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Autore: Redazione StudioNews

I primi 101 albi di Topolino all’asta da Bolaffi il 10 luglio

I primi 101 albi di Topolino all’asta da Bolaffi il 10 luglioMilano, 27 giu. (askanews) – I primi 101 albi del Topolino Libretto meticolosamente conservati negli anni in un’unica collezione privata. Il raro “tesoro ritrovato” andrà all’asta mercoledì 10 luglio alle ore 15.30 in modalità internet live sul sito www.astebolaffi.it.


I fumetti, acquistati in edicola e custoditi da un solo proprietario avvolti in pagine di giornale, sono un unicum in fatto di conservazione: si presentano infatti in uno stato pari al nuovo. Autentici oggetti di culto dai quali traspare la grande qualità che contraddistinse le prime edizioni del fumetto disneyano. Sono tutti albi da edicola, con giochi ancora nuovi e completi di bollini, introvabili in questo stato. Tra questi, il numero 1, il più collezionato e desiderato, e il n. 74 con formato spillato. Col n.75, completo anche dei rari occhialini per leggere una storia a fumetti in 3D, si passa al formato in brossura con costa a colori. Il n.7 introduce Paperon de Paperoni, personaggio centrale e tra i più amati delle storie Disney italiane.


I lotti saranno prima battuti singolarmente; una volta terminati, sarà battuto il lotto 101 bis, comprendente tutta la collezione, la cui base d’asta sarà costituita dalla somma delle aggiudicazioni dei singoli lotti. Chi offrirà di più, dunque, potrà aggiudicarsi l’intera raccolta. “Possedere una collezione come questa – commentano da Aste Bolaffi – non significa soltanto avere tra le mani dei pezzi di storia del fumetto, ma anche un tassello di tradizione culturale che ha segnato l’infanzia e l’immaginazione di milioni di persone. La raccolta rappresenta un investimento non solo economico, ma anche emotivo e culturale, offrendo una connessione tangibile con il passato e con le radici del fumetto italiano”.

Usa2024, questa sera ad Atlanta il dibattito Biden-Trump

Usa2024, questa sera ad Atlanta il dibattito Biden-TrumpRoma, 27 giu. (askanews) – Il presidente americano Joe Biden e l’ex presidente Donald J. Trump si affronteranno questa sera ad Atlanta nel primo dibattito televisivo per le elezioni presidenziali del 2024.


Biden ha puntato ad anticipare il confronto tra i due per mettere a fuoco la netta differenza tra le loro visioni per l’America. Il suo team vuole convincere gli elettori a non considerare lo scrutinio come un voto a favore o contro la leadership di Biden, insistendo che un secondo mandato di Trump sarebbe più radicale e vendicativo del primo. Anche Trump era ansioso di dibattere e senz’altro toccherà il tasto di quello che ritiene sia un indebolimento di Biden dal punto di vista cognitivo rispetto all’ultima volta che si sono scontrati in un dibattito presidenziale nell’ottobre 2020. Secondo i vari commentatori, Trump starà assaporando l’opportunità di scagliarsi sul bilancio del mandato alla Casa Bianca di Biden in termini soprattutto di immigrazione e di inflazione e delle crisi in Ucraina e in Israele e insisterà sul fatto che considera questa elezioni un referendum su Biden. Si prevede che l’animosità sarà palpabile all’interno dello studio televisivo della Cnn ad Atlanta, senza pubblico, dove si dibatterà per 90 dei minuti più importanti della campagna. Il dibattito è il primo nella storia moderna in cui entrambi i candidati sono già stati presidenti.


Per Biden, avviare un dibattito su Trump significa confrontarsi con lui sul suo ruolo nell’attacco del 6 gennaio al Campidoglio, sulla sua disponibilità a amnistiare le persone condannate nella rivolta e sulla sua dichiarazione che non sarà un dittatore “tranne che il primo giorno”. Ma Biden cercherà di far tesoro anche del nuovo status di Trump come criminale condannato, sostenendo che l’ex presidente si preoccupa solo di se stesso e si candida anche per evitare la prigione.

Coca-Cola: prolungata di 8 anni partnership con Special Olympics

Coca-Cola: prolungata di 8 anni partnership con Special OlympicsMilano, 27 giu. (askanews) – Coca Cola ha annunciato un prolungamento di 8 anni della partnership globale con Special Olympics. Si tratta del rinnovo più lungo nella storia di questa collaborazione, che ora si estende fino al 2031 e testimonia “la rinnovata fiducia dell’azienda nella missione di Special Olympics: valorizzare il potenziale illimitato delle persone con disabilità intellettive e celebrare il potere unificante e trasformativo dello sport”. Coca-Cola è infatti socio fondatore e sponsor globale dal 1968, anno in cui si disputarono i primi Special Olympics Games.


“Siamo onorati e grati di confermare la nostra partnership di lunga data con Coca-Cola per creare un mondo inclusivo per tutti” – ha affermato Mary Davis, CEO di Special Olympics. “In qualità di nostro partner fondatore e sponsor globale negli ultimi 56 anni, Coca-Cola ci ha aiutato a trasformare la vita di una delle popolazioni più emarginate in tutto il mondo: le persone con disabilità intellettive. Coca-Cola è stata un agente di questo cambiamento, creando di esperienze e opportunità per i nostri milioni di Atleti, allenatori e volontari, e ispirando un cambiamento nel modo in cui il mondo vede l’inclusione” “Special Olympics, proprio come Coca-Cola, unisce le persone attraverso lo sport, l’inclusività e la condivisione” – ha dichiarato James Quincey, Presidente e CEO di The Coca-Cola Company e membro del Consiglio di Amministrazione di Special Olympics. “Siamo orgogliosi di continuare ad affiancare questa importante organizzazione, tifando per ogni atleta che persegue coraggiosamente i propri sogni”. La scorsa estate la partnership ha fatto leva sulla portata globale del brand Coca-Cola per promuovere il più grande evento umanitario del 2023: i Giochi Mondiali Estivi di Special Olympics a Berlino. Più di 6.500 Atleti degli Special Olympics e partner unificati in rappresentanza di oltre 170 paesi hanno gareggiato davanti a più di 300.000 spettatori. La delegazione italiana, composta da 142 persone tra cui 97 Atleti, 41 Coach e 4 Delegati, ha partecipato all’evento gareggiando nelle seguenti discipline sportive: Atletica, Badminton, Bocce, Bowling, Calcio a 5 unificato, Equitazione, Ginnastica artistica e ritmica, Golf, Nuoto, Pallacanestro tradizionale e unificata, Pallavolo unificata, Beach Volley unificata, Tennis e Tennistavolo. Tutte le gare si sono svolte seguendo i principi di Special Olympics, prevedendo attività di sport unificato con la contemporanea presenza di giocatori con e senza disabilità.


A Berlino, Coca-Cola ha lanciato la campagna “Your Support is Real Magic”, raccontando le storie coinvolgenti degli Atleti partecipanti alle competizioni Special Olympics. Durante i Giochi, l’azienda ha rinfrescato gli Atleti e i tifosi con le proprie bevande e ha coinvolto una rete di dipendenti volontari. I Giochi Mondiali Special Olympics sono il più grande evento sportivo globale inclusivo e si tiene ogni due anni, alternando edizioni estive e invernali. I prossimi Giochi Mondiali Invernali si terranno in Italia e Francia nel 2025 mentre i Giochi Mondiali Estivi si svolgeranno a Santiago, in Cile, nel 2027. Grazie a donazioni e a iniziative di volontariato e di sensibilizzazione, Coca-Cola sostiene i programmi, gli Atleti e gli eventi Special Olympics in tutto il mondo. Oltre a questi grandi eventi, supporta anche le competizioni e i programmi locali di Special Olympics. In Italia Coca-Cola supporta l’organizzazione da oltre 25 anni e recentemente, ha affiancato la realizzazione dei XXXV Giochi Nazionali Invernali che si sono svolti a marzo 2024 in alcuni comuni della provincia di Torino e Cuneo, nei siti di Sestriere, Pragelato, Entracque e Borgo San Dalmazzo. In vista dei prossimi Giochi Mondiali Invernali, l’azienda ha deciso di supportare attraverso una donazione Special Olympics Italia nei programmi di allenamento e preparazione degli Atleti italiani alle prossime competizioni globali.

Meloni a Bruxelles, tratta top jobs e commissario (le ipotesi)

Meloni a Bruxelles, tratta top jobs e commissario (le ipotesi)Bruxelles, 27 giu. (askanews) – La presidente del Consiglio Giorgia Meloni è arrivata al Justus Lipsius Building di Bruxelles, dove sta per iniziare il Consiglio europeo. I lavori saranno aperti da una sessione a cui partecipa il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.


Successivamente i leader parleranno di Medio Oriente, sicurezza, difesa. A cena poi il ‘piatto forte’: i capi di Stato e di governo dell’Ue affronteranno la discussione sull’agenda strategica e sui ‘top jobs’. I negoziatori di Ppe, S&D e Renew hanno raggiunto l’accordo due giorni fa: Antonio Costa, ex premier socialista portoghese, sarà indicato come presidente del Consiglio europeo; Ursula von der Leyen per un bis alla guida della Commissione; la premier estone Kaja Kallas come Alto rappresentante per la politica estera. Una scelta contestata “nel merito e nel metodo” da Meloni che ieri, in Parlamento, ha denunciato la volontà di “nascondere la polvere sotto il tappeto” con “vecchie e deludenti logiche” a fronte di un “messaggio chiaro” venuto dai cittadini. La premier lo ribadirà di fronte ai colleghi, ben sapendo però che molto difficilmente potrà far saltare il banco. Del resto una maggioranza alternativa a quella attuale, numeri alla mano, non c’è e la stessa premier, nei giorni scorsi, alla festa del Giornale, aveva ammesso che “non si profila il cambio di passo che era stato immaginato” e “per onestà intellettuale bisogna dire che è anche frutto delle elezioni perché le elezioni in Europa hanno dato un segnale di diversificazione non sufficiente a modificare il quadro”. Altra partita – in cui il governo sembra poter incidere di più – è quella della trattativa (che sarà fatta direttamente con von der Leyen) sul programma della prossima legislatura e sulle deleghe che saranno attribuite al commissario italiano. La presidente del Consiglio chiede una vicepresidenza – ma è molto difficile se non impossibile che possa essere ‘esecutiva’ – e un ruolo di peso. Tra le ipotesi gradite all’Italia, secondo quanto si apprende da fonti diplomatiche, ci sono le deleghe a Pnrr, Industria, Concorrenza, Commercio. Peraltro, secondo quanto scrive il Financial Times, “Francia e Italia si contendono un posto economico di alto livello nella prossima Commissione europea, una lotta accentuata dall’animosità personale tra i leader dei due Paesi”. “Noi riteniamo – ha ribadito questa mattina il ministro degli Esteri Antonio Tajani a margine della riunione del Ppe – che per l’Italia debba esserci un vicepresidente e un portafoglio di rilievo, che spetta alla seconda manifattura d’Europa, a un paese fondatore, e con una stabilità di governo per i prossimi tre anni e mezzo. A differenza di altri, credo che l’Italia possa svolgere un ruolo fondamentale nel contesto comunitario nei prossimi anni”. Per quanto riguarda il voto italiano sui top jobs, Tajani ha sottolineato che “ancora devono cominciare le trattative”, “non c’è nessuna decisione di votare contro; finché non comincia il Consiglio non si può dire ciò che farà l’Italia”.


Intanto, prima dell’inizio dei lavori, un messaggio di ‘distensione’ è arrivato da Donald Tusk, primo ministro polacco e negoziatore sui top jobs per il Ppe. “Nessuno più di me – ha detto arrivando in Consiglio – rispetta la premier Giorgia Meloni e l’Italia. C’è stata un’incomprensione. L’unica intenzione e ragione per cui abbiamo preparato questa posizione comune è per facilitare il processo. Non c’è Europa senza Italia e non c’è decisione senza la premier italiana”.

Meloni a Bruxelles, tratta top jobs e commissario Ue (le ipotesi)

Meloni a Bruxelles, tratta top jobs e commissario Ue (le ipotesi)Bruxelles, 27 giu. (askanews) – La presidente del Consiglio Giorgia Meloni è arrivata al Justus Lipsius Building di Bruxelles, dove sta per iniziare il Consiglio europeo. I lavori saranno aperti da una sessione a cui partecipa il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.


Successivamente i leader parleranno di Medio Oriente, sicurezza, difesa. A cena poi il ‘piatto forte’: i capi di Stato e di governo dell’Ue affronteranno la discussione sull’agenda strategica e sui ‘top jobs’. I negoziatori di Ppe, S&D e Renew hanno raggiunto l’accordo due giorni fa: Antonio Costa, ex premier socialista portoghese, sarà indicato come presidente del Consiglio europeo; Ursula von der Leyen per un bis alla guida della Commissione; la premier estone Kaja Kallas come Alto rappresentante per la politica estera. Una scelta contestata “nel merito e nel metodo” da Meloni che ieri, in Parlamento, ha denunciato la volontà di “nascondere la polvere sotto il tappeto” con “vecchie e deludenti logiche” a fronte di un “messaggio chiaro” venuto dai cittadini. La premier lo ribadirà di fronte ai colleghi, ben sapendo però che molto difficilmente potrà far saltare il banco. Del resto una maggioranza alternativa a quella attuale, numeri alla mano, non c’è e la stessa premier, nei giorni scorsi, alla festa del Giornale, aveva ammesso che “non si profila il cambio di passo che era stato immaginato” e “per onestà intellettuale bisogna dire che è anche frutto delle elezioni perché le elezioni in Europa hanno dato un segnale di diversificazione non sufficiente a modificare il quadro”. Altra partita – in cui il governo sembra poter incidere di più – è quella della trattativa (che sarà fatta direttamente con von der Leyen) sul programma della prossima legislatura e sulle deleghe che saranno attribuite al commissario italiano. La presidente del Consiglio chiede una vicepresidenza – ma è molto difficile se non impossibile che possa essere ‘esecutiva’ – e un ruolo di peso. Tra le ipotesi gradite all’Italia, secondo quanto si apprende da fonti diplomatiche, ci sono le deleghe a Pnrr, Industria, Concorrenza, Commercio. Peraltro, secondo quanto scrive il Financial Times, “Francia e Italia si contendono un posto economico di alto livello nella prossima Commissione europea, una lotta accentuata dall’animosità personale tra i leader dei due Paesi”.


“Noi riteniamo – ha ribadito questa mattina il ministro degli Esteri Antonio Tajani a margine della riunione del Ppe – che per l’Italia debba esserci un vicepresidente e un portafoglio di rilievo, che spetta alla seconda manifattura d’Europa, a un paese fondatore, e con una stabilità di governo per i prossimi tre anni e mezzo. A differenza di altri, credo che l’Italia possa svolgere un ruolo fondamentale nel contesto comunitario nei prossimi anni”. Per quanto riguarda il voto italiano sui top jobs, Tajani ha sottolineato che “ancora devono cominciare le trattative”, “non c’è nessuna decisione di votare contro; finché non comincia il Consiglio non si può dire ciò che farà l’Italia”. Intanto, prima dell’inizio dei lavori, un messaggio di ‘distensione’ è arrivato da Donald Tusk, primo ministro polacco e negoziatore sui top jobs per il Ppe. “Nessuno più di me – ha detto arrivando in Consiglio – rispetta la premier Giorgia Meloni e l’Italia. C’è stata un’incomprensione. L’unica intenzione e ragione per cui abbiamo preparato questa posizione comune è per facilitare il processo. Non c’è Europa senza Italia e non c’è decisione senza la premier italiana”.

A Mantova una mostra sul ruolo dell’artigianato Made in Italy

A Mantova una mostra sul ruolo dell’artigianato Made in ItalyMantova, 27 giu. (askanews) – Una mostra che rende visibile l’importanza dell’artigianato non solo per l’economia italiana ma anche per la nostra qualità della vita di chi vive in Italia, paese dove oltre un milione di imprese sono artigiane, una cifra pari a circa un quarto di tutto il sistema imprenditoriale nazionale. Non a caso, si chiama “Artigianato, cuore del made in Italy” la prima inaugurata nella Sala Piermarini del Teatro Accademico del Bibiena di Mantova durante il Seminario Estivo di Fondazione Symbola. Al taglio del nastro hanno partecipato, tra gli altri, Ermete Realacci, presidente Fondazione Symbola, Guido Guidesi, Assessore allo Sviluppo Economico della Regione Lombardia, Mattia Palazzi, Sindaco di Mantova, Eugenio Massetti, Vice Presidente vicario Confartigianato e Mauro Sangalli, FF Vice Presidente Casartigiani.


Attraverso 22 tavole la mostra restituisce una foto aggiornata in numeri dell’artigianato e della sua capacità di legare tradizione manifatturiera, innovazione, sostenibilità, territorio e comunità, contribuendo ad un’economia più a misura d’uomo e per questo più coesiva e competitiva. Racconta il ruolo che ha dalla meccanica alla cultura, dall’artigianato artistico allo sport, passando per i comparti più tipici del made in Italy come moda, arredo e agroalimentare. Descrive la sua distribuzione capillare lungo tutto il territorio nazionale, in molte aree presidio economico e di coesione sociale: sono 580mila le imprese artigiane localizzate nelle aree interne e montane. Si tratta del 55% delle imprese con un milione e cinquecento mila addetti. Nei comuni con meno di 5.000 abitanti, il 99,4% delle imprese non agricole sono micro e piccole. Racconta come sia italiano il 29% delle esportazioni manifatturiere realizzate nella Ue da micro e piccole imprese, con un’incidenza sul Pil pari al 3,3%, il doppio della media europea, che si attesta al 1,6%. Il 90% delle imprese italiane esportatrici sono micro e piccole imprese, l’84,6% nelle attività manifatturiere. Nel dettaglio, queste imprese rappresentano il 93% delle esportazioni di articoli d’abbigliamento in pelle; il 90% delle esportazioni del mobile; il 91,9% delle esportazioni del legno; l’85% della meccanica. Le esportazioni delle micro e piccole imprese italiane sono rilevanti nella Ue con il 53,6% del totale, ma vanno anche oltre, con il 14,9% delle esportazioni nei paesi europei non Ue, l’8,9% in Asia orientale, l’8,6% nell’America settentrionale, e sotto il 5% rispettivamente in Africa, America centro-meridionale, Medio Oriente, Asia centrale e Oceania. Le micro e piccole imprese sono attori importanti della green economy, crescendo più delle medie e grandi nella quota di imprese che hanno effettuato investimenti green (+46,9% micro, +54,9% piccole, +43,8% medie e grandi), e rappresentando il 55% dei brevetti italiani relativi a energie alternative e gestione di rifiuti e inquinanti depositati a livello europeo.


“Parlando di piccole imprese e artigianato alcuni pensano ad un punto di debolezza della nostra economia. Non è così – sottolinea Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola – . La propensione delle imprese artigiane a collaborare accompagna la nostra capacità di creare coesione e innovazione. Questa mostra comunica attraverso i numeri e le storie il valore di questo sistema che alimenta la capacità di affrontare le sfide del futuro legate all’innovazione e alla sostenibilità. La foto che emerge conferma che il Paese può affrontare le sfide che abbiamo avanti chiamando a raccolta i nostri talenti senza lasciare indietro nessuno. E che come dice il Manifesto di Assisi non c’è nulla di sbagliato in Italia che non possa essere corretto con quanto di giusto c’è in Italia”. “Con 1.300.000 imprese che danno lavoro a 2.600.000 persone – puntualizza Marco Granelli, presidente di Confartigianato – l’artigianato è la storia, la cultura, il futuro del made in Italy. La Mostra ‘Artigianato, cuore del made in Italy’ consente di toccare con mano il valore espresso da imprenditori profondamente radicati nelle comunità, emblema delle nostre tradizioni manifatturiere, capaci di conquistare il mondo con prodotti eccellenti. Gli artigiani sono il cuore del made in Italy perché esprimono talento, competenze e saperi antichi che rappresentano la biodiversità produttiva e culturale dei territori del Paese. Ma sono anche i protagonisti di un futuro di sviluppo sostenibile, pronti a rinnovarsi e ad innovare per affrontare le trasformazioni della nostra epoca ed essere attori delle transizioni green e digitale”.


“Artigianato cuore del made in Italy – osserva Giacomo Basso, presidente di Casartigiani -è la manifestazione che sottolinea con forza e numeri alla mano il ruolo fondamentale dell’impresa artigiana e della microimpresa nelle filiere del Made in Italy. Una infrastruttura unica in tutto il mondo che coniuga, da sempre, creatività e qualità, e che professa il riconoscimento di eccellenza. È un processo che identifica nella ideazione e nel ‘saper fare’ il proprio cardine distintivo. Si tratta della testimonianza di uno straordinario patrimonio culturale nel nostro Paese, una forma d’arte che Casartigiani è orgogliosa di rappresentare”.

I robot umanoidi percepiti come agenti sociali: uno studio IIT

I robot umanoidi percepiti come agenti sociali: uno studio IITGenova, 27 giu. (askanews) – Se il robot è percepito come “un agente intenzionale e sociale” – anziché come un dispositivo meccanico – le persone con lui interagiscono impegnati su di una attività specifica lo considerano come co-autori dei risultati delle loro azioni. E’ quanto viene dimostrato in uno studio portato avanti da un gruppo di ricerca dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) e pubblicato su Science Robotics. Lo studio apre la strada alla comprensione e alla progettazione delle condizioni ottimali per la collaborazione tra umani e robot nello stesso ambiente.


Il requisito chiave che rende possibile questo fenomeno da parte dele persone è che il robot che abbia un comportamento simile a quello umano, con aspetti di socialità, quali nello specifico stabilire un contatto visivo, e possa partecipare a una stessa esperienza emotiva, come per esempio guardare un film. Lo studio di ricerca coordinato da Agnieszka Wykowska, direttrice del laboratorio “Social Cognition in Human-Robot Interaction” dell’IIT di Genova, e beneficiaria di un finanziamento dell’European Research Council (ERC) per il progetto intitolato “Intentional Stance for Social Attunement”, che affronta la questione di quando e in quali condizioni le persone trattano i robot come agenti intenzionali. Uma Navare, prima autrice dell’articolo e ricercatrice membro del team di Wykowska, ha condotto lo studio utilizzando strumenti di misura del comportamento e registrando le risposte neurali dei partecipanti tramite elettroencefalografia. I dati raccolti sono stati necessari a valutare l’emergere di un meccanismo di senso di controllo dell’azione condiviso tra gli esseri umani e il robot umanoide iCub.


“Gli esseri umani non agiscono in un vuoto sociale e la maggior parte delle nostre azioni richiede coordinazione con altri nello spazio e nel tempo per raggiungere un obiettivo. Un aspetto cruciale dell’interazione con gli altri è l’esperienza di quello che viene chiamato senso di azione condiviso – spiega Agnieszka Wykowska – Nel nostro studio di ricerca abbiamo scoperto che gli esseri umani sperimentano questo senso di azione condiviso con il partner robotico, quando il robot è presentato come un agente intenzionale, ossia quando il suo comportamento è simile a quello di un essere umano, ma non quando il robot è mostrato come un artefatto meccanico”. Il senso di azione condiviso si riferisce alla sensazione di controllo che gli esseri umani sperimentano sia per le proprie azioni che per quelle del loro partner, sottolineando così la costituzione di una squadra. Il gruppo di ricerca dell’IIT ha affrontato tale questione, prima identificandone i meccanismi nelle interazioni tra gli esseri umani e poi verificando se risposte simili fossero presenti nell’interazione tra umani e robot umanoidi. Nello specifico, è stato sviluppato un compito interattivo in cui esseri umani e robot dovevano coordinarsi al fine di raggiungere un obiettivo condiviso. Il compito consisteva nell’alternarsi nel muovere un cursore sullo schermo verso una posizione di arrivo e poi confermare la posizione del cursore sopra di essa, attivando così un suono.


Il gruppo di ricerca ha svolto due esperimenti, durante i quali ha manipolato la possibilità o meno di attribuzione di intenzionalità nei confronti del robot umanoide iCub. Nel primo esperimento, iCub ha eseguito un compito meccanicamente, portando i partecipanti a vederlo come un artefatto meccanico. Nel secondo esperimento, i partecipanti hanno prima interagito con iCub in modo da aumentare la probabilità di attribuirgli intenzionalità: vi è stato un dialogo, uno scambio di sguardi e la visione di un video insieme, durante cui iCub ha mostrato risposte emotive simili a quelle umane. Questo mirava a far percepire iCub ai partecipanti come più intenzionale e simile a un essere umano. I ricercatori hanno scoperto che solo nel secondo esperimento gli esseri umani hanno provato un senso di azione condiviso con il robot, evidenziato sia nelle risposte comportamentali che in quelle neuronali. (nella foto: un momento dell’esperimento condotto con il robot umanoide iCube)

Ricerca, dai canti dei lemuri del Madagascar alla musica umana

Ricerca, dai canti dei lemuri del Madagascar alla musica umanaRoma, 27 giu. (askanews) – Un lemure che comunica con i suoi vicini grazie ad un canto ritmico dimostra come gli esseri umani si siano evoluti per creare musica. È quanto emerge dall’articolo “Isochrony as ancestral condition to call and song in a primate”, pubblicato sulla rivista Annals of the New York Academy of Sciences da un team di ricercatori dell’Università di Torino, in collaborazione con i colleghi delle università di Warwick e Roma La Sapienza.


Gli studiosi – informa UniTo – hanno analizzato i comportamenti degli Indri, una specie di lemure che vive in piccoli gruppi familiari nella foresta pluviale del Madagascar e comunica utilizzando canti, come fanno gli uccelli e gli esseri umani. Le loro vocalizzazioni ritmiche, registrate in diverse aree forestali dal 2005 al 2020, vengono utilizzate anche come richiami di allarme per avvisare i membri della famiglia riguardo la presenza di predatori. I ricercatori hanno studiato gli indri grazie al centro di ricerca che l’Università di Torino ha creato nella foresta di Maromizaha, scoprendo che la comunicazione di questa specie è caratterizzata da isocronia, cioè da tempi uguali tra un suono e l’altro o tra una nota e l’altra. Questi suoni creano una successione costante di eventi a intervalli regolari, dando vita a un ritmo costante, proprio come accade nella musica.


“Isolando le note e gli intervalli tra le note in 820 canti e richiami di allarme di 51 lemuri, abbiamo calcolato i rapporti ritmici per ogni coppia di intervalli consecutivi. Un rapporto di 0,5 significa isocronia”, dichiara Chiara De Gregorio, già Dottoranda dell’Università di Torino e ora ricercatrice all’Università di Warwick. L’analisi ha rivelato che l’isocronia è presente in tutti i canti e i richiami di allarme, stabilendo che è un aspetto fondamentale della comunicazione degli indri. Inoltre, un tipo di canto presentava tre ritmi vocali distinti. “Questa scoperta – prosegue la dott.ssa Daria Valente, corresponding author dello studio – posiziona gli indri come animali con il maggior numero di ritmi vocali condivisi con il repertorio musicale umano, superando gli uccelli canori e altri mammiferi”. Questi risultati – prosegue UniTo – suggeriscono che gli elementi degli attributi musicali umani si sono evoluti precocemente nella stirpe dei primati. Dato che i richiami di allarme probabilmente esistevano prima di vocalizzazioni più complesse come i canti, l’isocronia potrebbe essere un ritmo ancestrale da cui si sono evoluti altri modelli ritmici. “Il nostro studio – ha aggiunto De Gregorio – amplia il lavoro precedente che ha identificato due ritmi condivisi con la musica umana. In questa nuova ricerca abbiamo identificato un terzo ritmo e abbiamo esteso la nostra analisi al di là dei canti, includendo altri richiami”.


“I risultati – conclude la prof.ssa Cristina Giacoma, fondatrice del progetto in Madagascar – evidenziano le radici evolutive del ritmo musicale, dimostrando che gli elementi fondamentali della musica umana possono essere ricondotti ai primi sistemi di comunicazione dei primati”.

Tusk: rispetto per Meloni, nessuna decisione senza l’Italia

Tusk: rispetto per Meloni, nessuna decisione senza l’ItaliaBruxelles, 27 giu. (askanews) – “Nessuno più di me rispetta la premier Giorgia Meloni e l’Italia. C’è stata un’incomprensione. Qualche volte servono piattaforme politiche per semplificare il processo. La posizione comune dei tre grandi gruppi nel Consiglio europeo, in cui abbiamo completato i negoziati, è solo per facilitare il processo. La decisione spetta a Meloni e agli altri leader durante la riunione del Consiglio europeo”. Lo ha detto il premier polacco Donald Tusk, arrivando al Consiglio europeo di Bruxelles che discuterà i nuovi vertici Ue.


“L’unica intenzione e ragione per cui abbiamo preparato questa posizione comune è per facilitare il processo. Non c’è Europa senza Italia e non c’è decisione senza la premier italiana. Questo per me è ovvio”, ha concluso Tusk, che è anche negoziatore per il Ppe.

Ue, Tusk: rispetto per Meloni, nessuna decisione senza Italia

Ue, Tusk: rispetto per Meloni, nessuna decisione senza ItaliaBruxelles, 27 giu. (askanews) – “Nessuno più di me rispetta la premier Giorgia Meloni e l’Italia. C’è stata un’incomprensione. Qualche volte servono piattaforme politiche per semplificare il processo. La posizione comune dei tre grandi gruppi nel Consiglio europeo, in cui abbiamo completato i negoziati, è solo per facilitare il processo. La decisione spetta a Meloni e agli altri leader durante la riunione del Consiglio europeo”. Lo ha detto il premier polacco Donald Tusk, arrivando al Consiglio europeo di Bruxelles che discuterà i nuovi vertici Ue.


“L’unica intenzione e ragione per cui abbiamo preparato questa posizione comune è per facilitare il processo. Non c’è Europa senza Italia e non c’è decisione senza la premier italiana. Questo per me è ovvio”, ha concluso Tusk, che è anche negoziatore per il Ppe.