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Autore: Redazione StudioNews

Domani allerta arancione in 6 regioni del Centro Nord

Domani allerta arancione in 6 regioni del Centro NordMilano, 7 set. (askanews) – Domani, domenica 8 settembre, scata l’allerta arancione per rischio temporali e idrogeologico su buona parte di Toscana, Emilia-Romagna Liguria, Veneto e Lombardia e su tutto il Friuli Venezia Giulia. Allerta gialla, invece, su resto di Toscana, Liguria, Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto, oltre che su Umbria e parte di Sardegna, Marche e Piemonte. Lo fa sapere il Dipartimento della Protezione Civile che ha emesso un avviso di condizioni meteorologiche avverse.


L’avviso prevede dalla serata di oggi, sabato 7 settembre, precipitazioni da sparse a diffuse, anche a carattere di rovescio o temporale, sulla Liguria, in estensione, dalle prime ore di domani, domenica 8 settembre, a Piemonte, Emilia-Romagna e Toscana, successivamente a Lombardia, Veneto e, dal pomeriggio, a Friuli Venezia Giulia, Marche, Umbria e Lazio. I fenomeni saranno accompagnati da rovesci di forte intensità, frequente attività elettrica, locali grandinate e forti raffiche di vento.

Scocchia: Caffè ai massimi? Rischio non è solo caro-tazzina ma immigrati

Scocchia: Caffè ai massimi? Rischio non è solo caro-tazzina ma immigratiMilano, 7 set. (askanews) – Il prezzo del caffè ai massimi storici ha una duplice conseguenza: una nel breve periodo e di più immediata comprensione, l’altra nel lungo periodo e più difficile da immaginare. Perchè la prima ricade su un’abitudine quotidiana, l’altra su equilibri socio-demografici globali. Con l’impennata dei costi della materia prima “uno deve considerare che non solo aumenta il prezzo della tazzina del caffè, ma ci ritroviamo milioni e milioni di persone che spinte dalla fame, si riversano nei nostri Paesi”. A riflettere sulle conseguenze del rally del prezzo del caffè è Cristina Scocchia, che dal 2021 guida illycaffè. “La tazza del caffè, lo sappiamo tutti, sta aumentando: il prezzo della tazzina è aumentato del 15% negli ultimi tre anni, adesso in media costa 1,5 euro, seppure con grandi disparità tra città e città, e tutti sappiamo che purtroppo è destinato ad aumentare – ci ha detto a margine dei lavori del forum Ambrosetti – questo perché il caffè verde è ai suoi massimi storici: l’indice del New York Stock Exchange di settimana scorsa oscillava intorno ai 250-252 cents di dollaro per libra, è il 70% di più dell’anno scorso, è addirittura più del doppio dei 110 che ho visto a dicembre 2021 quando sono arrivata in Illycaffè”. E’ ovvio, osserva, che “se la materia prima, il caffè verde che tanto amiamo, passa da 110 a 250 è inevitabile che poi le aziende fino a un certo punto comprimono i propri margini, poi purtroppo devono aumentare i prezzi”.


Tuttavia non si può considerare solo il dato finale e protestare per gli aumenti. Occorre andare oltre e capirne le cause. “Questo fenomeno – osserva Scocchia – è dovuto soprattutto al cambiamento climatico, perché purtroppo assistiamo a meteo avversi dal Vietnam fino al Brasile, la siccità che si alterna a piogge torrenziali, e fa sì che l’offerta di caffè verde sia sempre inferiore alla domanda”. Poi però “ci si è messa anche la geopolitica perchè non poter attraversare il canale di Suez ma dover circumnavigare l’Africa significa container che ci mettono 20 giorni in più in media per le consegne e costi che lievitano. In più ci sono le speculazioni sulle soft commodities, ed ecco che si è creata la tempesta perfetta”. Questa tempesta perfetta però ha ricadute sua sul costo della tazzina di caffè, quindi al micro, ma anche a livello macro “perchè alcuni fattori come il cambiamento climatico sono di una portata e di una gravità tale per cui si pensa che da qui al 2050 la metà del terreno che oggi viene coltivato a caffè non sarà più coltivabile. E questo significa milioni di contadini che oggi vivono al limite della sussistenza e domani saranno spinti dalla fame a provare a emigrare”. L’esempio più immediato è quello dell’Etiopia “che ha tra i 2 e i 5 milioni di contadini. Se perderanno quel poco che hanno per vivere, avremo due milioni e mezzo di contadini in più etiopi che faranno qualunque cosa per venire in Europa. Quindi questa immigrazione climatica, oltre a tutte le altre conseguenze, è un dramma umanitario che mette in difficoltà anche la tenuta dell’Europa, perché è ovvio che noi non possiamo prendere un numero infinito di immigrati”.


A preoccupare è anche il fatto che “c’è ancora adesso da parte di una larga fetta di persone l’idea che sì il cambiamento climatico c’è, ci sono fenomeni meteo avversi, ma riguardano sempre altri. Non c’è ancora la chiara consapevolezza che da questa situazione non ci si salva ognuno per sé ma tutti insieme. C’è sempre di più la consapevolezza che c’è un cambiamento climatico in atto, che questo è dannoso, ma larghe fette della popolazione ancora pensano che sia un fenomeno che riguarda altri e che noi al massimo abbiamo Milano con i tombini che non reggono come ci è successo due giorni fa”. E invece ha risvolti di portata ben più ampia di fronte ai quali “forse si capisce di più perché è urgente” intervenire.

Motogp, Martin vince la Sprint a Misano e allunga nel mondiale

Motogp, Martin vince la Sprint a Misano e allunga nel mondialeRoma, 7 set. (askanews) – Jorge Martin si impone nella Sprint del GP di San Marino a Misano dopo un lungo duello con Pecco Bagnaia e allunga nel Mondiale. Il pilota della Ducati Pramac realizza una partenza fantastica dalla seconda fila, va subito al comando e detta il ritmo senza lasciare alcuna occasione a Bagnaia di poterlo superare: il suo successo, il quinto nella gara breve del sabato, gli consente di aumentare il vantaggio in classifica, portato ora a 26 punti sull’iridato della Ducati. Gran terzo Franco Morbidelli sull’altra Pramac, al suo primo piazzamento stagionale fra i primi tre. Quarto Enea Bastianini con l’altra Ducati ufficiale davanti a Marc Marquez (Gresini), risalito da nono in griglia.

Sicilia, Edoardo (9 anni) “lettore prodigio” di Biancavilla

Sicilia, Edoardo (9 anni) “lettore prodigio” di BiancavillaRoma, 7 set. (askanews) – Un piccolo ‘campione di lettura’, la cui passione ribalta lo stereotipo duro a morire della cosiddetta “look down generation”, i giovani che trascorrono ore e ore della giornata guardando il telefonino. Il biancavillese Edoardo Ventura, 9 anni appena, è stato premiato come ‘lettore prodigio’ dal sindaco di Biancavilla (Catania), Antonio Bonanno.


Edoardo è il volto più conosciuto della biblioteca comunale: da maggio a oggi, certificano gli impiegati, ha preso in prestito una quarantina di libri ai quali se ne aggiungono altri venti circa che custodisce a casa assieme a tanti altri volumi. Libri, sia chiaro, tutti letti con avidità. In cima alle sue preferenze c’è il popolare Geronimo Stilton e, più in generale, i romanzi d’avventura e fantasy. “Appreso del bellissimo e, speriamo, contagioso primato, – commenta il primo cittadino – insieme con l’assessore alla Cultura, Vincenzo Randazzo, abbiamo voluto consegnare al piccolo Edoardo – in presenza dei genitori Agatina Indorato e Vincenzo Ventura e del fratello Jacopo di 11 anni – un riconoscimento dell’amministrazione assieme a 3 libri, suo pane quotidiano. Uno dei volumi donati fa parte della trilogia del ‘Signore degli Anelli’ che ha cominciato ad appassionare il giovanissimo lettore”.


Da grande, Edoardo vuole fare lo scrittore. Quest’anno farà la quinta classe della scuola ‘Sante Giuffrida’ di Adrano.

Vela, Luna Rossa batte American Magic, sesta vittoria

Vela, Luna Rossa batte American Magic, sesta vittoriaRoma, 7 set. (askanews) – Luna Rossa fa 6 su 6. L’imbarcazione italiana inizia nel migliore dei modi il day-7 battendo American Magic nella prima regata di giornata. Una sfida avvincente e serrata nella prima metà, poi Luna Rossa è riuscita a fare la differenza dal secondo lato di poppa in poi, con manovre sempre perfette. Il team italiano tornerà in acqua nella quinta regata, contro INEOS Britannia: una vittoria regalerebbe l’aritmetica del primo posto in classifica nel Round Robin

Paralimpiadi, Meloni: soddisfazioni straordinarie per l’Italia

Paralimpiadi, Meloni: soddisfazioni straordinarie per l’ItaliaRoma, 7 set. (askanews) – “Sono molto contenta di essere qui, penso che sia straordinario avere l’occasione di ringraziare questi atleti che stanno dando all’Italia delle soddisfazioni straordinarie, che sono un grande insegnamento per tutti gli italiani perché raccontano una cosa molto bella e cioè che i più grandi limiti sono soprattutto nella nostra testa, se abbiamo la forza di superarli nella nostra testa possiamo scoprire cose che non avremmo immaginato”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni arrivando a Casa Italia, la sede della delegazione italiana ai Giochi Paralimpici di Parigi. “Mi piace molto lo slogan scelto dalla federazione, ‘phisique du role’, e per questo ringrazio il presidente Pancalli – ha proseguito Meloni, ripresa dalle telecamere di Rainews 24 -. E’ una provocazione molto intelligente e penso che questi ragazzi, che ci stanno regalando un sacco di medaglie e per i quali tutta l’Italia sta tifando, meritino di avere le istituzioni al loro fianco e di avere la loro presenza qui. C’è già stato qui il presidente Mattarella, c’è ovviamente il ministro” dello Sport Andrea Abodi, “e penso che fosse soprattutto una grande emozione per me avere l’occasione, seppure in velocità, di venirli a salutare personalmente”, ha concluso la premier.

Venezia 81, il premio “Sorriso diverso” a due registe donne

Venezia 81, il premio “Sorriso diverso” a due registe donneMilano, 7 set. (askanews) – Sono state assegnati a Venezia i riconoscimenti “Sorriso Diverso Venezia Award”, premio collaterale ufficiale della 81esima Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia per le opere cinematografiche di interesse sociale che valorizzano la diversità e tutelano le fragilità delle persone.


Ad aggiudicarsi il premio per la prima volta sono due registe donne, con due opere che diversamente raccontano con forza il ruolo femminile, il titolo di Miglior Film Italiano va a “Vermiglio” di Maura Delperoper “aver realizzato una nitida e vivida rappresentazione delle tradizioni delle popolazioni dell’Alto Adige. Profonda l’analisi sociale e psicologica dei personaggi e del portato della complessità della vita di queste genti, con particolare accento al ruolo fondamentale delle donne che con la loro forza e resilienza hanno mantenuto in piedi le famiglie, sostituendo gli uomini andati in guerra e, soprattutto, quelli che non ne sono più tornati. Portentosa la direzione di splendidi attori”. Il riconoscimento per il Miglior Film Straniero va a Mon Inseparable di Anne-Sophie Bailly “per un film molto forte, di grande impatto che accende potenti riflettori su temi tabù, molto poco trattati con eccezionali piglio e determinazione. Senza barare mai. Film delicato, lieve, ma incalzante. Di altissima valenza sociale”. Presenti in sala a ricevere il Premio Sorriso Diverso per Vermigliol’attrice protagonista del film Martina Scrinzi oltre alla produttrice Francesca Andreoli di Cinedora e Samanta Antonnicola di Rai Cinema e mentre per Mon Inseparable la regista Anne-Sophie Bailly.


Padrino della cerimonia l’attore, scrittore e regista Marco Bonini ha proposto un estratto dal testo teatrale tratto da La Genesi- di tutti i nostri problemi, una rilettura delle orgini del patriarcato e un’analisi semiseria sulle problematiche di genere, mentre in veste di testimonial della resilienza sociale l’attrice Beatrice Luzzi, si è concentrata sulla valenza sociale del cinema e sui temi spesso poco trattati che meritano di essere portati sotto i riflettori. “II tema sociale e sostenibile della XIV edizione, su determinazione della Giuria del Premio, diventa la vita e la natalità, la lotta per generare un futuro, troppe volte, nella cultura occidentale, ragioniamo su cosa troveranno i giovani ed invece non pensiamo mai al prezioso lavoro per generare altra vita, il ruolo determinante ed indispensabile delle donne – commenta Diego Righini, Presidente del Premio commenta i temi delle opere vincitrici e aggiunge – La donna ha un dono naturale, genera vita, in esclusiva, e la protegge quando é più fragile, le nuove generazioni sottovalutano questa virtù e pensano troppo alle materie da contendere all’uomo”.


Intervenendo sulle scelte della giuria Paola Tassone, Direttore artistico del Premio, esprime la sua soddisfazione per le opere vincitrici: “Sono lieta che la giuria abbia premiato due registe che hanno saputo costruire due pellicole molto forti, ben fatte, in cui le protagoniste sono due donne, raccontandoci in modo differente due spaccati di famiglia entrandone in profondità. La Bailly ci induce a riflettere sull’attaccamento e protezione che una madre ha verso il figlio, sull’importanza di dare libertà e opportunità ai nostri figli e darla anche quando vi è una disabilità. La Del Pero esplora argomenti come quelli della tradizione, dei ruoli di genere, oltre a sottolineare come l’impatto della guerra arrivi anche nei luoghi più isolati. Tutte tematiche che purtroppo sono molto attuali””. Presenti anche il Direttore di Rai per la Sostenibilità Roberto Natale, l’autore e conduttore Guido Barlozzetti per Rai Pubblica Utilità, il Presidente della Municipalità Lido Pellestrina (Comune di Venezia) Emilio Guberti, Alfonso Pecoraro Scanio Presidente della Fondazione Univerde premiato con il SorrisoDiverso per lo spot sul turismo sostenibile e il direttore commerciale Alta Velocità Trenitalia Giuseppe Rafaniello.


Presieduto da Diego Righini, con la direzione artistica di Paola Tassone, il Premio – giunto quest’anno alla sua 14esima edizione – ha visto 17pellicole in nomination, scelte in accordo con la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia dalla giuria di esperti presieduta da Catello Masullo e composta da Paola Dalla Torre, Paola Dei, Armando Lostaglio, Franco Mariotti, Massimo Nardin, Imma Noemi Medina Fronten, Antonio Castaldo e Rossella Pozza.

Ue, Mattarella avverte: competare l’edificio o rischia di crollare

Ue, Mattarella avverte: competare l’edificio o rischia di crollareAosta, 7 set. (askanews) – Un’Italia in cui nessuno dei suoi cittadini sia considerato “straniero”, “quale che sia la cultura, la lingua e la religione”; e un’Italia parte di un’Unione europea sempre più integrata, che possa così rendere “effettiva la sovranità nazionale” ed evitare che l’edificio europeo “crolli” sotto gli “urti degli eventi internazionali”. Rifuggendo dall’”inganno” e dall’”illusione” di chi dice che sia possibile tornare indietro. La visita ad Aosta per l’80esimo anniversario della Resistenza, della Liberazione e dell’Autonomia, è l’occasione per il capo dello Stato Sergio Mattarella prima di attualizzare il dibattito che all’assemblea Costituente portò al riconoscimento del bilinguismo valdostano, e poi per riaffermare la necessità di procedere nel processo di integrazione europea.


“Il principio che l’Assemblea costituente affermava era esplicito: non potevano essere considerate straniere, in Italia, lingue parlate da cittadini italiani radicati nel suo territorio”. E dunque “non si era – e non si è – stranieri a casa propria, quale fosse – e sia – la propria cultura, lingua, religione. Era la diretta conseguenza dei principi fondamentali della nostra Costituzione. Lo rende esplicito l’articolo 3”, ha spiegato Mattarella nell’intervento alle celebrazioni nel Teatro Splendor di Aosta. Poi la visita all’Università e la lectio magistralis di Éric Carpano, docente di diritto pubblico presso l’Università Jean Moulin di Lione, forniscono lo spunto per affrontare il tema europeo. Con le due visioni che da sempre si confrontano in Europa: “Qualcuno che pensa che l’Unione sia un’utile cornice di collaborazione economica ma nulla di più, e chi invece ha sempre pensato, e continua a pensare, che l’Unione sia una comunità di valori che si aggrega intorno a questi e inevitabilmente cresce in un’integrazione sempre più intensa e concreta”. Non ci sono dubbi, per il presidente della Repubblica, su quale sia la strada percorrere, anche “per rendere effettiva la sovranità nazionale di fronte ai tanti problemi di dimensioni epocali che si pongono di fronte all’umanità, sempre più ampi, sempre più globali come dimensione e carattere: nessuna sovranità nazionale è in grado di affrontarle in modo efficace”. Dunque, ha proseguito il ragionamento Mattarella, “per rendere effettive queste sovranità nazionali occorre investire in quella europea”. Poi il monito, forte: “Le genti di montagna sanno che quando ci sono difficoltà emergenziali, fortunali, calamità naturali, un edificio incompleto non può reggere, rischia di non sopravvivere. Il mondo è pieno di condizioni emergenziali, di difficoltà di grande rilievo, globali, e l’edificio va completato e non può a lungo restare incompleto perchè non reggerebbe all’urto degli eventi della vita internazionale. Questo non sempre si riesce a far comprendere: molti nell’Unione europea, in tanti paesi dell’Unione, forse in tutti, vengono illusi da chi pensa che si possa tornare a un’epoca d’oro del passato, che non c’è più, ammesso che fosse d’oro. Ma non c’è più, perchè il mondo è cambiato, la storia procede, illudersi che si torni indietro è un inganno, occorre procedere”.

Ue, Mattarella avverte: competare edificio o rischia di crollare

Ue, Mattarella avverte: competare edificio o rischia di crollare

Aosta, 7 set. (askanews) – Un’Italia in cui nessuno dei suoi cittadini sia considerato “straniero”, “quale che sia la cultura, la lingua e la religione”; e un’Italia parte di un’Unione europea sempre più integrata, che possa così rendere “effettiva la sovranità nazionale” ed evitare che l’edificio europeo “crolli” sotto gli “urti degli eventi internazionali”. Rifuggendo dall’”inganno” e dall’”illusione” di chi dice che sia possibile tornare indietro. La visita ad Aosta per l’80esimo anniversario della Resistenza, della Liberazione e dell’Autonomia, è l’occasione per il capo dello Stato Sergio Mattarella prima di attualizzare il dibattito che all’assemblea Costituente portò al riconoscimento del bilinguismo valdostano, e poi per riaffermare la necessità di procedere nel processo di integrazione europea.

“Il principio che l’Assemblea costituente affermava era esplicito: non potevano essere considerate straniere, in Italia, lingue parlate da cittadini italiani radicati nel suo territorio”. E dunque “non si era – e non si è – stranieri a casa propria, quale fosse – e sia – la propria cultura, lingua, religione. Era la diretta conseguenza dei principi fondamentali della nostra Costituzione. Lo rende esplicito l’articolo 3”, ha spiegato Mattarella nell’intervento alle celebrazioni nel Teatro Splendor di Aosta.

Poi la visita all’Università e la lectio magistralis di Éric Carpano, docente di diritto pubblico presso l’Università Jean Moulin di Lione, forniscono lo spunto per affrontare il tema europeo. Con le due visioni che da sempre si confrontano in Europa: “Qualcuno che pensa che l’Unione sia un’utile cornice di collaborazione economica ma nulla di più, e chi invece ha sempre pensato, e continua a pensare, che l’Unione sia una comunità di valori che si aggrega intorno a questi e inevitabilmente cresce in un’integrazione sempre più intensa e concreta”. Non ci sono dubbi, per il presidente della Repubblica, su quale sia la strada percorrere, anche “per rendere effettiva la sovranità nazionale di fronte ai tanti problemi di dimensioni epocali che si pongono di fronte all’umanità, sempre più ampi, sempre più globali come dimensione e carattere: nessuna sovranità nazionale è in grado di affrontarle in modo efficace”. Dunque, ha proseguito il ragionamento Mattarella, “per rendere effettive queste sovranità nazionali occorre investire in quella europea”.

Poi il monito, forte: “Le genti di montagna sanno che quando ci sono difficoltà emergenziali, fortunali, calamità naturali, un edificio incompleto non può reggere, rischia di non sopravvivere. Il mondo è pieno di condizioni emergenziali, di difficoltà di grande rilievo, globali, e l’edificio va completato e non può a lungo restare incompleto perchè non reggerebbe all’urto degli eventi della vita internazionale. Questo non sempre si riesce a far comprendere: molti nell’Unione europea, in tanti paesi dell’Unione, forse in tutti, vengono illusi da chi pensa che si possa tornare a un’epoca d’oro del passato, che non c’è più, ammesso che fosse d’oro. Ma non c’è più, perchè il mondo è cambiato, la storia procede, illudersi che si torni indietro è un inganno, occorre procedere”.

Meloni: sull’Ucraina non dobbiamo mollare. L’Italia non lo farà

Meloni: sull’Ucraina non dobbiamo mollare. L’Italia non lo faràRoma, 7 set. (askanews) – Sul sostegno all’Ucraina “non dobbiamo mollare”. Di certo, “l’Italia non lo farà. E lo dico con estrema chiarezza, sapendo che c’è un’opinione pubblica che è legittimamente spaventata dalla guerra”. Intervistata dal direttore del Corriere della Sera Luciano Fontana, nell’ambito di un panel del Forum Ambrosetti, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che aveva avuto poco prima a Cernobbio un bilaterale di mezz’ora proprio col presidente ucraino Volodymyr Zelensky, spazza via l’ipotesi che sul sostegno a Kiev il governo italiano possa avere un qualche ripensamento.


“Non ho mai cambiato idea sulla vicenda dell’Ucraina – assicura la premier – penso che da parte dell’Italia sia stata dimostrata una postura estremamente seria, determinata, chiara, che ci viene riconosciuta da tutti i nostri partner”. Una delle ragioni è che “non penso affatto che il destino del conflitto in Ucraina sia segnato, dobbiamo fare attenzione a non cadere nelle trappole della propaganda russa. Continuo a sentire da mesi che la guerra in Ucraina è persa, che la Russia sta vincendo la guerra, che non abbiamo speranza”, ma “i dati – sottolinea Meloni – dicono qualcosa di abbastanza diverso: l’invasione dell’Ucraina nasce come Blitzkrieg, l’idea di una guerra lampo da parte della Russia che avrebbe dovuto portare in pochi giorni alla conquista di Kyev”. Ebbene, a distanza di oltre due anni, “ci rendiamo conto – ha proseguito la premier – che quell’obiettivo oggi è lontano anni luce. Ma vi do un altro dato: a febbraio 2023 la Russia controllava il 17,3% del territorio ucraino, a febbraio 2024, dopo un anno, la Russia ne controllava il 17,5%”. Dunque, ha spiegato Meloni, “non è imminente la vittoria della Russia, è” piuttosto “uno stallo, lo stallo che noi abbiamo contribuito a creare sostenendo l’Ucraina, perché il conflitto nasceva con una sproporzione enorme tra le due forze in campo e se c’è una sproporzione enorme è ovvio che, senza un sostegno che riequilibri quella sproporzione, ci sia una sconfitta”. Dopo la quale non ci sarebbe bisogno di “nessun tavolo di trattativa” perchè “il tavolo di trattativa si crea se e quando c’è uno stallo tra le due forze in campo. Quindi noi abbiamo creato quello stallo per costruire la pace”. Tuttavia, non è solo per una ragione morale che l’Italia sostiene l’Ucraina, ha proseguito Meloni. “Stiamo facendo la cosa giusta non solo a livello morale ma anche nell’interesse nazionale”, ha spiegato la premier. “Siamo sicuri – ha proseguito – che potrebbe convenirci un mondo nel quale saltano le regole internazionali che hanno garantito il sistema multilaterale e vivere in un mondo nel quale chi è militarmente più forte invade il suo vicino? Pallottoliere alla mano temo che non ci convenga. A noi conviene un mondo nel quale ci sono delle regole perché questo ci garantisce mercati aperti, garantisce ai nostri prodotti di eccellenza di competere sui grandi mercati e non penso che ci convenga invece una competizione sul numero dei carri armati. Quindi la scelta del governo italiano è stata una scelta di giustizia e anche una scelta di difesa degli interessi nazionali. E credo che lo stesso tema se lo debbano porre anche altri grandi attori globali. Se saltano le regole del diritto internazionale noi otterremo un moltiplicarsi delle crisi e avremo una naturale frammentazione dello spazio geoeconomico, cioè sulla lunga distanza globalizzazione economica e messa in discussione delle regole del diritto internazionale non cammineranno insieme. È quello che ho detto anche ai miei omologhi cinesi. Bisogna scegliere, perché le due cose non stanno insieme ed è il motivo per cui penso che alla fine attori come Cina e India potranno giocare un ruolo per risolvere il conflitto”. Di certo, ha concluso Meloni, “l’unica cosa che non si può fare è pensare che” la situazione “si risolva mollando l’Ucraina al suo destino perché questo non porterà pace, porterà caos, guerre più vicine a casa nostra e porterà conseguenze economiche più gravi di quanto oggi costa sostenere l’Ucraina. Quindi è una scelta prima di tutto di interesse nazionale quello che l’Italia sta facendo ed è una scelta – ha assicurato Meloni – che non cambierà”.


Una posizione che ha incassato il plauso del commissario agli Affari economici della Ue, Paolo Gentiloni, anch’egli in platea al forum Ambrosetti. “Ho ascoltato e apprezzato le parole della presidente del Consiglio sull’Ucraina. Sono perfettamente in linea con la posizione dell’Unione europea: se vogliamo avvicinare la possibilità della pace, dobbiamo continuare a sostenere l’Ucraina anche fornendo armi. Questo può apparire una contraddizione, ma solo se l’Ucraina sarà capace di resistere una reale prospettiva di negoziato si aprirà”, ha sottolineato Gentiloni. Decisamente più prevedibile il ringraziamento del presidente Zelensky, che al termine del faccia a faccia aveva ringraziato “Giorgia Meloni e il popolo italiano per il loro sostegno e il lavoro congiunto per ripristinare una pace giusta”.