorio controllato dal regime di Kiev”, precisa un comunicato del ministero della Difesa di Mosca. La nota sottolinea che, in cambio, altrettanti prigionieri ucraini sono stati consegnati all’Ucraina.

Governo, Tajani: senza il centro destra non vince, Francia lo dimostra

Governo, Tajani: senza il centro destra non vince, Francia lo dimostraRoma, 14 set. (askanews) – “Fi punta a occupare lo spazio politico che c’è al centro, che è libero, per rafforzare e allargare i confini del centrodestra, che è centro- destra, la destra senza il centro non vince come in Francia la Le Pen. Barnier, (incaricato di guidare il governo francese, ndr) è un uomo del partito pooplare come noi, questo dimostra che se si vuole governare bisogna guardare al centro. In Italia stiamo facendo bene così e in Europa noi siamo garanti della stabilità italiana”. Lo ha detto il vicepremier e leader di Fi, Antonio Tajani a margine di una iniziativa del partito a Cagliari.

Mattarella: Resistenza preparò nuova Italia dopo anni bui fascismo

Mattarella: Resistenza preparò nuova Italia dopo anni bui fascismoRoma, 14 set. (askanews) – “Un’estate, un autunno, di ansiosa attesa e, insieme, di intensa preparazione di una nuova Italia, dopo gli anni bui del fascismo”. Così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ad Ampezzo per la commemorazione degli 80 anni della Repubblica autonoma nella Zona Libera della Carnia, ha ricordato il ruolo che nel 1944 ebbe la Resistenza che nella lotta partigiana scelse di agire prima che arrivassero gli alleati.


“La Resistenza ricusava l’idea che il ruolo del movimento partigiano fosse, con azioni di guerriglia e di disturbo, esclusivamente di affiancamento all’offensiva delle truppe alleate”, ha sottolineato il capo dello Stato. “Un’ambizione necessaria, per ridare all’Italia il suo posto tra le nazioni civili”.

Mattarella: battaglia Resistenza per indipendenza oltre che libertà

Mattarella: battaglia Resistenza per indipendenza oltre che libertàRoma, 14 set. (askanews) – “La battaglia della Resistenza era una battaglia per l’indipendenza, oltre che per la libertà”. Lo ha detto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ad Ampezzo per la commemorazione degli 80 anni della Repubblica autonoma nella Zona Libera della Carnia, per iniziativa dei partigiani.


“Da Montefiorino all’Ossola, dall’Alto Monferrato alla Valsesia, alla Carnia, venne offerto l’esempio di genti che non si contentavano di attendere l’arrivo delle truppe alleate ma intendevano sfidare a viso aperto il nazifascismo, dimostrando che questo non controllava nè città nè territori, mettendo a nudo quello che era: truppa di occupazione”, ha ricordato il capo dello Stato.

Mattarella: il fascismo complice della ferocia nazista, la Resistenza battaglia per l’indipendenza

Mattarella: il fascismo complice della ferocia nazista, la Resistenza battaglia per l’indipendenzaRoma, 14 set. (askanews) – “Il fascismo, con il regime della Repubblica Sociale Italiana, era complice della ferocia nazista”. Lo ha detto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ad Ampezzo per la commemorazione degli 80 anni della Repubblica autonoma nella Zona Libera della Carnia, per iniziativa dei partigiani.


“La battaglia della Resistenza era una battaglia per l’indipendenza, oltre che per la libertà” ha sottolineato Mattarella, ricordando: “Da Montefiorino all’Ossola, dall’Alto Monferrato alla Valsesia, alla Carnia, venne offerto l’esempio di genti che non si contentavano di attendere l’arrivo delle truppe alleate ma intendevano sfidare a viso aperto il nazifascismo, dimostrando che questo non controllava né città né territori, mettendo a nudo quello che era: truppa di occupazione”, ha ricordato il capo dello Stato.“La Resistenza non era immobilismo – ha aggiunto Mattarella – Fu una sfida dura e i caduti di questa terra, onorata dalla Repubblica con la Medaglia d’argento al Valor Militare, ne sono il prezzo”. Mattarella ha ricordato che “nella opinione pubblica dopo l’8 settembre 1943, era presente anche ‘l’attendismo’, la convinzione che fosse meglio non esporsi alle rappresaglie nazifasciste e attendere che gli Alleati risalissero la penisola. Tutto questo non teneva in conto le sofferenze imposte alla popolazione dalle forze occupanti, i soprusi, le deportazioni. A levarsi furono i Resistenti, obbedendo all’ammonimento di Giuseppe Mazzini: ‘più che la servitù temo la libertà recata in dono’”.


“Un’estate, un autunno, di ansiosa attesa e, insieme, di intensa preparazione di una nuova Italia, dopo gli anni bui del fascismo”, così il Presidente della Repubblica ha ricordato il ruolo che nel 1944 ebbe la Resistenza che nella lotta partigiana scelse di agire prima che arrivassero gli alleati.“La Resistenza ricusava l’idea che il ruolo del movimento partigiano fosse, con azioni di guerriglia e di disturbo, esclusivamente di affiancamento all’offensiva delle truppe alleate”, ha sottolineato il capo dello Stato, concludendo: “Un’ambizione necessaria, per ridare all’Italia il suo posto tra le nazioni civili”.


 

Nato, Bauer: responsabilità difesa ricade anche sulle economie

Nato, Bauer: responsabilità difesa ricade anche sulle economiePraga, 14 set. (askanews) – (di Cristina Giuliano) Involontariamente le “circostanze tempestose” per “la sicurezza globale” sono ben rappresentate dalla pioggia insistente di Praga, dove si è aperto oggi il Comitato militare della NATO. Temporali scroscianti e continui mentre nella capitale ceca si riunisce il vertice militare dell’Alleanza atlantica e mentre il contesto internazionale vede un approccio sempre più complesso: dalle ultime esercitazioni russe nel Mare di Barents alle parole del presidente russo Vladimir Putin sul rischio di una “guerra” se all’Ucraina fosse consentito di utilizzare armi a lungo raggio fornite dalla NATO.


Ma nella strategia dell’Alleanza, l’Ucraina appare un punto fermo oggi sin dalle prime parole proferite: con Kiev “ogni giorno diventiamo sempre più interoperabili, finché un giorno saremo fianco a fianco sotto la bandiera della NATO”. A parlare è il presidente del Comitato militare della NATO, ammiraglio Rob Bauer a Praga dove fino a domenica si tiene la riunione sul campo del Comitato, per la prima volta nella Repubblica Ceca. “Le forze armate ucraine stanno dimostrando al mondo che non c’è nulla che non possano fare”, dice. “L’Ucraina merita il nostro instancabile sostegno, non solo per quello che è come popolo, ma anche per quello che siamo noi come Nato” ha aggiunto. Ma mentre l’Ucraina “ha perso il 40% del suo PIL il primo giorno di guerra” e “ogni sera i ceo ucraini vanno a letto chiedendosi se la loro fabbrica sarà ancora lì la mattina dopo”, “gli alleati della NATO rappresentano il 50% della potenza economica mondiale e il 50% della potenza militare mondiale, abbiamo dentro di noi la capacità di rafforzare l’alleanza più forte del mondo e allo stesso tempo rafforzare le difese dell’Ucraina” ha poi spiegato Bauer.


L’ammiraglio ha ricordato i vari partecipanti al vertice, compreso il comandante supremo alleato in Europa, generale Christopher G. Cavoli (militare americano di origini italiane). E non ha neppure dimenticato il fatto che prima di Bauer stesso, a capo del consiglio, c’era l’attuale presidente ceco – e odierno padrone di casa – Petr Pavel, con alle spalle una lunga carriera militare. “La situazione in cui ci troviamo non ci consente davvero di essere politicamente corretti” ha detto Pavel. “Dobbiamo essere davvero molto ben compresi, in modo da prendere le misure giuste e le decisioni giuste per proteggere i nostri paesi e il nostro stile di vita”. Per poi incoraggiare i vertici militari “a essere audaci e aperti nell’articolare le vostre valutazioni e raccomandazioni, perché più sono rotonde e morbide, meno saranno comprese a livello politico”. Il capo di stato ha anche affermato che “i valori vengono sfidati dai nostri avversari, non solo tradizionali come la Russia, ma anche da Cina, Corea del Nord e Iran e molti altri che stanno osservando come si svilupperà questa competizione”. La Repubblica ceca ha inoltre ricordato, durante i lavori della mattina ciò che l’intelligence ceca collegò ad agenti militari russi: la massiccia esplosione di un deposito di munizioni nei pressi di Vrbetice, avvenuta il 20 ottobre 2014 (pochi mesi dopo l’annessione della Crimea da parte di Mosca). “Ricordiamo molto bene quando i suoi agenti uccisero due cittadini cechi in un deposito di munizioni nel 2014” ha detto il capo di stato maggiore dell’Esercito ceco, Karel Rehka, terzo a parlare. “La Russia – ha proseguito – sta ora aumentando l’uso di tattiche ibride, attacchi informatici, campagne di disinformazione e persino atti di violenza cinetica”.


Queste azioni vengono interpretate dall’alto graduato ceco come uno strumento per diffondere la “paura e minare l’unità delle nostre società”. L’invito è a un approccio ampio che colleghi “le nostre capacità militari convenzionali con solide difese informatiche e una forte cooperazione civile-militare. Dobbiamo garantire che le nostre forze militari, istituzioni e società siano pronte ad affrontare questa guerra fisica, digitale e cognitiva. La Repubblica Ceca ha tratto importanti lezioni dall’aggressione russa contro l’Ucraina. Abbiamo rivisto le nostre strategie nazionali e i piani di difesa per affrontare meglio le minacce”, ha detto Rehka. Secondo Bauer va distinto “l’incidentale dal ricorrente e le azioni a breve termine dalle conseguenze a lungo termine. Siamo tutti profondamente ispirati dal modo in cui il nostro fratello d’armi ucraino, il capo della Difesa, il generale Sirsky (Oleksandr Stanislavovyc Syrsky), sta facendo questo nel caos della guerra, lui e il suo staff mantengono la loro visione strategica, creatività e ingegno militare” ha aggiunto l’ammiraglio. Sirsky dal febbraio 2024 è comandante in capo delle Forze armate ucraine, dopo che Zelensky ha rimosso dall’incarico il generale Valerij Zaluzhny.


Bauer non ha mancato di sottolineare la situazione meteo della capitale ceca oggi, con piogge torrenziali e gravi rischi. “Ci stiamo riunendo qui in circostanze tempestose, non solo in termini di condizioni meteorologiche, con forti inondazioni nella Repubblica Ceca, ma anche tempestose in termini di ambiente di sicurezza globale, il che rende la protezione dell’Alleanza ancora più importante”, ha detto. “La responsabilità della libertà non ricade” però “solo sulle spalle di coloro che indossano l’uniforme” ha detto infine Bauer. “Per avere successo, abbiamo bisogno di una capacità produttiva dell’industria della difesa molto più ampia, perché mentre potrebbe essere l’esercito a vincere le battaglie, è l’economia a vincere le guerre: più coordiniamo la nostra produzione di difesa, più incrementiamo la nostra deterrenza, più incrementiamo la nostra deterrenza, maggiori sono le possibilità che abbiamo di proteggere le libertà che ci sono care e di impedire che la guerra entri nel nostro territorio. Questa non è un’idea nuova. In effetti, la collaborazione economica è stata un fattore chiave del trattato di Washington firmato 75 anni fa, mentre l’articolo 5 cattura spesso i riflettori, l’articolo 2 è ugualmente significativo: nelle nostre economie liberali, la maggior parte del potere risiede nel mercato, il che significa che qualsiasi cambiamento reale nella capacità produttiva dovrà derivare dalla persuasione, non dalla forza. Persuasione dell’argomento che la nostra prosperità economica è costruita sulle fondamenta della sicurezza che la NATO fornisce”. Questa sicurezza è facilmente data per scontata, ma la sicurezza è “proprio come l’ossigeno”, ha fatto notare l’ammiraglio. “Ti dimentichi che c’è finché non c’è più”.

Yoga della Risata: dall’11 al 13 ototbre sul Lago di Garda, il IV congresso italiano

Yoga della Risata: dall’11 al 13 ototbre sul Lago di Garda, il IV congresso italianoRoma, 14 set. (askanews) – Benessere, aziende, scuola, ambito socio-sanitario tra cui ospedale, cure palliative, anziani, carcere, disabilità. Sono questi i principali settori dei benefici comprovati dello Yoga della Risata, come verrà approfondito durante il IV Congresso Italiano che, dopo il grande successo del 2019 e una lunga attesa durata ben 5 anni, tornerà tra un mese, dall’11 al 13 ottobre 2024, sul Lago di Garda, al Parc Hotel di Peschiera del Garda (VR). Due gli interventi formativi, in modalità virtuale, dei fondatori indiani della pratica: il medico Madan Kataria e sua moglie Madhuri, inoltre si alterneranno sul palco tanti esperti, tra cui 1 medico, 3 psicologi, 6 professionisti sanitari.


Sarà un’esperienza corale, inclusiva e fortemente formativa, aperta a tutti e promossa dalla Master Trainer Lara Lucaccioni, una delle più attive al mondo, con l’obiettivo di promuovere il benessere delle persone e realizzare la missione del Movimento: salute, felicità e pace nel mondo attraverso la risata. Sono previsti oltre 30 appuntamenti, come talk e workshop con ospiti nazionali ed internazionali, formazione, buone pratiche, giochi, risate e Funny Night, per sperimentare la via più semplice ed economica al benessere. Obiettivi che sono confermati dalla media partnership con il settimanale Donna Moderna e dalla sponsorship dell’azienda di medicina naturale Prodeco Pharma, due realtà da sempre attente al benessere psico-fisico. Lo Yoga della Risata è una pratica rivoluzionaria dall’enorme valore terapeutico, ideata nel 1995 e basata sull’intuizione unica che tutti possono ridere anche in assenza di umorismo, con innumerevoli benefici scientificamente dimostrati. Coinvolge oggi più di 3 milioni di persone in oltre 115 Paesi con migliaia di Club della Risata gratuiti, che ne sono il cuore. Sono oltre 500 quelli italiani (elenco geolocalizzato).


“Dopo 5 lunghi anni – puntualizza Lara Lucaccioni – sono felice e orgogliosa di promuovere di nuovo questo evento straordinario, aperto a tutti, per far sperimentare come ridere sia la miglior medicina a costo zero, come dimostrato dalla stessa ricerca scientifica. Non tutti, però, sanno come farlo. La via è quella indicata dello Yoga della Risata, che ci insegna a ridere anche quando la vita non ci sorride, con enormi benefici. Il Congresso, con l’intervento straordinario del fondatore della pratica, il medico Madan Kataria, sarà l’occasione per condividere tutte le applicazioni terapeutiche di questa pratica rivoluzionaria. L’obiettivo finale è diffondere salute, felicità e pace, secondo quella che è la missione dello Yoga della Risata!” All’evento saranno presenti alcuni tra i principali esponenti italiani e stranieri della disciplina. Tra i relatori: la Master irlandese Tové Kane (azienda), il Master australiano Merv Neal, collegato online (salute mentale), il manager Ilario Tricarico (azienda), il medico Vittorio Fusco (ospedale), la biologa nutrizionista Leslye Pario (stress), lo psicoterapeuta Francesco Cianci (intelligenza emotiva), la psicologa Daniela Sirtori (psicologia), la docente universitaria Rosaria Cirillo (scienza della felicità), l’insegnante Elena Berrone (scuola), la pedagogista Monica Lombardi (Pedagogia della Gioia), la psicologa clinica e della riabilitazione Anna Bondaschi (cure palliative), il fisioterapista Marco Squarzoni (interventi uno a uno), le infermiere Simonetta Pocchiesa (anziani e morte), Maura Como (pazienti oncologici) e Gabriella Mozzone (processo di guarigione), l’educatrice e pedagogista Cinzia Perrotta (carcere), la facilitatrice Lalla Ribaldone (disabilità).


È una disciplina trasformativa, semplice ed economica, che si pratica anche da soli, ma la cui forza principale è data dal gruppo. Nasce dall’intuizione unica, secondo cui ciascuno di noi può decidere di ridere senza l’ausilio della comicità, portando il corpo a farlo per scelta: emettiamo il suono della risata e lo sosteniamo progressivamente attraverso la respirazione, per almeno dieci minuti, con gli stessi innumerevoli benefici, in quanto il nostro corpo non distingue una risata spontanea da una autoindotta. Tanto più che, dopo qualche risata autoindotta, essa finisce per diventare autentica e contagiosa. Se siamo in gruppo, ciò avviene grazie all’effetto dei neuroni specchio e della giocosità sperimentata durante gli incontri; se siamo da soli, ci fa ridere il nostro sé che ride, che gioca con il suono delle risate e nutre il suo bambino interiore, e inneschiamo così la risata, respiro dopo respiro. Inspiro-trattengo e rido diventa la via per il nostro benessere! Attraverso la pratica si potenzia l’ossigenazione, rendendo più vitale ed energico il nostro corpo, diventando anche più presenti a livello mentale. Inoltre, aumentano le difese immunitarie, diminuisce lo stress fisico, mentale ed emotivo, si riducono il rischio di malattie al cuore e la pressione arteriosa, migliorano la digestione e il transito intestinale. Viene inoltre favorito il sonno, si creano profonde relazioni e si aumenta la resilienza.


Sono oltre 700 le ricerche scientifiche che attestano tali benefici. Tra le numerose riguardanti la diminuzione del cortisolo, l’ormone dello stress, grazie alla risata, la più significativa è la meta-analisi del maggio 2023

Nave Vespucci ha raggiunto le Filippine

Nave Vespucci ha raggiunto le FilippineRoma, 14 set. (askanews) – Nave Amerigo Vespucci, storico veliero e Nave Scuola della Marina Militare, è arrivata nell’arcipelago delle Filippine a Manila, 23^ tappa del Tour Mondiale, dopo la sosta a Tokyo, percorrendo quasi 2.000 miglia in 15 giorni di navigazione.


Si tratta della prima visita della nave nella capitale delle Filippine. Ad accogliere Nave Amerigo Vespucci in porto a Manila, l’Ambasciatore d’Italia a Manila S.E. Davide Giglio e autorità rappresentanti della Marina Militare delle Filippine. Anche a Manila migliaia di visitatori si sono iscritti per salire a bordo del Vespucci.


L’Amerigo Vespucci, custode delle più antiche tradizioni navali e marinare da oltre novant’anni – è uno dei simboli più conosciuti dell’Italia nel mondo. L’iniziativa del “Tour Mondiale” Vespucci, fortemente voluta dal Ministro della Difesa Guido Crosetto, coniuga la tradizionale attività formativa degli allievi Ufficiali e la promozione delle eccellenze del Made in Italy. Il Vespucci è l’emblema della Marina Militare e dell’Italia stessa: nel solco delle tradizioni marinare, negli anni ha contribuito alla crescita del prestigio del Paese. La nave è partita il 1° luglio 2023 dal Porto di Genova per compiere il giro del mondo della durata di circa 2 anni e porta con sé la cultura, la storia, l’innovazione, la scienza, la ricerca, la tecnologia, che fanno dell’Italia un grandissimo Paese, apprezzato da tutto il mondo.