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Autore: Redazione StudioNews

Corsa per premiership Giappone, Koizumi jr. favorito da elettori

Corsa per premiership Giappone, Koizumi jr. favorito da elettoriRoma, 23 ago. (askanews) – I giapponesi sembrano volere un rinnovamento, quanto meno generazionale, alla testa del paese. Secondo un sondaggio condotto dal Nikkei e da TV Tokyo, il giovane ex ministro dell’Ambiente Shinjiro Koizumi – figlio dell’ex primo ministro Junichiro Koizumi – appare in vantaggio nelle preferenze degli elettori per la corsa a succedere al primo ministro Fumio Kishida a settembre.


Koizumi jr. – 43 anni – è ritenuto essere uno dei possibili concorrenti a prendere le redini del Partito liberaldemocratico nelle elezioni interne che si terranno il 27 settembre, dopo che Kishida ha annunciato che non concorrerà. Nel sistema giapponese, il leader del partito di maggioranza – in questo caso il Partito liberaldemocratico – diventa in maniera quasi automatica anche primo ministro. Nel sondaggio, Koizumi è stato considerato come la scelta migliore per il 23% degli interpellati, seguito dall’ex segretario generale del partito Shigeru Ishiba (che già ha tentato per quattro volte senza successo la scalata) con il 18%. In un precedente sondaggio tenuto a luglio, Ishiba era risultato il favorito. Staccata invece all’11% la ministra per la Sicurezza economica Sanae Takaichi.


Questi sondaggi, pur rappresentando un indicatore, non segnano un fatto decisivo nella corsa. L’elezione interna, infatti, non è un’elezione primaria, ma una procedura e voto ristretto e con regole piuttosto bizantine. I candidati devono prima di tutto presentarsi con 20 firme di parlamentari del partito entro due settimane prima del voto. Dopodiché il leader viene scelto con un voto a doppio turno, fissato per il 27 settembre. Nel primo votano esclusivamente i membri della Dieta, il parlamento nipponico. Se nessuno dei candidati raggiunge la maggioranza assoluta, si effettua un ballottaggio allargato tra i due primi eletti, in cui votano di nuovo i parlamentari e un rappresentante per ogni articolazione prefettizia del partito. Questo tipo di elezione dà una fondamentale importanza alle fazioni (habatsu) del Partito liberaldemocratico, più che alla più ampia base elettorale.


(Immagine tratta dal profilo X di Shinjiro Koizumi)

Scuola, Codacons: arriva il salasso, fino a 1.300 euro spesa famiglie

Scuola, Codacons: arriva il salasso, fino a 1.300 euro spesa famiglieRoma, 23 ago. (askanews) – Anche quest’anno sta per abbattersi sulle famiglie italiane la consueta “stangata” di settembre legata all’acquisto di libri e materiali scolastico per alunni e studenti. Fino a 1.300 euro la spesa delle famiglie per ogni singolo studente. Lo afferma il Codacons, che fornisce come ogni anno i dati ufficiali sul caro-scuola e le spese che dovranno affrontare i genitori in occasione dell’avvio del nuovo anno scolastico.


Per quanto riguarda il materiale scolastico, l’offerta è estremamente diversificata sia sul fronte delle marche che dei prezzi al pubblico, e ogni anno compaiono sul mercato nuove linee e nuovi prodotti per gli studenti – spiega il Codacons – In base alle prime stime i beni che registrano i maggiori rincari sono zaini, diari e astucci “griffati”, ossia prodotti legati a marchi molto richiesti da giovani e giovanissimi, i cui listini seguono l’andamento della domanda: in questo caso nei negozi specializzati, fisici e o online, gli aumenti possono raggiungere anche il 15% rispetto allo scorso anno – spiega l’associazione – Più contenuti, e nell’ordine del 3%, i rincari dei prodotti scolastici non di marca e non legati a cartoni animati, squadre di calcio, personaggi famosi. Per uno zaino griffato la spesa può superare i 200 euro, mentre per un astuccio attrezzato (con penne, matite, gomma da cancellare e pennarelli) si arriva a spendere 60 euro: fino a 35 euro il prezzo di un diario per l’anno scolastico 2024/2025 – rileva l’associazione.


Previsti incrementi anche per i libri – avvisa il Codacons – L’Istat ha registrato infatti nell’ultimo mese aumenti medi del +4,9% sul 2023 per i testi scolastici: questo significa che le famiglie che acquisteranno libri nuovi in cartoleria senza ricorrere all’usato dovranno mettere mano al portafogli e affrontare una spesa che va dai 300 euro a un massimo di 700 euro a studente, a seconda della scuola e del grado di istruzione. Tra quaderni, zaini, diari, prodotti di cancelleria, materiale da disegno, libri e dizionari l’esborso complessivo per l’anno scolastico 2024/2025, dunque, può arrivare così a 1.300 euro a studente – calcola il Codacons.

Valore D: i 9 principi che guidano i giovani nella scelta del lavoro

Valore D: i 9 principi che guidano i giovani nella scelta del lavoroRoma, 23 ago. (askanews) – Valore D, l’associazione che da anni è al fianco delle imprese per sviluppare ambienti di lavoro capaci di valorizzare tutti i talenti, ha presentato al Meeting di Rimini il pledge dal titolo “Diamo forma al lavoro del futuro”, un patto proposto aziende per essere più attrattive nei confronti delle giovani generazioni che si affacciano al mercato del lavoro, e dunque più competitive e innovative.


All’interno del pledge sono raccolti i 9 principi dell’inclusività lavorativa emersi da una indagine realizzata insieme all’istituto di ricerche SWG che ha coinvolto un campione di giovani, tra i 18 e i 35 anni, neet, studenti in procinto di entrare nel mondo del lavoro e lavoratori all’inizio del loro percorso professionale: 1) apertura al dialogo e al confronto; 2) valorizzazione; 3) partecipazione; 4) disponibilità di luoghi, informazioni, risorse e tecnologie; 5) supporto allo sviluppo delle competenze; 6) equità e trasparenza; 7) sviluppo del benessere individuale e collettivo; 8) rispetto e protezione delle singole identità; 9) appartenenza. Dall’indagine “Il lavoro inclusivo per le giovani generazioni” realizzata da SWG emerge che solo il 35% dei giovani è pienamente soddisfatto del proprio lavoro e che l’inclusione è un tema estremamente rilevante per le giovani generazioni. Il 36% rivela di aver subito o assistito in prima persona a pratiche di scarsa inclusione sul lavoro, situazione che rende i giovani più inclini a cambiare posto di lavoro rispetto alle generazioni precedenti.


Una quota che oscilla tra il 30-40% evidenzia invece un forte ritardo della propria azienda sui princìpi dell’inclusività lavorativa, in particolare sviluppo del benessere (42%), rispetto delle identità (40%), accoglienza (40%) e supporto alle competenze (40%). Quasi un giovane su due considera il mondo del lavoro in ritardo nell’attuazione di questi principi, a partire da apertura al dialogo (45%), rispetto delle identità (44%), accoglienza (43%) e sviluppo del benessere individuale e collettivo (42%). Soltanto una parte marginale che oscilla tra il 13 e il 17% ritiene che questi principi siano già molto diffusi nei contesti lavorativi. Infine, dall’indagine emerge che la metà dei giovani, nella ricerca di un nuovo impiego, sceglie aziende che garantiscono apertura al dialogo, supporto al benessere e alle competenze, l’equità e rispetto delle soggettività. A guidare questo cambiamento di paradigma nei criteri di scelta è soprattutto la Generazione Z. “Con questo patto vogliamo costruire un ponte di dialogo tra giovani e imprese e, al tempo stesso, ampliare la prospettiva di aziende e istituzioni, partendo dalla consapevolezza che parlare alle nuove generazioni significa, prima di tutto, pensare alla crescita del Paese”, commenta Cristiana Scelza, Presidente di Valore D.


“Per disegnare il mondo del lavoro che le nuove generazioni vogliono, abbiamo ribaltato la prospettiva ascoltando coloro che ne saranno protagonisti nel prossimo futuro. Vorremmo che i/le leader delle aziende, prendendo atto del cambiamento culturale in atto, sottoscrivano questo pledge e si impegnino su un cambiamento delle loro organizzazioni che metta al centro il benessere delle persone, primo e più importante asset di ogni azienda”, aggiunge Barbara Falcomer Direttrice Generale di Valore D. Il patto, in virtù delle finalità condivise sul futuro del lavoro giovanile, ha ricevuto il patrocinio di Y7 – Youth7, Engagement Group Ufficiale del G7 e da Young Ambassadors Society, l’associazione italiana no-profit Chair dell’Y7 2024, in collaborazione con la Presidenza italiana del G7.

Zaia: no ius scholae ma chi ha requisiti diventi subito italiano

Zaia: no ius scholae ma chi ha requisiti diventi subito italianoRoma, 23 ago. (askanews) – “Come sempre nel nostro Paese si parte da riflessioni molto ideologiche e poco pratiche. Penso che prima di parlare di Ius scholae o Ius soli si dovrebbe ragionare su che valore diamo alla cittadinanza italiana e sull’opportunità di accettare o meno il doppio passaporto”. Lo afferma il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, in un’intervista a ‘la Repubblica’.


“Le ultime carte che ho visto sul progetto Ius scholae – sottolinea – prevedevano la cittadinanza per chi ha fatto un percorso scolastico di almeno 10 anni. Facendo due conti: a 6 anni iniziano con la elementare, più 10 anni fanno 16. A 18 quegli stessi ragazze e ragazzi possono richiedere la cittadinanza italiana. Ed è a questo punto della faccenda che c’è il vero problema” perché “raggiunti 10 anni di vita in Italia e la maggiore età, e pretesa la conoscenza della lingua italiana, bisogna velocizzare le procedure per ottenere la cittadinanza”. Secondo Zaia “in questo l’Italia è colpevole, perché chi fa domanda aspetta anche 3 o 4 anni”. “Trovo legittimo che ci possa essere una discussione sulla cittadinanza, rispetto le idee di tutti ma non sono nemmeno per lo Ius soli. Se poi qualcuno vuole discutere facciamolo uscendo dalle solite categorie, destra contro sinistra”, osserva il presidente della Regione Veneto secondo il quale Forza Italia “è libera di esprimere la sua opinione. Ad utile contributo io porto questa riflessione ma usciamo dal tema del colore della pelle e degli sbarchi. Io sto parlando anche di un cittadino americano, piuttosto che giapponese o austriaco. Non buttiamola sempre sul razzismo”.

Cittadinanza, Foti: non è priorità, a Camere da 9 anni e mai fatta

Cittadinanza, Foti: non è priorità, a Camere da 9 anni e mai fattaRoma, 23 ago. (askanews) – Il tema della cittadinanza “non è una priorità”, “sullo ius scholae, come sullo ius culturae, bisognerebbe fare un po’ di esegesi. È così urgente questa riforma, che da nove anni il Parlamento se ne occupa e non l’ha mai portata a termine?”. Lo afferma il capogruppo di Fdi alla Camera, Tommaso Foti, in un’intervista al Corriere della Sera.


Quanto alle parole del segretario di Forza Italia, Antonio Tajani, sulla lealtà al governo, risponde: “Non vedo quale possa essere la ragione per cui, chi ha la responsabilità di guidare un partito di governo, non debba essere leale. È legittimo che un partito possa sottolineare una proposta che non è nel programma elettorale della maggioranza, né di Fdi, né della Lega e nemmeno di Forza Italia. È legittimo che Tajani lo ritenga un argomento di discussione, ma lo è anche individuare delle priorità, che poi non toccherebbe certo all’opposizione decidere”. Per quanto riguarda invece le dichiarazioni del ministro Piantedosi, Foti spiega di non averci “visto aperture, né chiusure”. Una discussione seria andrebbe impostata su una norma, non sul titolo di una legge”, aggiunge.

Discorso alla Convention, Harris ha esposto la sua politica estera

Discorso alla Convention, Harris ha esposto la sua politica esteraRoma, 23 ago. (askanews) – Una politica estera non accondiscendente, che punta a mantenere il primato Usa e non intende lasciare margini a sistemi autoritari. E che dice senza mezzi termini: “L’America, non la Cina vincerà la competizione per il XXI secolo”. Queste le tracce di quale sarà l’approccio al mondo esterno di Kamala Harris, se diventerà presidente degli Stati uniti.


Nel suo discorso di accettazione della nomina presidenziale del Partito democratico alla Convention di Chicago, Kamala Harris ha dedicato una parte del discorso alla politica internazionale, ribadendo il sostegno all’Ucraina nel conflitto con la Russia e il sostegno al diritto alla difesa di Israele, definendo però “devastante” quanto accaduto a Gaza dopo il 7 ottobre e confermando la richiesta di arrivare a un cessate-il-fuoco. E’ la prima volta che Harris mette sul piatto in maniera complessiva le sue idee di politica estera in questa campagna elettorale, visto anche che in precedenza il compito era sostanzialmente assolto dal presidente Joe Biden, il quale ha una lunga esperienza sul campo, e visto che temi come Israele e Palestina sono considerati divisivi nel campo democrartico.


Certamente urticante per Pechino è stata l’affermazione di Kamala Harris, secondo la quale farà in modo che “l’America, non la Cina, vinca la competizione per il XXI secolo”, facendo riferimento ai settori più avanzati delle tecnologie e al tema della leadership internazionale. Una smentita – di fatto in diretta – di Donald Trump, che mentre Harris parlava, postava furiosamente sul suo social media Truth Social che la rivale “non ha menzionato la Cina, non ha menzionato il fracking, non ha menzionato l’energia, non ha menzionato in maniera sensata la Russia e l’Ucraina, non ha menzionato i tanti temi che stanno distruggendo il nostro paese”.


Invece il discorso di Harris sulla politica estera è stato molto più aggressivo di quanto non si prevedesse. Aggressivo e caustico nei confronti di Trump, accusato di aver flirtato nel suo mandato con i regimi autoritari. “Non mi avvicinerò ai tiranni e ai dittatori come Kim Jong Un, che tifano per Trump,” ha detto Harris. “Perché – ha aggiunto – sanno che è facile manipolarlo con l’adulazione e i favori. Sanno che Trump non giudica severamente gli autocrati, perché vuole essere egli stesso un autocrate”. Invece, suo obiettivo da presidente sarà quello di stare dalla parte dei valori della democrazia, perché “nell’eterna lotta tra democrazia e tirannia, so da che parte stare e quale sia la parte degli Stati uniti d’America”. Una parte che è anche quella degli alleati della Nato, ha chiarito ancora Harris, ribadendo che continuerà a sostenere fermamente l’Ucraina e gli alleati. In questo senso sa di colpire duro Trump, che sul tema del rapporto con Vladimir Putin finora nella campagna è stato ambiguo e, rispetto alla Nato, nel suo mandato precedente ha creato una situazione non particolarmente favorevole.


Forse il punto più delicato per Harris è proprio quello del Medio Oriente, stretta com’è tra le proteste dei pro-Palestina del suo partito (e fuori dalla Convention era in corso un sit-in mentre parlava) e le accuse di essere anti-Israele che arrivavano dallo stesso Trump (“Lei ODIA Israele”, ha postato l’ex presidente su Truth Social). Il tutto mentre l’amministrazione Biden cerca di sostenere l’ipotesi di un cessate-il-fuoco in cambio della restituzione degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas dal blitz in Israele del 7 ottobre. Harris ha detto che, da presidente, farà sempre in modo che Israele possa difendersi, “perché il popolo di Israele non deve mai più affrontare l’orrore causato dall’organizzazione terroristica Hamas il 7 ottobre, inclusa la violenza sessuale indicibile e il massacro di giovani a un festival di musica”. Nello stesso tempo, però, ha detto che “ciò che è accaduto a Gaza negli ultimi 10 mesi è devastante”, riferendosi all’attacco israeliano contro Gaza per sradicare Hamas, in cui sono morti finora più di 40mila palestinesi,secondo il ministero della salute di Gaza controllato da Hamas. La candidata ha detto che lei e Biden stanno lavorando per porre fine alla guerra in modo che “Israele sia sicuro, gli ostaggi vengano rilasciati, la sofferenza a Gaza finisca e il popolo palestinese possa realizzare il suo diritto alla dignità, sicurezza, libertà e autodeterminazione”.

Dal 4 al 6 ottobre 18esima edizione di Internazionale a Ferrara

Dal 4 al 6 ottobre 18esima edizione di Internazionale a FerraraMilano, 23 ago. (askanews) – Nuove prospettive di pace. È questo il tema al centro della diciottesima edizione di Internazionale a Ferrara, il festival di giornalismo organizzato da Internazionale, il settimanale che da oltre 30 anni porta in Italia il meglio della stampa straniera, e dal Comune di Ferrara. Dal 4 al 6 ottobre il mondo del giornalismo e della cultura si dà appuntamento a Ferrara per confrontarsi e riflettere sui grandi temi dell’attualità: dai diritti civili alla tecnologia, dall’ambiente ai nuovi scenari geopolitici. Giornaliste e reporter, intellettuali e scrittrici arriveranno da ogni parte del mondo per confrontarsi e condividere punti di vista e prospettive. Oltre 150 ospiti da 26 Paesi per 3 giorni di dibattiti, incontri, rassegne e spettacoli completamente gratuiti. E la pace è anche nel logo della manifestazione: per il 2024, il mondo disegnato come ogni anno dall’illustratrice Anna Keen stringe fra le mani una bandiera con una colomba bianca.


Zerocalcare al festival. E proprio alla ricerca di nuovi punti di equilibrio sarà dedicato l’incontro fra il disegnatore Zerocalcare e la regista e sceneggiatrice Alice Rohrwacher. Due immaginari tanto distanti che però trovano un punto d’incontro nel tentativo di parlare del mondo contemporaneo, delle sue contraddizioni e dei punti di frattura, a partire dai margini, con uno sguardo al tempo stesso ingenuo e ironico ma anche disincantato e critico. Da questo approccio nascerà una riflessione sui limiti della nostra società e i conflitti che essa genera, da quelli combattuti con le armi, a quelli sociali, a quelli contro l’ambiente e contro stili di vita più sostenibili. L’anteprima. Anche quest’anno il festival si aprirà con un’anteprima in collaborazione con Ferrara sotto le stelle. Appuntamento la sera di giovedì 3 ottobre al Teatro Comunale, dove si esibirà Einstürzende Neubauten, il gruppo berlinese annoverato tra i maggiori e più originali innovatori del rock sperimentale.


I Ritratti degli ospiti. La sezione Ritratto, che ogni settimana sulla rivista approfondisce la storia di un personaggio, arriva a Ferrara. Con le storie di Fátima Muriel Silva, attivista colombiana, difensora dei diritti delle donne e di genere in Putamayo, una delle regioni della Colombia più colpite dal conflitto armato, e Tunde Onakoya, scacchista e attivista nigeriano che si batte per sostenere l’istruzione dei bambini africani delle comunità povere utilizzando il gioco degli scacchi come strumento pedagogico. Dalla Russia alla Cina, la geopolitica contemporanea. A Internazionale a Ferrara si tornerà a parlare di Russia con Mikhail Zygar, giornalista, scrittore e regista russo-americano nonché fondatore e caporedattore dell’unico canale televisivo indipendente russo, Dozhd/TVRain. Della prospettiva Ucraina, di resistenza, mobilitazione militare e di costruzione di una nuova identità collettiva e nazionale a due anni e mezzo dall’inizio della guerra si parlerà con lo scrittore ucraino Andrei Kurkov. L’Argentina con il suo presidente, Javier Milei, al centro del talk del giornalista e scrittore, Martín Caparrós. Ma anche Corea del Nord con John Delury, professore americano che insegna studi cinesi alla Yonsei University di Seoul e Barbara Demick, giornalista del Los Angeles Times e autrice del volume I mangiatori di Buddha (Iperborea 2024). Di Cina, per riflettere sul cambiamento degli equilibri di potere nel mondo, invece, parlerà Wang Hui, professore cinese dell’Università di Tsinghua a Pechino, esperto in letteratura e storia intellettuale cinese. E poi gli Stati Uniti per parlare dei movimenti studenteschi e del nuovo attivismo giovanile, dell’impatto che potrebbero avere sulla prossima campagna elettorale statunitense, in particolare sulla sinistra. E ancora, di politica e marxismo si discuterà con Kohei Saito, filosofo giapponese che ha ribaltato l’interpretazione della dottrina di Marx in chiave ecologista e Astra Taylor, regista e scrittrice canadese-americana. Interverranno all’incontro il direttore di Internazionale Giovanni De Mauro e lo storico Giuliano Milani. Di resistenze si discuterà, poi, con Olivier Roy professore di scienze politiche francese e massimo esperto di Islam e Adam Shatz, giornalista della London Review of Books. Non mancherà un momento di approfondimento su Gaza attraverso le storie di resistenti, vittime e testimoni del conflitto per raccontare l’offensiva israeliana da chi ha vissuto e lavorato in quel territorio, con Youmna ElSayed, giornalista egiziano palestinese, l’Illustratrice palestinese, Malak Mattar e Ruba Salih dell’Università di Bologna. Si parlerà ancora di Israele e Palestina, a un anno di distanza dal massacro del 7 ottobre che ha portato mesi di guerra e distruzione a Gaza, con Amira Hass, scrittrice e giornalista israeliana del quotidiano Haaretz.


Diritti umani. Da Gaza all’Italia. Si rinnova anche per questa edizione la partnership con Medici Senza Frontiere, che al festival porterà la sua testimonianza anche sul dramma di Gaza e permetterà al pubblico, grazie alla presenza di un’installazione, di sperimentare la realtà di chi lavora ogni giorno in situazioni di emergenza. La visita guidata a un’altra installazione, quella della street artist Alice Pasquini, sempre in collaborazione con Medici Senza Frontiere, invece, racconterà le storie di civili e personale sanitario colpiti in cinque diverse guerre, dall’Ucraina al Sudan. Femminismi tra bellezza e ciclo mestruale. A Internazionale a Ferrara, come ogni anno, si parlerà di femminismo anche a partire da un ragionamento sulle categorie estetiche con l’artista tedesca di origine afgana Moshtari Hilal, autrice di Bruttezza (Fandango 2024). Il ciclo mestruale, ancora un grande tabù dei nostri tempi, al centro dell’incontro con Kate Clancy, antropologa biologica americana e specializzata in salute riproduttiva, con il suo volume Ciclo (Luiss University Press 2024).


Un secolo di migrazioni. Si torna a parlare anche di migrazioni nell’incontro costruito a partire dall’ultimo libro di Gabriele Del Grande ‘Il Secolo Mobile’ (Mondadori), con le foto e i video d’archivio di un intero secolo per provare a raccontare la storia delle migrazioni vista dal futuro, con un monologo multimediale curato dall’autore. Le nuove città. Le città, le loro prospettive e le grandi sfide dell’urbanistica contemporanea: a Internazionale a Ferrara si parlerà anche di nuove modalità di abitare, di politiche urbane, ambiente e sostenibilità. Dal ‘caso Vienna’, città modello in tutta Europa per l’edilizia sociale, all’impatto energetico degli edifici, fino all’analisi in chiave critica del rapporto tra diritti, soggetti e spazi per esplorare la città nella sua matrice ambivalente come strumento di discriminazione o di inclusione. Ambiente e sostenibilità. Non mancherà una riflessione sull’ambiente nell’incontro in collaborazione con il Cospe, al quale interverranno l’avvocato colombiano e leader indigeno Cesar Wilinton Chapal Quenama e Catherine Yortady Figueroa Cadena, leader indigena colombiana, vice direttrice dell’associazione che difende i diritti degli indigeni e coordinatrice di progetti sostenibili per comunità indigene nel Putumayo. Mentre con lo scrittore e giornalista canadese John Vaillant, autore L’età del fuoco (Iperborea), si parlerà del ‘Petrocene’, l’età del petrolio. Un incontro organizzato con il sostegno del Canada Council for the Arts. AI e Scienza. Tanti gli incontri per esplorare limiti e potenzialità dell’intelligenza artificiale, da quello organizzato in collaborazione con Dg Connect, con Roberto Viola, Direttore Generale per le politiche digitali della Commissione Europea, alla proiezione di Life is a Game, il documentario del filmaker Luca Quagliato e della giornalista di Irpimedia Laura Carrer che, attraverso la storia di tre rider, esaminerà l’impatto che questa nuova forma di economia basata sulla gamification del lavoro ha, non solo sulla vita quotidiana delle persone coinvolte, ma anche sulla geografia urbana, costantemente ridisegnata nei percorsi e nelle destinazioni d’uso. Ma spazio anche alla scienza con il neurochirurgo e neuroscienziato, Rahul Jandial che scandaglierà il mondo dei sogni interpretandolo come il laboratorio del nostro cervello. I libri a Internazionale a Ferrara. Appuntamento con Daria Bignardi, giornalista e scrittrice, che presenterà il suo ultimo libro, Ogni prigione è un’isola (Mondadori), una narrazione nell’isolamento e nelle carceri raccontata attraverso storie e testimonianze dei protagonisti, in dialogo con il cantautore Vasco Brondi. L’evento sarà in collaborazione con Unipol Gruppo. Anche poesia al festival con Joëlle Sambi, autrice belgo-congolese, attivista LGBTQIA+ e poetessa, un incontro introdotto dalla traduttrice e giornalista Francesca Spinelli. Musica e arte. Non mancheranno momenti dedicati alla musica con Teho Teardo, musicista e compositore insieme a Giovanni Ansaldo, giornalista di Internazionale, e all’arte con una mostra di opere di artisti ferraresi e modenesi tra ottocento e novecento che incontrerà la collezione permanente del museo. È prevista una visita guidata a cura del direttore del museo e in collaborazione con Direzione regionale musei Emilia-Romagna, Assicoop Modena&Ferrara, Legacoop Estense. Laboratori e rassegne. Con il festival di Internazionale a Ferrara tornano anche i workshop. Presso l’Università di Ferrara, infatti, si terranno 10 workshop su giornalismo, fumetto, podcast e tecnologia. Presenti anche le rassegne di Internazionale Mondovisioni – con tanti documentari su attualità, diritti umani e informazione, a cura di CineAgenzia in collaborazione con Internazionale e in collaborazione con Coop Alleanza 3.0 – e Mondoascolti – la rassegna di audiodocumentari a cura di Jonathan Zenti e realizzata grazie al contributo di Fandango podcast.

Manovra, Osnato: tagliare tra selva di bonus, come per monopattino

Manovra, Osnato: tagliare tra selva di bonus, come per monopattinoRimini, 23 ago. (askanews) – Nella Legge di bilancio c’è ancora spazio per “tagliare qualche spesa” a partire da alcuni tra i “625 tipi di bonus, fiscalizzazioni e incentivi vari”. Un esempio è quello sul “monopattino”, una “spesa clientelare che non ha più ragione di esistere”. Lo ha detto il presidente della Commissione Finanze della Camera, Marco Osnato, in un’intervista a ilSussidiario.net nella giornata in cui parteciperà a un incontro al Meeting di Rimini.


“A mio modo di vedere – ha spiegato Osnato – si può e si dovrebbe fare qualche taglio alla spesa” in vista della manovra per far rientrare il deficit/Pil come indicato nel Def”. Ma “dipende su quali voci si interviene: quelle della spesa sociale, le tax expenditures per  esempio, non le toccherei – ha precisato -. Poi ci sono bonus, tipo quello ‘famoso’ sul monopattino, che appaiono come spese clientelari e che adesso non hanno più ragione di esistere”. “C’è una foresta di 625 tipi di bonus, di fiscalizzazioni, di incentivi vari, per 125 mld l’anno. Lì si può intervenire, e si può fare molto – ha aggiunto il presidente -. Siamo davanti ad una selva importante di incentivi, bonus, deduzioni. Se hanno un valore sociale ‘assoluto’, come la deduzione delle spese mediche, o di volano per l’economia, non si toccano. Se non hanno questi due requisiti, si pensa come e dove intervenire”.

Ue, Giansanti: in piano agricoltura servono misure per agroenergie

Ue, Giansanti: in piano agricoltura servono misure per agroenergieRimini, 23 ago. (askanews) – La Nature Restoration Law “è una legge che rischia di aumentare le incombenze per gli agricoltori”. Mentre l’annunciato piano per l’agricoltura “necessita di essere accompagnato da misure volte a rilanciare le biotecnologie, l’innovazione tecnologica, la multifunzionalità delle imprese agricole a partire dalla produzione di energia”. Lo ha detto il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, in un’intervista a ilSussidiario.net nella giornata in cui parteciperà a un incontro al Meeting di Rimini.


“Il regolamento sul ‘Nature Restoration Law’ non è stato un segnale incoraggiante sui futuri sviluppi – ha spiegato Giansanti -. E’ una legge che rischia di aumentare le incombenze per gli agricoltori, compromettendo ancora una volta la produttività, quindi la sicurezza degli approvvigionamenti e prezzi equi per i consumatori. Nonostante i miglioramenti al testo rispetto alla prima stesura, il documento rimane insoddisfacente, poiché non tutela la superficie agricola e non prevede fondi adeguati a raggiungere gli obiettivi fissati”. Quindi, secondo il presidente di Confagricoltura “se non si bilanciano adeguatamente i provvedimenti rivolti alla svolta green con quelli indirizzati alla competitività e al sostegno delle imprese, il rischio è di perdere per strada sempre più aziende e avere agricoltori sempre più lontani dal ‘sentire comune europeo’”. Perciò “l’annunciato piano per l’agricoltura con adeguamenti necessari ai cambiamenti climatici e una strategia per gestire le risorse idriche – ha proseguito – è indispensabile per garantire un futuro al settore e all’Europa, ma necessita di essere accompagnato da misure volte a rilanciare le biotecnologie, l’innovazione tecnologica, la multifunzionalità delle imprese agricole a partire dalla produzione di energia. La crescita delle agroenergie, ad esempio, rappresenta a nostro avviso lo strumento più efficace per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione nei diversi settori di produzione e un volano per la nostra economia (agricoltura, industria, servizi)”. Infatti “l’agricoltura non entra nella transizione energetica solo con investimenti diretti, ma anche supportando la creazione di specifiche filiere attraverso la disponibilità delle agroenergie”.

Lavoro, Giansanti: per flussi di ingresso processi troppo lunghi

Lavoro, Giansanti: per flussi di ingresso processi troppo lunghiRimini, 23 ago. (askanews) – Nella lotta al caporalato occorre ancora da risolvere “la delicata questione dei flussi di ingresso, caratterizzati da processi spesso troppo lunghi e talvolta inefficaci”. Per questo “da tempo Confagricoltura ha avanzato un articolato progetto di miglioramento e semplificazione della procedura che speriamo venga accolto”. Lo ha detto il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, in un’intervista a ilSussidiario.net nella giornata in cui parteciperà a un incontro al Meeting di Rimini.


“L’obiettivo comune, che ci guida ogni giorno, è la tutela della dignità umana e un’evoluzione qualitativa del lavoro agricolo” ha aggiunto Giansanti.